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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente

Autigno, ora la denuncia alla procura

BRINDISI – La situazione è da tempo insostenibile. La convivenza con le discariche di Contrada Autigno è impossibile, e dopo mesi di proteste e manifestazioni, gli abitanti delle contrade attorno al polo di cave e attività estrattive in parte prestate allo smaltimento di rifiuti solidi urbani ma anche speciali, a pochi chilometri da S.Vito dei Normanni e a circa 15 da Brindisi, nel cui agro Autigno ricade, passano ai fatti annunciando che martedì 27 settembre invieranno consegneranno un esposto alla procura della Repubblica.

BRINDISI – La situazione è da tempo insostenibile. La convivenza con le discariche di Contrada Autigno è impossibile, e dopo mesi di proteste e manifestazioni, gli abitanti delle contrade attorno al polo di cave e attività estrattive in parte prestate allo smaltimento di rifiuti solidi urbani ma anche speciali, a pochi chilometri da S.Vito dei Normanni e a circa 15 da Brindisi, nel cui agro Autigno ricade, passano ai fatti annunciando che martedì 27 settembre invieranno consegneranno un esposto alla procura della Repubblica.

Nel testo della denuncia-querela, i firmatari sollevano tre problemi cruciali: la fondatezza dei presupposti riportati nelle procedure di valutazione di impatto ambientale; la corretta gestione della discarica del Comune di Brindisi che ormai raccoglie i rifiuti di tutti e venti i centri del Brindisino, e che è stata autorizzata al Sopralzo da parte della Provincia; l’inquinamento delle falde acquifere, con cui i contadini della zona alimentano i sistemi di irrigazione delle colture, e su cui era già stato lanciato un segnale d’allarme due o tre anni addietro quando, nell’ambito di un progetto comunitario di cui la Provincia era capofila (GoW, Governance of Water), le analisi effettuate attraverso una quarantina di pozzi rivelarono una situazione molto grave.

I firmatari dell’esposto si sono affidati all’avvocato Alessandro Longo del Foro di Brindisi. “Gli scriventi – si spiega nel testo della denuncia - sono tutti proprietari di immobili adibiti a civile abitazione tutti correnti in località Autigno-Mascava-Formica, che diversi anni fa, con enormi sacrifici hanno deciso di acquistare e in una zona lontana dal centro abitato con l'idea di poter godere dei benefici e della bellezza che la campagna circostante poteva garantire”.

E viene sottolineato come le discariche siano arrivate dopo le abitazioni, e non il contrario: “Da oramai purtroppo diverso tempo gli scriventi sono costretti, loro malgrado,  a convivere, però, con le immissioni nell'aria di esalazioni provenienti dalla discarica denominata  Autigno, che hanno raggiunto nel tempo livelli tali da  apparire insopportabili per tutta la popolazione residente nell'area circostante la discarica stessa. Quello che più gli scriventi non possono tollerare e che la discarica su menzionata nasceva successivamente al loro insediamento, e attraverso procedimenti amministrativi la cui genuinità e legittimità si chiede sin da ora verificare”.

C’è anche un danno economico, oltre che sociale, basato su una scelta che ha ignorato la situazione abitativa dell’area: “Ed invero, appare ai più, assolutamente paradossale che in una zona oramai ad alta densità di popolazione, ove numerosi operatori turistici hanno investito non poco, possa nascere – scrivono gli autori dell’esposto - una discarica, a poche centinaia di metri, sfruttando vecchie cave di estrazione di materiale roccioso e similare, oramai abbandonate e senza minimamente procedere ad una adeguata valutazione di impatto ambientale ed ignorando la popolazione ivi residente”.

Cosa chiedono i cittadini che si sono rivolti alla procura di Brindisi? “Intanto se il materiale sversato all'interno della discarica è riconducibile alla categoria per la quale la discarica opererebbe. In secondo luogo si ritiene necessario verificare se la gestione ad opera della ditta appaltatrice, avvenga secondo la legge e comunque nel rispetto della normativa in materia ambientale, senza omettere di evidenziare la possibilità che le sostanze liberate nell'aria possano anche rappresentare un danno più o meno grave alla salute delle persone e degli animali e ai prodotti che da essi ne possano derivare per poi giungere sulle tavole di ignari cittadini”.

Si giunge quindi al punto della richiesta di verifica dei livelli di inquinamento del sottosuolo e delle falde dopo decenni di discariche: “Inoltre appare doveroso suggerire una verifica delle conseguenze di quanto su evidenziato, con riferimento alla falda acquifera. E' certo infatti che numerosi braccianti agricoli operanti in prossimità della discarica, utilizzino per l'irrigazione delle proprie piantagioni l'acqua rinveniente da pozzi artesiani. Un esame superficiale (anche perchè gli scriventi non dispongono degli strumenti necessari per un riscontro scientifico) dell'acqua difatti ha permesso agli scriventi di constatare un colore e un odore anomali, per quelle che sono le caratteristiche proprie dell'acqua, che fin dalle scuole elementari ci hanno insegnato essere invece incolore e inodore”.

Seguono quattordici firme. I cittadini, tutti di Brindisi e S.Vito dei Normanni, rivolgendo la denuncia-querela contro ignoti, nel chiedere l’accertamento di eventuali responsabilità annunciano anche il proposito di una eventuale costituzione di parte civile qualora la procura dovesse rilevare fatti di rilevanza penale ed i presunti responsabili degli stessi, e comunque chiedono di ricevere notifica anche di una eventuale richiesta di archiviazione al gip.

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