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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente

Emergenza rifiuti dietro l'angolo

BRINDISI – "Tal quale", (il rifiuto indifferenziabile non trattato) altolà. E’ l’ultimatum che il governatore Nichi Vendola sta per inviare e per Brindisi, unico comune in Puglia, dietro l’angolo, pronta l’emergenza. E non perché il presidente della Regione sia un pessimo tempista, ma perché tutti lo sapevano già, solo Brindisi non ha saputo adeguarsi per tempo. Il paradosso è che da Francavilla Fontana, Oria e altri 7 comuni vicini – raggruppati dall’Ato (Ambito territoriale) Brindisi/2 – depositare la mondezza nella discarica del Comune capoluogo non sarà un problema, tranne che per gli undici comuni che ricadono nell’Ato Brindisi 1. Brindisi, in pratica non potrà scaricare il suo rifiuto sotto il proprio sedere perché la differenziata non ha raggiunto livelli accettabili per legge, al contrario dei suoi vicini.

BRINDISI – "Tal quale" (il rifiuto indifferenziabile e non trattato), altolà. E’ l’ultimatum che il governatore Nichi Vendola sta per inviare e per  Brindisi, unico comune in Puglia, dietro l’angolo, pronta l’emergenza. E non perché il presidente della Regione sia un pessimo tempista, ma perché tutti lo sapevano già, solo Brindisi non ha saputo adeguarsi per tempo. Il paradosso è che da Francavilla Fontana, Oria e altri 7 comuni vicini – raggruppati dall’Ato (Ambito territoriale) Brindisi/2 – depositare la mondezza nella discarica del Comune capoluogo non sarà un problema, tranne che per gli undici comuni che ricadono nell’Ato Brindisi 1. Brindisi, in pratica non potrà scaricare il suo rifiuto sotto il proprio sedere perché la differenziata non ha raggiunto livelli accettabili per legge, al contrario dei suoi vicini. Ed il commissario prefettizio Bruno Pezzuto ha chiamato a raccolta tutti i sindaci dei comuni che ricadono nell’Ato Brindisi 1 per affrontare il dilemma: “Acquistare o affittare un trito vagliatore?”, è questo il problema, altro che “essere o non essere”. I contorni del dilemma non sono ancora noti, ma gira voce che costerebbe 500 mila euro solo l’affitto, probabilmente al mese, di un’apparecchiatura del genere. I costi dell’acquisto non sono noti, talmente risulterebbero spaventosi. Per quale motivo Brindisi si trova davanti a questa infausta prospettiva? Perché come lamentava “l’Uomo col Megafono” – quel rompiscatole dell’ex consigliere del Pd Enzo Albano – Brindisi, pur essendo quasi totalmente in grado, non ha nemmeno gli  impianti idonei a completare il ciclo dei rifiuti.

“Nonostante – diceva Albano - l’impianto di  produzione di Cdr (Combustibile da rifiuti), collaudato nel luglio 2004 e mai entrato in funzione, sia costato circa 23 miliardi di lire per la sua realizzazione, ai quali si sono aggiunti  negli anni altri 2,8 milioni di euro circa (5,5 miliardi di lire)  per la  manutenzione e custodia”. Almeno fino ad a maggio dello scorso anno, quando l’allarme fu lanciato, cosa hanno fatto i super pagati tecnici del Comune per scongiurare il pericolo? Si avvera la profezia lanciata qualche mese dopo da Luca Screti, responsabile della Nubile srl, in piena emergenza calcio che già, da attento operatore del settore e gestore della discarica comunale di Autigno, conosceva il provvedimento in itinere.

L’emergenza scatterà dal prossimo 21 gennaio perché da quella data l'Ato Brindisi/1 non potrà più conferire in discarica il “tal quale”, cioè il rifiuto non differenziato. Lo ha prescritto il presidente Vendola con un decreto di qualche ora fa. Un decreto scritto ad hoc per Brindisi, l'unico Ato in tutta la regione che non ha completato l'impiantistica dei rifiuti. O meglio c'è l’ha ma senza che nessuno che la utilizzi. Il presidente dell'Ato Br/1, l'allora sindaco Mennitti, era stato sollecitato da circa un anno sulla necessità di trovare una soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti. La patata bollente è ora nelle mani del commissario prefettizio Bruno Pezzuto che, non sapendo che pesci pigliare, ha convocato un incontro urgente con gli altri sindaci componenti dell'Ato.

“Dal 21 non potremo più conferire in discarica senza prima triturare i rifiuti. Abbiamo bisogno di un trito vagliatore - spiega Pezzuto - dobbiamo valutare se acquistarlo o affittarlo ma parliamo di cifre altissime”. Dalla Regione suggeriscono l'affitto visto che è partita la gara per la gestione degli impianti di Cdr e biostabilizzazione che risolveranno in parte il problema, poi subentrerà il problema del costo di dove andare a smaltire il Cdr. Pezzuto precisa però che ci vorrà del tempo, perchè una volta affidato l'appalto bisognerà adeguare gli impianti. Il problema del divieto di conferire in discarica si presenta solo per l'Ato Br1 che ha raggiunto solo il 32 per cento di raccolta differenziata, la questione non tocca l'Ato Br/2 che pur scaricando sempre ad Autigno, in un anno con la differenziata ha raggiunto il 51 per cento. Chiunque si candidi a sindaco ha una bella gatta da pelare. Sebbene l’ex sindaco Giovanni Antonino decretò, all’epoca del suo mandato, l’aliquota massima in termini di prelievo fiscale dalle tasche dei brindisini, non c’è limite al peggio, perché il costo della Tarsu (tariffa sui rifiuti solidi urbani) potrebbe aumentare non è noto fino a quanto. Ovviamente fino alla opertura dei costi da parte degli abitanti di Brindisini, Ostuni, Fasano, Mesagne, Torchiarolo, San Pietro, San Donaci, San Pancrazio, Carovigno, San Vito dei Normanni e Cellino San Marco.

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