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Depuratore bloccato, parte un esposto

CAROVIGNO - Per rilevare e perseguire eventuali comportamenti di rilevanza penale nella vicenda della mancata entrata in funzione del depuratore circondariale di Bufalaria, la sezione di Carovigno dei Comunisti italiano ha interessato la procura di Brindisi.

CAROVIGNO – Dopo lunghi mesi di contrapposizioni amministrative, dialettiche ma anche formali (Tar), la situazione di stallo che blocca una importante opera pubblica, il depuratore circondariale di contrada Bufalaria, che dovrà servire le reti urbane di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, ora viene chiamata in causa per la prima volta l’autorità inquirente. Il passo lo compie la sezione di Carovigno dei Comunisti italiani, che sin dall’inizio è stata favorevole all’attivazione del depuratore, che  in base all’attuale progetto deve scaricare i reflui depurati nel Canale Reale, che a sua volta sfocia nell’area di sud-est della Riserva marina di Torre Guaceto.

Per impedire che il depuratore scaricasse nel Canale Reale, si erano mobilitati il Wwf, che è uno dei soggetti rappresentati nel Consorzio di gestione di Torre Guaceto, e lo stesso consorzio di cui – paradossalmente – è parte assieme al Comune di Brindisi anche il Comune di Carovigno, che ne nomina il presidente, e che come amministrazione comunale è invece favorevole all’avvio dell’attività del depuratore di Bufalaria. Al fronte del “no” si era aggiunto quando era ancora in carica anche il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese. A nulla sono valsi i tavoli tecnici convocati dall’assessore regionale alle Opere pubbliche protempore, Fabiano Amati.

Il problema è che il depuratore e l’annesso collettore circondariale che raccoglie i reflui dei tre comuni già citati, è un’opera finanziata la prima volta alla fine degli anni Settanta, ostacolata da molte vicissitudini (contenziosi tra imprese, ritardi di ogni genere, modifiche) e giunta a conclusione solo dopo l’intervento deciso della giunta Vendola. Ciò che i Comunisti italiani rilevano nell’esposto, trasmesso alla procura della Repubblica dal segretario della sezione, Tonino Mosaico,  è che nel Canale Reale continuano a scaricare i depuratori di altri quattro città del Brindisino che dispongono di depuratori non certo aggiornati tecnologicamente come quello di Bufalaria e nessuno ha mai posto veti.

Carovigno, S.Vito dei Normanni e San Michele Salentino, invece, continuano a violare la legge scaricando i reflui nelle voragini carsiche provocando un grave inquinamento delle falde (come dimostrano vari saggi effettuati nel tempo). Al pubblico ministero perciò si chiede di verificare in tutto l’iter della vicenda elementi e responsabilità di rilevanza penale. Un tassello in più in una storia che nel frattempo continua ad attende risposte amministrative e tecniche, come quella della possibilità che venga utilizzata la ormai vecchia condotta subacquea del collettore Asi costato 90 miliardi di vecchie lire, che avrebbe dovuto raccogliere i reflui di Mesagne, Latiano e Francavilla per evitare gli scarichi nel Canale Reale, ma che non è mai entrato in funzione.

La condotta subacquea passa tra due stabilimenti balneari di Apani. Il confine con la riserva marina di Torre Guaceto è vicinissimo. In fondo, non cambierebbe molto ma forse tale soluzione metterebbe tutti d’accordo. Il problema sono i tempi e soprattutto la fattibilità dell’operazione.

 

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