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"Ecco perchè la Brindisi Lng continua a sbagliare tutto"

Non so se l’impianto di rigassificazione a Brindisi arriverà ad essere realizzato e se potrà avere quell’impatto economico e sociale che già da anni si ipotizza e che, in questi ultimi giorni, è stato così pubblicizzato. Magari darà quell’auspicata boccata di ossigeno occupazionale di cui questo territorio ha ormai disperatamente bisogno, o magari sarà l’ennesima chimera che porterà i nostri disillusi disoccupati a inveire contro tutto e contro tutti.

BRINDISI - Proseguono gli interventi sul progetto del rigassificatore di Brindisi. Oggi BrindisiReport.it pubblica integralmente una dichiarazione del segretario generale della Cgil di Brindisi, Michela Almiento. La Cgil brindisina, lo ricordiamo, non è contraria in via pregiudiziale all'impianto, ma è contraria invece alla scelta del sito di Capo Bianco, ed è molto critica sulle lacune dell'iter autorizzativo, e non condivide alcune "certezze assolute" di altri attori della vicenda, incluse Cisl e Uil, circa l'impatto favorevole dell'operazione sull'economia locale.

Non so se l’impianto di rigassificazione a Brindisi arriverà ad  essere realizzato e se potrà avere quell’impatto economico e sociale che già da anni si ipotizza e che, in questi ultimi giorni, è stato così pubblicizzato. Magari darà quell’auspicata boccata di ossigeno occupazionale di cui questo territorio ha ormai disperatamente bisogno, o magari sarà l’ennesima chimera che porterà i nostri disillusi disoccupati a inveire contro tutto e contro tutti.

Sicuramente l’impatto mediatico, nel bene e nel male, continua ad essere molto forte. Intanto, il fatto  che la vicenda si sia così prolungata nel tempo ha sicuramente danneggiato il territorio. Ciò per vari motivi. Provo a fare qualche esempio. Le Istituzioni, nel far giustamente valere le ragioni di scelte diverse per quella zona del porto, di fatto non possono prendere decisioni altre se non eliminano la servitù dell’eventuale impianto; gli investitori economici, nell’incertezza che regna sovrana, preferiscono guardare altrove piuttosto che impegnare risorse a Brindisi. Anche il clima di tensione ricreato nell’ultimo mese tra chi è a favore e chi è contrario alla costruzione dell’impianto di  rigassificazione non aiuta questo territorio: le Istituzioni e i diversi portatori d’interesse  faticano ad attuare  quel lavoro sinergico necessario per condividere un programma di sviluppo che, qualche mese fa, sembrava quasi possibile.

Credo che, di fatto, i tempi che si stanno protraendo oltre misura, sono per tutti quanti noi la vera iattura. Tempi che non sono dovuti, come sappiamo, esclusivamente alla lentezza del complesso iter autorizzativo italiano, in questi casi anche giustificato, visto che parliamo di un impianto industriale  che si vuole allocare in un’area, come quella che comprende punta Capo Bianco,  a rischio di incidente rilevante. Ma molte delle responsabilità sui tempi sono a mio avviso della LNG. L’azienda avrebbe potuto affrontare con la serietà dovuta l’iter procedurale, senza cercare scorciatoie ancora oggetto d’indagine, avrebbe potuto considerare uno studio di fattibilità per un altro sito, una volta analizzate le caratteristiche del nostro porto, che, essendo promiscuo nelle attività è ancora più complesso  asservire a singole specificità. Attività, comunque, che non possono essere imposte da un’azienda privata agli Enti, che hanno invece la responsabilità di scelte e decisioni che guardino all’interesse generale e non di pochi.

Anche riguardo l’ultima istruttoria, l’azienda avrebbe potuto prendere un po’ più sul serio le richieste d’integrazione  da parte del Ministero dell’Ambiente, se è vero che  non c’è un aggiornamento del Nof (Nulla Osta di Fattibilità) per quanto era prescritto,  e, cioè, che doveva considerare il nuovo Piano di Emergenza Esterna della Prefettura di Brindisi.  Questo porterà ad ulteriori ritardi e la storia del rigassificatore continuerà a condizionare tutti noi.

Quindi di errori la LNG sembra che continui a farne. Ma ciò che è, a mio avviso, quanto meno singolare è che addirittura l’azienda, attraverso il suo referente locale, l’Ing. Monteleone, parli, come è successo nel corso di una trasmissione tv, delle vicende che finora hanno riguardato l’impianto,  come di “leggende metropolitane” quasi a dire che l’azienda abbia subito chissà quali ingiustizie. I cittadini di questo territorio, non fosse altro per quanto  prima evidenziato, meriterebbero delle scuse, ma mi sembra veramente inopportuno farli passare per degli sprovveduti.

Al di là di come andrà a finire, credo che tutti, Enti e soggetti territoriali  sostenitori del no a Capo Bianco, meritino rispetto. Rispetto soprattutto quando esprimono dissenso e opinioni in nome  della valorizzazione  del territorio, e in questo caso dello sviluppo del porto, e della tutela della salute e della sicurezza. E in termini di sicurezza, spero che l’ing. Monteleone convenga, non si possono fare sconti a nessuno. E sul tema della sicurezza, vorrei precisare che non credo di entrare in contraddizione, così come da lui affermato in trasmissione, nel sostenere che l’impianto di rigassificazione, così come altri impianti regolati da leggi come la cosiddetta Legge Seveso, può diventare pericoloso se non si tiene conto del rischio di “contesto”, che a Brindisi è alto. Quindi ho solo richiamato principi che sottendono agli stessi vincoli posti dalle norme in materia di sicurezza. Spero che l’ing. Monteleone non voglia, pregiudizialmente, asserire che l’impianto di rigassificazione è sicuro in maniera  assoluta! Se così fosse, sarebbe preoccupante, dato che a sostenerlo sarebbe un tecnico.

Infine, a proposito dell’incidenza dell’impianto sullo sviluppo del porto, invito l’Ing. Monteleone a richiedere alla sua stessa società gli esiti di un incontro svolto anni addietro presso la nostra sede CGIL di Brindisi. In quella occasione, dal confronto tra qualificati pareri tecnici offerti dalle parti, emerse che, in realtà, l’impedimento alla normale movimentazione nel porto fosse temporalmente più significativo rispetto alle due ore settimanali da lui quantificate, sempre nel corso della trasmissione citata. Se, comunque,  consideriamo che, dai documenti forniti, non è ancora chiaro di quante navi gasiere parliamo e di quali dimensioni effettivamente avranno, diventa anche più difficile esprimere valutazioni quantomeno realistiche. Sappiamo tutti che i dati  indicati non possono essere variabili negli atti, se si  tiene conto che questi incidono  sulle autorizzazioni.

Tengo a precisare, infine, che, oltre alle Istituzioni, che devono farlo per competenza,  anche i diversi soggetti territoriali coinvolti nella vicenda hanno diritto di esprimere tesi e opinioni, anche contrapposte. Ma la LNG  dovrebbe ormai  sforzarsi di non  sottovalutare che le inesattezze nei dati,  gli errori di percorso e certi atteggiamenti intransigenti poco si addicono a chi dovrebbe invece convincere i cittadini di un territorio della bontà di un progetto che buona parte di loro vive come imposto dalle solite logiche di potere. Ciò nel rispetto di tutti.

*Segretario Generale Cgil Brindisi

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