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Convenzioni, ambientalisti all'attacco: "Se passa questa bozza, altro che cambiamento"

BRINDISI – “Questo testo, così com’è, non ci convince affatto. Se questa bozza sulle convenzioni dovesse diventare documento, sarebbe una sconfitta per la città che si piegherebbe definitivamente alle logiche della grande industria, senza reali investimenti per il territorio”. Non hanno usato giri di parole i rappresentanti delle associazioni ambientaliste che questa mattina a Palazzo Guerrieri hanno incontrato rappresentanti politici locali, esponenti del sindacato e giornalisti per fare il punto sulla situazione. “Anzi, sull’emergenza”, ha detto Michele Di Schiena.

BRINDISI – “Questo testo, così com’è, non ci convince affatto. Se questa bozza sulle convenzioni dovesse diventare documento, sarebbe una sconfitta per la città che si piegherebbe definitivamente alle logiche della grande industria, senza reali investimenti per il territorio”. Non hanno usato giri di parole i rappresentanti delle associazioni ambientaliste che questa mattina a Palazzo Guerrieri hanno incontrato rappresentanti politici locali, esponenti del sindacato e giornalisti per fare il punto sulla situazione. “Anzi, sull’emergenza”, ha detto Michele Di Schiena.

Tanti sono i passaggi che gli ambientalisti contestano per quanto riguarda le convenzioni, delle quali è stata diffusa per ora solo la bozza del protocollo di collaborazione con Enel. “Innanzitutto, e contrariamente a quanto si diceva sin dall’inizio – afferma Di Schiena -, sulla riduzione delle emissioni non c’è alcun impegno vero e proprio. E’ necessario invece operare la scelta di ridurre l’uso del carbone in quantità non inferiore al 25%, rispetto al 2004, senza compensazioni”.

“Identica inflessibile posizione dovrebbe essere assunta sulla copertura del carbonile – ha aggiunto Fabio Protopapa -, e l’impegno deve essere mantenuto e portato a termine a prescindere dalla bozza di protocollo”. Ma molti altri sono i suggerimenti proposti dagli ambientalisti, a cominciare dalla riduzione della Co2 e dal risparmio energetico. “Una tabella in cui abbiamo inserito, punto per punto, le nostre idee. Sembra che il protocollo sia stato scritto dall’Enel”, dice Enrico Favuzzi.

“Se una tale bozza – hanno proseguito gli ambientalisti - dovesse diventare un documento sottoscritto dai massimi esponenti degli enti territoriali, ci verremo a trovare di fronte a una svolta rinnegatrice delle politiche di cambiamento che tante speranze avevano acceso nelle nostre popolazioni dopo il naufragio, tra fallimenti e scandali, di gestioni della cosa pubblica che avevano condannato la nostra comunità ad un destino di sottosviluppo e di sistematica lesione di diritti fondamentali. La firma del protocollo darebbe il seppellimento dei progetti animati dalle idee-guida “città d’acqua”, “sviluppo sostenibile”, e “per una Puglia migliore” rispettivamente avviate in questi anni dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione. Progetti fra loro diversi ma accomunati dalla scelta di sottrarre finalmente Brindisi a logiche che ne avevano fatto una terra di conquista privata di qualsiasi autonomia e segnata dal sottosviluppo con la conseguente piaga della disoccupazione e da gravi aggressioni ambientali con incalcolabili danni alla salute dei cittadini”.

Alcune osservazioni sono state anche fatte sul fotovoltaico: “Il presidente della Provincia Ferrarese – ha detto Di Schiena – fa bene ad andare in Procura per denunciare “l’invasione barbarica” dei continui investimenti su questo tipo di energia alternativa, ma riteniamo al tempo stesso che le battaglie vadano fatte non solo ai piccoli impianti, ma anche a quelli grandi. Da qui, il richiamo sulle convenzioni. La posizione del Comune, invece, non è ancora chiara”. A quel punto, è intervenuto il capogruppo comunale del Sel Vincenzo Guadalupi, che ha ricordato: “Ci siamo già dotati di un regolamento sull’eolico, sul fotovoltaico abbiamo atteso per competenza quello della Regione, appena approvato”.

Michela Almiento, segretario della Cgil, ha ribadito l’importanza del potere di trattativa che hanno gli enti: “A Civitavecchia l’Enel paga 55milioni di euro per il solo funzionamento dell’impianto, e così in molte altre realtà. Solo Brindisi sembra continuare ad essere succube dell’industria, e non si capisce il perché”.

Tra gli interventi da registrare, anche quello dell’ex vicepresidente del Consiglio regionale Carmine Dipietrangelo, che ha ricordato agli ambientalisti come “le battaglie non possano essere condotte contro una sola industria: credete veramente che si possa parlare di sviluppo della città senza ottenere prima la chiusura di una Centrale come quella di Brindisi Nord?”.

DOCUMENTO ASSOCIAZIONI DEL 27 GEN 2011

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