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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

"Brindisi Nord da chiudere: ora l'ordinanza"

BRINDISI - Il fronte della associazioni ambientaliste brindisine chiede nuovamente la chiusura della centrale di Brindisi Nord, in coerenza con quanto previsto dalla convenzione del 1996 restata inapplicata, impiegando il personale dipendente nelle opere di bonifica del sito.

BRINDISI - Il fronte della associazioni ambientaliste brindisine chiede nuovamente la chiusura della centrale di Brindisi Nord, in coerenza con quanto previsto dalla convenzione del 1996 restata inapplicata, impiegando il personale dipendente nelle opere di bonifica del sito, bocciando la parziale riconversione alla combustione mista di carbone e derivato del Cdr-Css, e respingendo "lo specchietto per le allodole dei 25o posti" promessi. Il movimento sollecita il sindaco ad emettere un'ordinanza per fermare la centrale di A2A-Edipower.

Siamo da tempo abituati a strategie di aziende che puntano a mortificare le ragioni della nostra città e i diritti dei lavoratori promettendo a destra e a manca posti di lavori e ricadute positive per il territorio.

Oggi siamo di fronte a una manovra tattica dell’A2A che per la centrale elettrica di Brindisi nord, nel corso della riunione coi sindacati e Confindustria Brindisi, ha illustrato il progetto industriale presentato giorni addietro aggiungendovi uno specchietto per le allodole: la prospettiva di 250 fantomatici nuovi posti di lavoro. Le solite prese in giro.

Registriamo con piacere la conferma della, più volte ribadita, netta posizione del sindaco Mimmo Consales che non si è fatto incantare dalle sirene dell’A2A il cui unico intento è utilizzare l’impianto non solo per continuare a bruciare carbone ma anche rifiuti, perché di questo si tratta in qualsiasi modo questi rifiuti vengano etichettati.

Da anni le più avvertite espressioni politiche, sindacali e culturali della nostra comunità reclamano la chiusura di un impianto che a due passi dal centro abitato ha prodotto inquinamento e danni che i nostri cittadini non possono più tollerare. Ricordiamo al riguardo le tante dichiarazioni di esponenti partitici e istituzionali che, affrontando il tema dell’inquinamento, hanno in più occasioni riconosciuto l’assoluta intollerabilità della centrale di Brindisi nord.

Non vi è dubbio allora che l’impianto deve essere chiuso e l’area bonificata con il pieno utilizzo delle maestranze della centrale nei lavori di risanamento. Chiediamo pertanto alle forze politiche locali di sostenere con determinazione la coerente presa di posizione del sindaco sulla chiusura dell’impianto. E di sostenerlo nell’attuazione dell’impegno rivolto a demolire, senza ulteriori ritardi, i due gruppi della centrale inattivi con la connessa bonifica e a predisporre tutte le necessarie misure di supporto alla preparazione di una ordinanza contingibile e urgente di chiusura della centrale.

Non va invero dimenticato che tale chiusura che fu già decisa con gli accordi del 1996, puntualmente disattesi a danno della comunità. Una situazione che oggi ci consente di rivendicare a voce alta quello che dovrebbe essere un diritto acquisito derivante da quegli accordi. Nessuno dimentichi che la questione della centrale di Brindisi Nord assume poi caratteri di particolare gravità ove si consideri che essa è la punta dell’iceberg di un problema ben più ampio, quello di un polo energetico che comprende la mega centrale Enel di Cerano e altre industrie di non marginale impatto ambientale.

 

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