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"Edipower decide sulla nostra testa"

BRINDISI - Il Partito democratico continua ad avere due distinte posizioni su alcune scelte che riguardano l'industria, ad esempio quella di Matteo Colaninno responsabile nazionale delle politiche industriali e quella ufficiale del partito a Brindisi sulla questione del rigassificatore della British Gas, e sugli interventi della magistratura, oppure è l'intervista apparsa ieri su un quotidiano regionale a confondere le acque? Nel dubbio, ci pensa il sindaco Mimmo Consales a confermare alcuni indirizzi, che sono anche quelli della giunta comunale in carica.

BRINDISI - Il Partito democratico continua ad avere due distinte posizioni su alcune scelte che riguardano l'industria, ad esempio quella di Matteo Colaninno responsabile nazionale delle politiche industriali e quella ufficiale del partito a Brindisi sulla questione del rigassificatore della British Gas, e sugli interventi della magistratura, oppure è l'intervista apparsa ieri su un quotidiano regionale a confondere le acque? Nel dubbio, ci pensa il sindaco Mimmo Consales a confermare alcuni indirizzi, che sono anche quelli della giunta comunale in carica.

Consales oggi infatti ricorda a Edipower che la città non accetterà decisioni imposte da Milano senza consultazione con i governi locali: “La città di Brindisi non è più disposta a subire decisioni da parte di gruppi industriali che pensano di poter decidere sulla testa dei cittadini senza dar conto dei propri comportamenti”, è la risposta del sindaco Mimmo Consales. “L’esempio eclatante è rappresentato dagli attuali proprietari della centrale elettrica ex Edipower-Brindisi Nord, i quali hanno deciso di riprendere l’attività della centrale senza confrontarsi con il territorio".

Circa la decisione di A2A (nuova proprietaria), il sindaco dice ancora: "Quell’impianto, è bene ribadirlo con estrema chiarezza, è obsoleto e quindi destinato inevitabilmente ad essere definitivamente dismesso.  Edipower ha avuto, negli anni scorsi, la possibilità di riconvertirlo a gas, ma ha pensato bene di non investire un euro in interventi di ambientalizzazione che avrebbero costituito l’unica seria garanzia per la salute dei cittadini ed una assicurazione sul futuro produttivo della stessa centrale. Per anni, con il colpevole silenzio di gran parte degli attori di questo territorio, Edipower ha continuato a bruciare milioni di tonnellate di carbone, provocando conseguenze per l’ambiente che sono sin troppo evidenti".

Il passaggio di gestione dopo il riassetto di Edison non ha mutato le politiche per Brindisi: "Oggi è cambiata proprietà, ma evidentemente non si è modificato il sistema comportamentale. Scopriamo che si torna a produrre solo per l’arrivo in porto di una nave carboniera. Nessuno pensi, a questo punto, di poter continuare a provocare gravissimi danni ambientali con il semplice ricatto occupazionale. Se la nuova proprietà ha un piano industriale serio e credibile venga a proporlo alle Istituzioni locali. In tal modo, si potranno programmare tempi e sistemi di dismissione dell’impianto. In caso contrario, il Comune di Brindisi sarà in prima fila nel rispetto che è dovuto ai cittadini ed al nostro territorio".

"Questo argomento – conclude il sindaco Consales – sarà oggetto di un opportuno approfondimento consiliare, ma nessuno pensi, nel frattempo, di provocare divisioni con le forze politiche proponendo solo sulla carta nuovi investimenti per poter continuare a sfruttare il nostro territorio così come è avvenuto negli ultimi decenni. La città saprà affrontare con maturità ed intelligenza tutte le tematiche ambientali riconquistando il protagonismo delle proprie scelte per troppo tempo demandato a tavoli decisionali ben lontani da Brindisi”.

L'avvertimento a Edipower arriva da una città dove il nodo del ruolo suppletivo della magistratura nelle questioni ambientali si è manifestato molto prima della recente vicenda di Taranto. Procedendo in senso cronologicamente contrario, i recenti 15 rinvii a giudizio per la dispersione delle polveri del carbonile di Enel Cerano; il sequestro e blocco di due caldaie della centrale interna della raffineria di zucchero della Sfir; il sequestro e fermo di alcune linee produttive dello stabilimento farmaceutico di Sanofi Aventis; il sequestro della linea delle torce di emergenza di Polimeri Europa e di Basell nel petrolchimico; la confisca della colmata destinata al rigassificatore della British Gas.

Quella che Colaninno definisce nell'intervista messaggi negativi agli investitori esteri e azzeramenti del kow-how sono in realtà circostanze di violazione di legge ravvisati dal pm, confermati dal gip e talvolta anche dal riesame, cui la magistratura ha opposto non solo sequestri - che non hanno fermato le fabbriche - ma anche precise prescrizioni. Rientra in questa categoria anche l'azione sui fenomeni di aggiramento delle norme nel settore degli impianti fotovoltaici, dove giocando sulle maglie larghe della vecchia normativa regionale molte società hanno dribblato anche l'obbligo della Via frazionando artificiosamente le dimensioni degli insediamenti.

Nel caso di Edipower, va detto che la società ha ricambiato le agevolazioni numerose che ha ricevuto a Brindisi ritirando il piano industriale originario. Le agevolazioni consistono nell'uso della banchina di Costa Morena Est come ormeggio per le carboniere che alimentano la centrale: carbone che viene scaricato su camion e trasportato dagli stessi sino alla termoelettrica, quindi con le immaginabili dispersioni di polveri di cui non si conosce l'entità perchè non conosciamo i dati della centralina posta in quel punto. Non si sa ufficialmente neppure se la società paghi per la concessione della banchina e quanto (inizialmente l'uso era gratuito), mentre è certo che a differenza di Enel che ha sul molo carbone scaricatori automatici la tecnologia applicata alle carboniere Edipower è ben diversa. Di quali know-how perduti parla Colaninno?

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