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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tenta di avvelenare il cane della Protezione civile: ripreso dalle telecamere

Qualcuno ha cercato di uccidere il piccolo Hubbert propinandogli dei wurstel intrisi di veleno. Indaga il commissariato di Mesagne

MESAGNE – Le telecamere lo hanno immortalato. Potrebbe avere le ore contate un balordo che la notte fra lunedì 30 e martedì 31 ottobre ha tentato di avvelenare il piccolo Hubbert, il cane dell’associazione di Protezione civile “Radio Cb” di Mesagne, servendogli dei wurstel intrisi di un prodotto chimico solitamente utilizzato in agricoltura. Ma il pastore tedesco ha fiutato la trappola mortale, respingendo l’offerta.

Il responsabile dell’associazione, Rino Iaia, ha ricostruito l’accaduto grazie all’impianto di videosorveglianza.  “Martedì mattina – dichiara Iaia a BrindisiReport – quando mi sono recato presso la sede (situata in via Luigi Calvani, ndr) ho visto un paio di pacchi di wurstel. Dall’odore ho subito capito che questi erano avvelenati”.

A quel punto, iaia ha subito visionato le immagini riprese dagli occhi elettronici. “Intorno alle 2 di notte – racconta – si vede una persona a volto scoperto che si avvicina alla sede della Protezione civile, lascia nell'area esterna dell’edificio i pacchi di wurstel e poi si allontana”. Hubbert, ospitato all’interno della sede, esce, annusa i wurstel e poi torna indietro, senza neanche sfiorarli. “Aveva fiutato – spiega Iaia – l’odore del veleno”.

Già nella mattinata di martedì Iaia ha consegnato il video al commissariato di Mesagne, sporgendo denuncia a carico di ignoti. Grazie ai fotogrammi, gli agenti potrebbero presto risalire all’identità del soggetto che detesta il docile Hubbert al punto tale da volerlo morto. “Hubbert – assicura Iaia – è un cane buono. La gente si ferma a giocare con lui. Tutti si avvicinano per accarezzarlo. Qualcuno si lamenta del fatto che  la notte abbaia. Ma Hubbert non è l’unico cane del vicinato”.

La storia di Hubbert è da raccontare. “Quattro anni fa – racconta il responsabile dell’associazione – venne abbandonato in un cassonetto, qui a Mesagne. Aveva appena venti giorni. Noi lo trovammo e decidemmo di prendercene cura. Da allora è diventato la nostra mascotte. Non ha mai creato problemi a nessuno. Ci auguriamo che l’autore di questo orribile gesto venga identificato e risponda delle sua azioni”. 

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