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Giovedì, 30 Novembre 2023
Ambiente

“Difendiamoci dalle Trivelle”

BRINDISI – “Nemmeno il tempo di fronteggiare un'emergenza (torce del petrolchimico) e già occorre mobilitarsi per contrastarne un'altra. La nuova iattura si chiama “"Fpso", "Floating Production Storage and Offloading" ovvero la sciagurata volontà di trivellare il nostro mare per l'estrazione petrolifera su iniziativa di Eni/Saipem. Ancora una svendita: dopo la costa, il porto e ora il nostro mare”.

BRINDISI ? ?Nemmeno il tempo di fronteggiare un'emergenza (torce del petrolchimico) e già occorre mobilitarsi per contrastarne un'altra. La nuova iattura si chiama ?"Fpso", "Floating Production Storage and Offloading" ovvero la sciagurata volontà di trivellare il nostro mare per l'estrazione petrolifera su iniziativa di Eni/Saipem. Ancora una svendita: dopo la costa, il porto e ora il nostro mare?.

Il Comitato No al Carbone pronto a scendere in piazza contro le ricerche petrolifere al largo della costa brindisina. Nonostante l?opposizione manifestata nelle sedi amministrative e giuridiche dai Comuni del Brindisino, in prima linea contro le autorizzazioni rilasciate dal ministero dell?Ambiente,  le compagnie petrolifere non si arrendono. Così gli ambientalisti sono pronti a dare nuovamente battaglia sul tema.

?Per i profitti miliardari del gruppo Eni ? scrivono i rappresentanti del Comitato - ci esponiamo al rischio di un incidente come quello verificatosi lo scorso anno nel golfo del Messico su una piattaforma della BP o quello di pochi giorni fa nel mare della Scozia su una piattaforma Shell. Due dei più noti incidenti che hanno inquinato centinaia di chilometri quadrati di mare mettendo in ginocchio attività economiche legate alla pesca ed al turismo?.

Gli scenari sono foschi ed i toni tornano dunque a farsi duri: ?Qualcuno ha deciso che a Brindisi si può fare tutto e che lo si può fare ignorando completamente la popolazione che in più occasioni ha chiesto un cambio di marcia verso un modello di sviluppo che traguardi scenari produttivi diversi da quelli che per decenni hanno imperato portando soltanto distruzione, veleni e morti?.

Da qui l?appello e una richiesta di chiarimenti: ?Vogliamo conoscere con estrema urgenza quali sono gli intendimenti al riguardo delle amministrazioni locali, Comune ora Commissariato, Provincia e Regione Puglia. Allo stesso tempo esprimiamo la nostra contrarietà a questo ennesimo scempio contro il quale siamo pronti a forti e incisive azioni di protesta, chiedendo l?appoggio dell?intera cittadinanza. Lo abbiamo ripetuto in altre occasioni e lo ribadiamo anche oggi: il tempo della svendita è finito, Brindisi ripudia questi signori del potere e del denaro che credono di poter comprare il nostro territorio. Non siamo pedine sul vostro scacchiere ma cittadini che difendono la propria città?.

Sull?argomento interviene anche il consigliere comunale uscente Francesco Cannalire (Alleanza per l?Italia): ?Mi fa specie pensare ancora oggi a società che incuranti dei limiti imposti da vari trattati internazionali continuano a fare del commercio petrolifero il loro scopo principale senza tener conto delle nuove frontiere tecnologiche che permettono l?approvvigionamento energetico in maniera totalmente diversa, più pulita e sicuramente più ecosostenibile. Per questo il Comune dovrebbe valutare la possibilità di avanzare entro i prossimi sessanta giorni delle osservazioni in modo da fermare uno scempio che si vuole consumare nel nostro mare, a tutela della nostra costa e di tutto il territorio".

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