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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente

Cava di San Pancrazio: la Provincia chiede un milione di euro per il recupero ambientale

BRINDISI – La richiesta alla Regione Puglia è partita ufficialmente l'altroieri, alla vigilia della scadenza dell'avviso pubblico promosso dall'ente per finanziare interventi di recupero ambientale. La Provincia vuole recuperare le cave dismesse di San Pancrazio, contrada Mattarella, nell'area che aveva riguardato anche la discarica ex Lepetit, e ha anche preparato il progetto preliminare. La Provincia aggiungerebbe di suo altre 100mila euro al milione chiesto alla Regione, coprendo così la spesa dell'intera attività.

BRINDISI – La richiesta alla Regione Puglia è partita ufficialmente l'altroieri, alla vigilia della scadenza dell'avviso pubblico promosso dall'ente per finanziare interventi di recupero ambientale. La Provincia vuole recuperare le cave dismesse di San Pancrazio, contrada Mattarella, nell'area che aveva riguardato anche la discarica ex Lepetit, e ha anche preparato il progetto preliminare. La Provincia aggiungerebbe di suo altre 100mila euro al milione chiesto alla Regione, coprendo così la spesa dell'intera attività.

L'avviso pubblico della Regione Puglia risale allo scorso luglio: l'obiettivo è quello di effettuare una selezione di interventi per il recupero ambientale di cave dismesse, interventi di risanamento e riutilizzo ecosostenibile di aree estrattive dismesse esclusivamente di proprietà pubbliche. La scadenza iniziale per la presentazione delle domande era stata fissata per il 20 settembre, dopo una successiva proroga è stata spostata a ieri, 19 novembre. E la Provincia, giovedì scorso, ha così deliberato per la partecipazione all'avviso pubblico, puntando al recupero ambientale della cava dismessa a San Pancrazio, località Mattarella.

Il progetto preliminare è stato realizzato dall'Ufficio Ecologia, ed è costituito da una relazione tecnica generale, da un inquadramento territoriale, con planimetrie e sezioni, da particolari su manufatti in legno per locali di servizio.

Per quel che riguarda l'area ex Lepetit, il sito fu sequestrato il 16 dicembre 2008 dal Noe dei carabinieri – con apertura di una indagine della procura di Brindisi – mentre Sanofi Aventis, che aveva acquisito Lepetit, al febbraio 2009 si rifiutava di pagare il costo delle bonifiche sostenendo che la discarica era stata chiusa e messa in sicurezza a norma di legge. Secodo gli esiti delle indagini affidate dal Comune all’Irsa Cnr, ecco cosa c’è in quei terreni e nella falda: un solvente clorurato, il cloroformio, nella falda in concentrazioni di 51,7 e 36,6 microgrammi per litro in alcuni piezometri, quando il limite di legge è 0,15.

E poi contaminazione batterica diffusa su tutta l’area di indagine e “la presenza di dimetildisolfuro, sia nell’acqua sotterranea che nei campioni solidi, che indica comunque un fenomeno di trasferimento dei composti organici dal materiale stoccato verso la prima falda sotterranea (quella a 24 metri) e che, quindi, sarebbe opportuno avviare degli interventi mirati ad evitare ulteriori contaminazioni”.

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