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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Bufalaria, Magli a Ferrarese: “Chiarisca”

BRINDISI - Querelle sui depuratori: Massimo Ferrarese glissa sull’impianto di Carovigno e rilancia quello di Mesagne. Il presidente della Provincia di Brindisi ha infatti inviato una lettera al presidente della Regione Puglia, all’amministratore unico dell’Acquedotto pugliese ed al presidente dell’Ato Puglia per chiedere la convocazione di una riunione urgente finalizzata ad individuare una soluzione tecnica che consenta una efficace gestione dell’impianto di affinamento delle acque reflue realizzato a Mesagne. Quale sia, invece, il destino dell’impianto intercomunale di Bufalaria resta un mistero alla luce del niet pronunciato ieri dallo stesso numero uno dell’Amministrazione provinciale. Il sindaco di San Vito: "Così rischiano di saltare finanziamenti ed opere".

BRINDISI - Querelle sui depuratori: Massimo Ferrarese glissa sull’impianto di Carovigno e rilancia quello di Mesagne.  Il presidente della Provincia di Brindisi ha infatti inviato una lettera al presidente della Regione Puglia, all’amministratore unico dell’Acquedotto pugliese ed al presidente dell’Ato Puglia per chiedere la convocazione di una riunione urgente finalizzata ad individuare una soluzione tecnica che consenta una efficace gestione dell’impianto di affinamento delle acque reflue realizzato a Mesagne. Quale sia, invece, il destino dell’impianto intercomunale di Bufalaria resta un mistero alla luce del niet pronunciato ieri dallo stesso numero uno dell’Amministrazione provinciale.  Il sindaco di San Vito: "Così rischiano di saltare finanziamenti ed opere".

Su Mesagne, la posizione della Provincia è netta: “Tale impianto è stato completato nel 2002 ed ha richiesto l’impiego di circa 14 milioni di euro (fondi Interreg II Italia – Grecia per la protezione dell’ambiente marino). Da quel momento non è mai entrato in funzione a causa delle difficoltà riferite alla gestione della struttura. Le numerose riunioni effettuate con Acquedotto Pugliese, Regione Puglia e Ato Puglia non hanno sortito alcun effetto e quindi la Provincia continua a farsi carico delle spese di manutenzione e di guardiania”.

“E non è tutto. L’Ente locale brindisino - aggiunge Ferrarese - ha realizzato anche una rete irrigua di distribuzione delle acque affinate, così come ha chiesto un ulteriore finanziamento di un milione e mezzo di euro per adeguamenti dell’impianto e per collegarlo ai depuratori di Ceglie Messapica, Francavilla Fontana, Latiano e Mesagne. Sta di fatto, però, che l’Acquedotto Pugliese si è sempre sottratto alla presa in carico dello stesso impianto dichiarando una “non convenienza economica”.

Ma c’è di più. Nella comunicazione odierna, il presidente Ferrarese ha rimarcato che la finalità principale dell’impianto di affinamento era e rimane quella di mitigare l’effetto della utilizzazione di risorse idriche sotterranee, evidenziando altresì “la non compatibilità dello scarico di reflui (rivenienti dagli impianti depurativi di Ceglie, Francavilla, Latiano e Mesagne) con le caratteristiche ambientali del Canale Reale e quindi, di conseguenza, con l’oasi di Torre Guaceto”.

“Proprio per questo – ha concluso Ferrarese nella nota inviata a Vendola e Monteforte - l’attivazione dell’impianto di affinamento di Mesagne deve rappresentare una priorità per il territorio brindisino onde evitare che si continui a perpetrare uno spreco di ingenti risorse pubbliche, con conseguenti danni ambientali per il territorio”.

Tutto chiaro. Ma fatte le premesse e tirate le conclusioni, resta un interrogativo gigante: l’impianto intercomunale destinato a servire i Comuni di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino e che le comunità reclamano da anni, si farà?

“L’Acquedotto Pugliese deve sapere che non autorizzeremo il depuratore di Carovigno”, ha tagliato corto ieri il presidente. Ma il sindaco di San Vito dei Normanni, Alberto Magli, non ci sta e chiede a Ferrarese di fare chiarezza: “Il problema è complesso e il presidente farebbe bene ad essere più chiaro. La Provincia, in sede di modifica progettuale del nuovo impianto, aveva garantito che in attesa della realizzazione della condotta sottomarina, avrebbe autorizzato l’attivazione del nuovo depuratore”.

“Con questa nuova sortita cosa vuol dire? La Provincia intende rimangiarsi il proprio impegno negando l’autorizzazione temporanea? Oppure si sta opponendo al nullaosta definitivo? Va da sè che anche per quanto attiene i collegamenti, oggetto di modifica progettuale e quindi  tuttora in fase di ultimazione per quanto attiene San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, il rischio è che il dietrofront della Provincia andrebbe a compromettere tutto: finanziamenti e completamento delle opere”.

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