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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente Ceglie Messapica

E il Comune perde la causa sugli sportelli dei contatori

CEGLIE MESSAPICA – Una battaglia che va avanti da mesi e che si è conclusa l’altro giorno dinanzi alla quarta sezione del Consiglio di Stato. Una battaglia che una signora di Ceglie, M. Z., ha dovuto intraprendere per ottenere il diritto a far dotare un suo locale situato nel centro storico di Ceglie dell’impianto del gas e del contatore per la fornitura di energia elettrica. Locale che la titolare si è impegnata a dare in affitto ad alcuni giovani nel quale intendono aprire un ritrovo.

CEGLIE MESSAPICA – Una battaglia che va avanti da mesi e che si è conclusa l’altro giorno dinanzi alla quarta sezione del Consiglio di Stato. Una battaglia che una signora di Ceglie, M. Z., ha dovuto intraprendere per ottenere il diritto a far dotare un suo locale situato nel centro storico di Ceglie dell’impianto del gas e del contatore per la fornitura di energia elettrica. Locale che la titolare si è impegnata a dare in affitto ad alcuni giovani nel quale intendono aprire un ritrovo.

Ma sono mesi che questa signora combatte per poter fare installare i due impianti contro un Comune che, alla faccia della rivitalizzazione del centro storico con iniziative commerciali destinate ad attirare gente (basterebbe vedere la vicina Cisternino per capire cosa vuol dire dare linfa vitale ad un borgo antico) ha frapposto mille problemi di essendo la zona tutelata dalla legge del 1999 perché di particolare interesse storico, culturale e paesaggistico.

E quindi vincolata al nulla osta della commissione comunale ambientale e paesaggistica che si è insediata solo nel maggio scorso a seguito della legge regionale del 2009 che ha delegato ai Comuni un onere che dal 2004 era a suo carico. In quell’anno il ministero dell’Ambiente aveva emanato il Codice dell’ambiente, delegando alle Regioni il controllo, con delega, sempre alle Regioni, di demandare ai Comuni.

La signora in questione, poiché tale commissione non si era insediata, ha presentato la Dia (Dichiarazione inizio attività) e quindi ha avviato i lavori di ristrutturazione del locale e ha ricavato sulla parte esterna le nicchie per i contatori del gas e dell’Enel, da chiudere con pannelli in metallo ricoperti di pietra, in modo da salvaguardare la facciata. Un lavoro necessario, perché mentre il contatore Enel può essere allocato all’interno, quello del gas deve necessariamente essere sistemato all’esterno.

Un lavoro gradevole perché, unico in tutto il centro storico, ad avere gli sportelli ricoperti di pietra e quindi invisibili. Al contrario di tutto il resto del borgo antico che ha in bella vista sportelli in metallo grezzo e scuro. Un pugno nello stomaco dei cultori dell’estetica. Persino la Biblioteca comunale ha quegli incredibili e indecorosi sportelli. Ma, a quanto pare, quando qualcuno decide di fare le cose perbene, arrivano i problemi.

L’Ufficio tecnico blocca i lavori e non c’è niente da fare per poterli riprendere. La proprietaria si affida all’avvocato Anna Bufano e presenta ricorso al Tar, il quale lo respinge ritenendo che il Comune abbia ragione nel sospendere i lavori.Il ricorso  al Consiglio di Stato è d’obbligo. M. Z. è rappresentata dall’avvocato Maria Antonietta Spalluti, mentre il Comune si affida all’avvocato Franco Larocca, che a sua volta si fa rappresentare dal domiciliatario romano Stefano Palma.

L’avvocato Spalluti, nella discussione di fronte alla Quarta sezione, tra le altre cose, fa notare che il provvedimento di sospensione dei lavori emesso dal Comune ha perso efficacia in quanto sono decorsi i quarantacinque giorni previsti dalla legge. Motiva il Consiglio di Stato: “Atteso che il provvedimento di sospensione dei lavori ha perso efficacia per decorso del termine di 45 giorni (ex dpr n.380/2001), conseguentemente rilevata l’insussistenza di un danno attuale derivante dal provvedimento stesso”.

Spese compensate e lavori che la ricorrente potrà riprendere per portarli a termine. Probabilmente con un po’ di buonsenso e magari un approfondimento della vicenda si sarebbero potute evitare due cause.

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