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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

"British Gas, i fatti restano tali"

BRINDISI – La prescrizione di vari capi di imputazione lascia l’amaro in bocca al fronte del no al progetto del rigassificatore di Capo Bianco, ma i fatti restano, e dovrebbero indurre il governo a revocare o ad annullare l’autorizzazione del gennaio 2003 del governo Berlusconi, sospesa poi dal governo Prodi nel settembre del 2007.

BRINDISI – La prescrizione di vari capi di imputazione lascia l’amaro in bocca al fronte del no al progetto del rigassificatore di Capo Bianco, ma i fatti restano, e dovrebbero indurre il governo a revocare o ad annullare l’autorizzazione del gennaio 2003 del governo Berlusconi, sospesa poi dal governo Prodi nel settembre del 2007.

“Si sta verificando ciò che già si temeva, e cioè che si sarebbero concluse con la prescrizione le accuse della magistratura inquirente brindisina di gravi reati rivolte a manager della British Gas e a amministratori locali per fatti commessi durante le procedure autorizzative per la vicenda del rigassificatore. Ne sono state conferme le parole che il Pm ha dovuto pronunciare nell’ultima udienza dibattimentale con condivisibile amarezza”, si legge in un comunicato.

“Un ennesimo vulnus alle esigenze di giustizia mortificate da inadeguatezze normative che prevedono tempi brevi per l’estinzione di gravi delitti consentendo nel contempo lungaggini processuali che giovano solo a chi teme la chiarezza e la verità. Ma i fatti sono ‘argomenti testardi’ e perciò destinati a resistere e a farsi comunque valere. Proprio quei fatti che sono emersi durante il processo che niente e nessuno può cancellare – dice il fronte del no al rigassificatore -  e che hanno indotto il pm Giuseppe De Nozza a chiedere le condanne ancora possibili con conseguente confisca della colmata di Capobianco e con la misura interdittiva della revoca di tutte le autorizzazioni concesse per la costruzione di un impianto ambientalmente incompatibile con le esigenze di sicurezza e proprio per questo favorito dagli abusi e dalle illegittimità denunciate che hanno dato luogo al processo penale in via di conclusione”.

“Confermando la nostra fiducia nell’operato della magistratura continuiamo a chiedere che le competenti autorità ministeriali facciano ciò che finora inspiegabilmente non hanno fatto e cioè rimuovano con l’annullamento o la revoca, l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto per le tante ragioni ignorate solo da chi non le vuole vedere”. Mantenendo la speranza in una sentenza che accolga le richieste del pm e le istanze delle partici civili.

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