Ricordo di Margherita: “La maestra speciale della scuola Calò”
Riceviamo e pubblichiamo da Ludovica Anelli
Il tempo vola. Il tempo cicatrizza il dolore e intensifica i ricordi più dolci. Era il 23 aprile 2012 quando ricevetti la notizia che era venuta a mancare Margherita Del Tufo, la mia maestra, ormai in pensione, della scuola elementare, VI circolo didattico “Giovanni Calò”. Avevo 18 anni e pochi mesi alla maturità e quell’evento mi spezzò il cuore. Sentii la terra mancare sotto i piedi. La frase forse è banale, ma il concetto è reale e più di qualunque altro definisce ciò che provai in quel momento, quando mi resi conto di aver perso la Maestra Margherita, la donna che all’età di sei anni, in prima elementare, mi prese per mano e, insieme con altri compagni, si occupò di me come se fossi sua figlia.
Ero appena una donna, il dolore era fresco e le immagini di quel giorno e di quelli seguenti sono sfocate, poco chiare. Ma oggi, 23 aprile 2022, a dieci anni dalla sua scomparsa, con decine di eventi accaduti, vissuti e da raccontare, non posso che pensare a lei e soffermarmi su un concetto, quello della forza del tempo. Il tempo capace di conservare intatti certi legami attraverso il ricordo, al di là dell’assenza terrena. Margherita Del Tufo era la maestra speciale della scuola “Calò”, quella con cui bastava uno sguardo per intendersi, che conosceva i suoi alunni forse meglio di loro stessi. A tal punto che oggi le sue parole risuonano come incredibili verità nella mente e nel cuore di tanti suoi alunni, oggi uomini e donne in carriera, genitori alle prese con i figli, che la ricordano con affetto e profonda gratitudine.
Me compresa, che ogni volta che guardo una cartina dell’Italia incrocio lei con la bacchetta in mano pronta ad indicarmi la geografia dei luoghi; che ogni volta che guardo un film di storia – qualunque esso sia – mi viene in mente Cristofaro Colombo e Napoleone Bonaparte, i due personaggi che mi riportano alle sue lezioni, attraverso le quali ho acquisito metodo di studio. E ancora, che ogni volta che passeggio in un parco ricordo quella lezione di educazione civica con quel “mega parco” in cartoncino colorato realizzato da lei per insegnarci a rispettare le regole. Questa era la maestra Margherita, la mia maestra, capace di insegnare con sorriso accattivante e dolcezza, carisma e saggezza che metteva in tutto ciò che faceva, nelle lezioni di storia e di geografia intrise di insegnamenti e di quei valori fondamentali che oggi fanno di ognuno di noi – suoi alunni – ciò che siamo, uomini e donne con le loro forze e le loro debolezze.
Una donna divertente, dallo sguardo attento, profondo e calamitante, capace di ascoltare, di amare e di farsi amare, con la quale potevi parlare per ore, senza mai annoiarti, per un consiglio sempre prezioso. È da qualche giorno che ci penso più del solito, per mettere nero su bianco questo ricordo, che oggi tengo a condividere in particolar modo con Silvia, la sua adorata figlia, e con Vittoria Margherita, la nipotina che non ha conosciuto ma che ha tanto di lei negli occhi. Per me e per tutti i suoi alunni, Margherita sarà per sempre la nostra persona del cuore, la Maestra che all’età di sei anni ha preso la nostra mano e non l’ha mai lasciata.