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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente Torchiarolo

Aria a Torchiarolo, ancora problemi

TORCHIAROLO – La qualità dell’aria a Torchiarolo, dicono i dati delle centraline Arpa, continua ad essere problematica. Nel piccolo centro del Brindisino al confine con la provincia di Lecce, al 31 dicembre 2012 i superamenti della soglia delle polveri sottili Pm10 ha toccato quota 49, rispetto al limite di legge di 35 superamenti annui. Siamo al di sotto dei picchi di alcuni degli anni scorsi, ma sempre molto oltre la soglia ammessa. E il mese di gennaio 2013 non è cominciato bene: 11 superamenti dall’1 al 23 gennaio, praticante uno a giorni alterni.

TORCHIAROLO – La qualità dell’aria a Torchiarolo, dicono i dati delle centraline Arpa, continua ad essere problematica. Nel piccolo centro del Brindisino al confine con la provincia di Lecce, al 31 dicembre 2012 i superamenti della soglia delle polveri sottili Pm10 ha toccato quota 49, rispetto al limite di legge di 35 superamenti annui. Siamo al di sotto dei picchi di alcuni degli anni scorsi, ma sempre molto oltre la soglia ammessa. E il mese di gennaio 2013 non è cominciato bene: 11 superamenti dall’1 al 23 gennaio, praticante uno a giorni alterni.

La storia è ormai arcinota: una parte degli osservatori, non solo di area ambientalista, attribuisce senza esitazione il fenomeno delle Pm10 a Torchiarolo, dove ci sono le registrazioni più elevate della Puglia, superiori persino a quelle di Taranto, all’inquinamento industriale data la posizione a sudest della cittadina (7mila abitanti) rispetto ai venti del quarto e del primo quadrante (nordovest e nord), e quindi agli stabilimenti chimici e alle centrali termoelettriche.

Ma diverse campagne condotte dall’Arpa, pur non escludendo l’influenza del fattore-industrie, hanno puntato l’indice contro l’inquinamento provocato nei mesi invernali dal massiccio uso dei caminetti come mezzo di riscaldamento domestico. La conclusione era stata: munire i camini della abitazioni di filtri antiparticolato, poi verificare l’andamento del fenomeno.

Cosa sia stato fatto esattamente non si sa. Il punto è che in tutti i centri abitati della zona si fa massiccio ricorso all’uso dei caminetti a legna. Ma i dati finali del 2012, rispetto ai 49 superamenti di Torchiarolo, sono stati: S. Pietro Vernotico 9 superamenti, S. Pancrazio Salentino 10, Mesagne 7, Brindisi centralina Asi 15, Brindisi rione Cappuccini 14 (queste le quote più alte registrate in provincia di Brindisi dalle centraline Arpa).

Torchiarolo, come già detto, anche nel 2012 ha toccato il tetto più alto di superamenti in Puglia (va ricordato che le centraline registrano la media giornaliera, e che il limite è quello dei 50 microgrammi di polveri Pm10 per metro cubo di aria). Ecco le altre quote più alte: solo quella di Taranto via Machiavelli (rione Tamburi) ha superato di poco il tetto, con 36 sforamenti; seguono Guagnano con 32, Barletta con 30, Bari Politecnico con 29, Taranto via Archimede con 25, tutte comunque sotto il limite dei 35 superamenti annuali.

L’andamento nel primo mese del 2013 nel Brindisini, al cospetto degli 11 superamenti di Torchiarolo (cui in alcuni casi hanno corrisposto anche quote più alte di benzene, pur al di sotto dei limiti stabiliti), ci sono i quattro di S. Pancrazio salentino, e i 3 di Mesagne e S. Pietro Vernotico. Il problema resta aperto per tutti, a partire dall’amministrazione comunale.

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