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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ai ferri corti con i suoi sostituti, il Csm solleva Minna: “Sarò radiato innocente"

FERRARA – Al centro di uno scontro durissimo. Il procuratore capo di Ferrara Rosario Minna - 70 anni, ostunese - è stato così trasferito nei giorni scorsi, per incompatibilità ambientale. Lo ha deciso all’unanimità dei presenti il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura al termine di un’audizione di due ore.

FERRARA – Al centro di uno scontro durissimo. Il procuratore capo di Ferrara Rosario Minna - 70 anni, ostunese -  è stato così trasferito nei giorni scorsi,  per incompatibilità ambientale. Lo ha deciso all’unanimità dei presenti il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura al termine di un’audizione di due ore.

Il provvedimento amministrativo è maturato al culmine di dissapori e tensioni nella Procura ferrarese, in seno alla quale il clima da tempo pare fosse diventato “irrespirabile”, tanto da non mettere i magistrati nelle condizioni di esercitare l’azione penale con serenità”, come ebbe a sottolineare la pm Angela Scorza sentita a sua volta dalla prima sezione del Csm, così come i suoi colleghi Barbara Cavallo e Nicola Proto.

L’istruttoria venne aperta nell’ottobre del 2010 dopo che il procuratore presso la Corte d’Appello di Bologna Emilio Ledonne riferì di “dissapori” e “tensione” tra il procuratore capo e i sostituti, che si sarebbero sentiti vittime di un comportamento “a dir poco irriguardoso”.

Una delle indagini al centro della decisione è sicuramente quella per frode fiscale a carico di Massimo Ciancimino, dei due pm titolari Barbara Cavallo e Nicola Proto, che si videro rivolgere “insinuazioni” da parte del procuratore su alcuni movimenti per ritardare la chiusura dell’indagine, come i pm hanno dichiarato in audizione davanti al Csm. Negli ordini di servizio comparivano espressioni come “fogna, animali, incivili e fannulloni”.

Ma ci sarebbe anche un altro magistrato della procura, Angela Scorza, che durante la sua testimonianza avrebbe raccontato che il procuratore capo definì un’altra collega una “cretina”, usando “abitualmente” la parola “troia” nei confronti di altre pm dell’ufficio con le quali era in disaccordo nella conduzione di alcune indagini.

Un “clima irrespirabile” quello della procura di Ferrara, a detta dei magistrati sentiti dal Csm. Una piccola antologia, raccolta negli atti del Csm: «...non solo - scrive Minna il 12 maggio 2009, oltre 2 anni fa - avrò la noia di annullare un atto inesistente, ma considero incivile chi contravvenga alle mie decisioni». E poi ancora: «E’ primavera o quasi estate: dunque penso alle mie peonie, ai miei gigli e allo scudetto dell’Inter, il quarto di una serie decennale. Non c’è bisogno ogni mattina di inghiottire pane e volpe per capire i gatti neri che continuano ad attraversare la mia strada». E così via: «Fino ad oggi ho scampato non tanto i mitra quanto i procedimenti disciplinari che il mio eloquio, tutt’altro che forbito e femmineo, merita ampiamente». E giù altre missive: «Avverto i primissimi freddi dentro i quali non vorrei iniziare la campagna per l’alfabetizzazione dei Sostituti. Qualcuno almeno capisce che mi avvilisco? O devo riscrivere la storia di Achille? Intanto copritevi e avviatevi al lavoro».

Quindi, la chiosa, fuori dalla grazia di Dio: «...ma quando qualcuno - e magari in pubblico - sostiene che io debba violare scientemente gli art. 59 e 55 cpp (sulla gestione della polizia giudiziara, ndr), è bene che l’animale (rivolto ad un pm, ndr) sappia che stroncherò la fogna con cui osa discutere di quanto io possa e debba violare il codice. O sono “il Procuratore della Repubblica” e Voi siete “i Signori Sostituti”; oppure di chi vuole il contrario non lascerò traccia sulla terra...Mi rammarico se il tono non mi riesce più garbato, ma provenendo io da una civiltà superiore, non chiedo scusa per nessuna ragione». Ai due pm Proto e Cavallo che seguono il caso Ciancimino: «Rendo con molta depressione la Vostra del 12/10, dunque siamo seri. Stralciate o no? E comunque: il 4 novembre, giorno della vittoria, le conclusioni sono pronte senza scuse al cui livello non mi abbasso».

Un crescendo che spinge i Pm a reagire: «si è creato un clima di delegittimazione del ruolo dei sostituti», denunciano in coro nell’inverno del 2010. Alla lettera di protesta dei pm, Minna rispose così: «Mi si incolpa di aver osato profferire 100 parolacce? Peccato: patteggerei volentieri per 10.000...prima voi tutti e poi la palpabile realtà quotidiana mi rendono edotto che sull’ufficio pende la falsità di tenere inconsapevolmente il sacco dei bandoleros, dove ognuno riempe quell’inconsapevole come meglio crede e vuole». Questo il clima al Palazzo di Giustizia di Ferrara. Queste le parole, i toni, i rapporti che hanno spinto il plenum del Csm a sollevare dall’incarico il procuratore capo.

Minna si è sempre giustificato rispetto alle accuse. Anche davanti al Cms, spiegando che si trattava solo di un linguaggio colorito, ma senza alcuna volontà di offesa o insulto. Negando soprattutto l’esistenza si contrasti o tensioni in procura: «Ma io non sono un pazzo ad aver chiesto queste cose» afferma riferendosi a ciò che voleva facessero i suoi sostituti, soprattutto per il caso Ciancimino che aveva innescato il conflitto più grave.

Fino alla fine Minna ha cercato di difendersi davanti al Csm. «Voi mi radiate innocente, datemi risposte». Ma alla fine , dopo appena due anni di servizio, è stato rimosso dall'ufficio di Ferrara per incompatibilità. Primo magistrato a essere giudicato con l'articolo 2: «Non si mette in discussione la qualità del magistrato – spiegano in punta di diritto amministrativo i consiglieri nel brevissimo dibattito - ma la sua capacità di gestire con indipendenza e imparzialità l'ufficio e i rapporti con i suoi sostituti» .

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