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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente Carovigno

Cemento sulla costa: "Il sindaco non può dire che lui non c'entra. Ecco perchè"

BRINDISI – Alla Lama della Mezzaluna i lavori proseguono. Anche se l’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente, ha fatto recapitare al Comune di Carovigno una richiesta formale di invio al proprio ufficio dell’intera pratica autorizzativa, e anche se Italia Nostra, per mano del presidente della sezione di Brindisi, ha scritto al soprintendente per i Beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le Province di Lecce, Brindisi e Taranto, arch. Salvatore Buonomo, e al funzionario delegato per le Province di Brindisi e Taranto della Soprintendenza, arch. Augusto Ressa, nonché ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, chiedendo un sopralluogo urgente. Motivo, la presenza alla base dei costoni che stanno per ornarsi di miniappartamenti per turisti mordi e fuggi, di antichissimi insediamenti rupestri con tracce di graffiti.

BRINDISI – Alla Lama della Mezzaluna i lavori proseguono. Anche se l’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente, ha fatto recapitare al Comune di Carovigno una richiesta formale di invio al proprio ufficio dell’intera pratica autorizzativa, e anche se Italia Nostra, per mano del presidente della sezione di Brindisi, ha scritto al soprintendente per i Beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le Province di Lecce, Brindisi e Taranto, arch. Salvatore Buonomo, e al funzionario delegato per le Province di Brindisi e Taranto della Soprintendenza, arch. Augusto Ressa, nonché ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, chiedendo un sopralluogo urgente. Motivo, la presenza alla base dei costoni che stanno per ornarsi di miniappartamenti per turisti mordi e fuggi, di antichissimi insediamenti rupestri con tracce di graffiti.

Sono alcuni dei tentativi più recenti di fermare l’ultima e definitiva colata di cemento sulla Lama della Mezzaluna, che già si orna di case estive lungo i due terzi abbondanti della sua estensione. Il nuovo cantiere completerà l’opera, modificando definitivamente un paesaggio cui le amministrazioni di Carovigno non tengono affatto, impegnate come sono a riempire l’intera fascia costiera di alberghi, alberghetti, bad&breakfast, bungalow e affini, secondo una interpretazione delle politiche turistiche più o meno suicida, perché alla fine le presenze estive nell’area saranno solo locali, e regionali. Ma alla gente alla quale piacciono il mare e la natura se ne andrà giustamente altrove, piuttosto che imprigionarsi nella casbah di abitazioni di mille stili diversi nate come funghi e non certo a 300 metri dalla costa.

E’ una politica da costruttori poco illuminati, e non certo da operatori turistici consapevoli. Adesso i partiti dell’opposizione cercano di fare quadrato. E ieri sera si sono riuniti per abbozzare una strategia comune. Perché il problema, dice Maria Filomena Magli di Sel, “non è solo la Lama della Mezzaluna, ma tutto ciò che sta sfornando e sta per sfornare l’amministrazione guidata da Vittorio Zizza che estranea a questo assalto non è affatto, come dimostra il continuo ricorso alle varianti al vecchio Piano di fabbricazione, mentre diventa infinita l’attesa per il Piano urbanistico generale. E’ qui che bisogna fermare questa colata di cemento. Oggi è a rischio anche la Lama di Pantanagianni, dove sta per sorgere un nuovo villaggio turistico in un’area già sovraffollata. La Commissione edilizia comunale ha già dato l’ok, mentre il rappresentante del centrosinistra, l’architetto Vito Saponaro, si allontanava per protesta”.

Ma non è tutto. “Siamo andati in municipio per visionare la pratica. Saponaro è un consigliere comunale. Sapete cosa ci hanno risposto? – racconta Maria Filomena Magli – “Le carte le dovete chiedere ai proprietari della lottizzazione, non a noi”. Vito Uggenti di Rifondazione comunista rincara la dose. “Il sindaco Vittorio Zizza non può confondere le acque sul problema delle nuove costruzioni alla Lama di Mezzaluna. Sappiamo tutti che quell’operazione giuridicamente si fonda su un ricorso vinto al Tar dai proprietari con sentenza decisa il 24 ottobre 2007 e pubblicata in segreteria il 19 marzo 2008. Un provvedimento che non fu impugnato, purtroppo. Ma ci sono precise responsabilità politiche che portano anche la firma di Zizza”, denuncia Uggenti.

“E se volete sapere quale è stato l’atto con cui l’attuale operazione ha avuto legittimazione amministrativa ve lo dico io: il Piano particolareggiato di zona T 21/B approvato con delibera del consiglio comunale del 28 novembre 1995, numero 109. Sindaco Agostino Scalera, Democrazia Cristiana. Dodici voti a favore e due contrari, il mio e quello di Pasquale Saponaro, attualmente segretario provinciale di Sel. Per il piano votarono invece, oltre al sindaco, Francesco De Biasi, Salvatore Laghezza, Giovanni Lanzillotti, Vincenzo Carluccio, Angelo Loparco, Mimmo Mele, Osvaldo Carrisi, Antonio Prodi, Angelo Pupino, Francesco Tamburrino e Vittorio Zizza. La vera storia è questa, altro che mani ingessate”, polemizza Uggenti.

Maria Filomena Magli annuncia anche che la questione sarà portata in consiglio regionale con una interrogazione all’assessore Barbanente da parte di Toni Matarrelli, ma – come già detto – la responsabile del settore urbanistico della giunta Vendola si è già mossa. Poi c’è la questione di contrada Taverna Nuova a Pantanagianni: “La lama sul lato destro della stradache porta al mare è stata cementificata anni fa e quasi non c’è più nemmeno il ricordo, coperta com’è di case e villette. Sul lato sinistro c’è ancora un pezzo di pineta oltre alla zona umida. Ci dicono che si tratta di terreni sui quali è molto forte l’interesse politico. Potremmo fare i nomi ma non conosciamo a chi sono intestate le società. E’ certo, dopo il passaggio in commissione, l’arrivo della nuova ondata di cemento. Noi ci opporremo con tutti gli strumenti democratici a disposizione”, anticipa Uggenti. “Abbiamo intenzione di analizzare tutte le autorizzazioni, tutti i cantieri aperti che stanno deturpando la costa – conclude Maria Filomena Magli – e non dobbiamo meravigliarci se qui la Bandiera Blu possono ormai solo sognarsela. Non basta la riserva di Torre Guaceto per nascondere ciò che sta succedendo”.

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