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Martedì, 19 Marzo 2024
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Addio a Cecilia Mangini, regista che firmò “Brindisi ‘65” e “Tommaso”

Si è spenta a 93 anni la pioniera e madrina del documentario italiano che raccontò il boom economico brindisino con l’insediamento del petrolchimico. Collaborò con Pier Paolo Pasolini

BRINDISI-  La pioniera e madrina del documentario italiano, Cecilia Mangini, è venuta a mancare nella giornata di ieri a Roma, all’età di 93 anni, all’affetto dei suoi cari e di chi per anni, al suo fianco, ha mostrato, ricordato ed educato le nuove generazioni. Era l’estate 2012 quando Cecilia Mangini in collaborazione con la collega Mariangela Barbanente raccontò con un film on the road com’è cambiata la Puglia, terra che ha dato i natali a entrambe. Nel film “In viaggio con Cecilia" raccontò di come l’industria, l’acciaieria Ilva, riscatta una terra, la traina fuori dalla dimensione arcaica, ponendola, nello stesso tempo, in un presente crudele e contraddittorio. Ma del 1965 sono i corti "Tommaso" e "Brindisi '65" che fotografano gli anni del boom economico.

tommaso 2-2-2L’insediamento a Brindisi del petrolchimico raccontato da Cecilia Mangini, “Tommaso”

Lo Russo Tommaso "nato a Brindisi, nel quartiere Perrino, il 18 aprile 1950, figlio di Rosario e di Pedrone Annunziata, fino ad oggi incensurato e apolitico", si presenta così, sfrecciando a bordo della sua motocicletta. Sogna di entrare a lavorare al petrolchimico così da potersi comprare una moto più potente, "che va forte come dico io", vista la paga di 1500 lire al giorno. La storia di Tommaso s'intreccia ad altre storie: quella di Antonio Corvetto, diplomato nel ramo elettronico, disoccupato, di Carrozzo che si licenzia dal petrolchimico per la paga risicata, di altri la cui storia è fatta di disoccupazione, lavoro nero e morti bianche. La libertà di scelta che crede di avere Tommaso fa parte del sogno del ragazzo. Ma di sogno, appunto, si tratta. La priorità di scelta non spetta, infatti, al singolo, ma al monopolio che sfrutta il lavoro e la fatica d'indifesi, sottoccupati, braccianti, mantenendo e intensificando i rapporti di subalternità. E dove c'è subalternità non c'è libertà.

Dunque, quella di Tommaso, è la storia di un ragazzo brindisino con il sogno di entrare nella grande fabbrica, il petrolchimico di Brindisi avviato nel 1962 e che, inizialmente, faceva capo a due distinte società, seppur entrambe facenti parte del Gruppo Montecatini, ovvero la Polymer e la Montecatini: la prima possedeva gli impianti per la produzione del policloruro di vinile e la seconda quelli dell'area petrolifera. Le due società si fusero nel 1968 e l'intero complesso petrolchimico di Brindisi passò sotto la direzione della Montecatini-Edison o Montedison, con un'unica gestione.

Dello stesso anno, 1965, è il documentario “Brindisi 65”, che ha saputo, come “Tommaso”, cogliere le sfaccettature scomode e complesse del presente, svelando le storture che si celavano dietro i sorrisi smaglianti del boom economico, come salari bassi e pessime condizioni di lavoro.

brindisi 65-2Brindisi ’65 di Cecilia Mangini

Panorama iniziale di Brindisi, città dalla tradizione contadina. Il petrolchimico, città nella città. Bambini nei quartieri poveri, voci di operai: la crisi, i licenziamenti, la necessità delle raccomandazioni della Democrazia cristiana per entrare nella Montecatini. Donne e uomini benestanti si abbuffano al ristorante. Voci di agrari, costretti ad abbandonare la terra per fare spazio al petrolchimico. Una sala da ballo. In un teatro di marionette, va in scena uno spettacolo in cui l'operaio è apostrofato come “morto di fame”. A un corso per capi operai, si susseguono varie testimonianze compiacenti: la Monteshell è una grande industria, e nessuno ha critiche da muovere nei suoi confronti. Ma un altro operaio, altrove, con il volto immerso nell’ombra, confessa che tutti hanno paura di parlare, gli operai specializzati prendono la stessa paga di quelli semplici, 400 colleghi sono stati licenziati, gli attivisti del sindacato sono “vigilati speciali”, e fare uno sciopero è un’impresa.

La grande documentarista italiana, che ha collaborato con Pier Paolo Pasolini realizzando documentari sulle periferie urbane e a lungo con il marito Lino Del Fra, tra le voci più autorevoli del documentario italiano, regala la speranza di un possibile mondo migliore per tutti, con la consapevolezza di vivere un paese squilibrato e troppo spesso ingiusto. Uno sguardo lucido, quello della regista Cecilia Mangini che ha presentato proprio a Brindisi, nel 2012 i due cortometraggi “Tommaso” e “Brindisi 65”, che ancora oggi, nel 2021, sorprende tutti.

Cecilia Magnini e Salvatore Barbarossa-2

Lo scatto che proponiamo è stato realizzato da Stefano Albanese, mentre Salvatore Barbarossa prendeva accordi con la regista Cecilia Mangini su come inquadrare l’incontro tra lei e Antonio Corvetto, protagonista del corto “Tommaso”. Il collega di BrindisiReport, in virtù della loro collaborazione durante le riprese del film "In viaggio con Cecilia", la ricorda come "una persona estremamente sensibile e dolce, ma allo stesso tempo molto forte e caparbia”. 

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