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La AlphaZtl nell' A.r.e.a. Mediterranea, la prima residenza artistica per la danza contemporanea in Puglia

La compagnia brindisina ospita il giovane coreografo di Ceglie Messapica, Francesco Biasi, con la performance "Perfect illusion" sul tema dei disturbi alimentari

BRINDISI - Si sta per concludere l’ultima sessione del progetto promosso da ResExtensa finanziato dalla Regione Puglia, con partner le compagnie pugliesi AltraDanza, Equilibrio Dinamico e AlphaZTL: la scorsa estate e quest’inverno ospiti e tutor hanno collaborato con giovani danzatori e coreografi fra Cisternino, Bari, Giovinazzo e Brindisi. Un tassello verso la nascita del primo Centro regionale per la danza. La AlphaZT, compagnia d’arte dinamica del coreografo brindisino Vito Alfarano è una delle quattro compagnie di danza pugliesi unite nel primo progetto collettivo in Puglia di residenze artistiche per la danza contemporanea.

Una fucina di creatività rivolta a giovani danzatori e coreografi professionisti, pugliesi e non solo, con tutor ospiti di prestigio: humus per porre anche le basi per la futura nascita del primo centro regionale per la danza. Il nome del progetto, durato circa un anno e che si concluderà a fine marzo, è evocativo: A.r.e.a. Mediterranea, concepito da ResExtensa e la sua direttrice artistica Elisa Barucchieri, che ha coinvolto le compagnie AlphaZtl, Equilibrio Dinamico e AltraDanza con i rispettivi direttori artistici Vito Alfarano, Roberta Ferrara e Domenico Iannone.

Francesco Biasi in Perfect illusion-2

La AlphaZtl ospita il giovane coreografo di Ceglie Messapica, Francesco Biasi, con la performance Perfect illusion con il tutoraggio di Vito Alfarano direttore artistico della compagnia di danza. Tra danza e video Perfect illusion è una storia che ne racchiude tante, troppe, sui disturbi alimentari: bulimia e anoressia. Rappresenta un contatto con queste realtà nascoste ai nostri sguardi ma che sono presenti nella vita di molti e forse non lo sappiamo. Racconta le verità celate e la visione distorta di un corpo che si dimena, stremato dalla battaglia con se stesso. Accendiamo una luce nella contrapposizione tra ciò che una persona affetta da disturbi alimentari crede di vedere di sé e ciò che realmente è agli occhi di tutti. In scena c’è solo un danzatore che rigetta un malessere interiore e violento e che dà voce a un dramma silenzioso, soffocato dai sensi di colpa. Un viaggio intimo, sordo, nel dolore e nella fragilità di un’illusione perfetta.

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