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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Emissioni locali, Cerano inquina mille volte meno dell'Ilva

BRINDISI – Emissioni della centrale di Cerano tutte nei limiti di legge, dice l’Arpa Puglia in una sua relazione riguardante misurazioni sui fumi del gruppo 3 della “Federico II” effettuati il 26 gennaio e il 10 febbraio, (quindi prima che l’impianto andasse in manutenzione straordinaria). Inoltre, tra il 17 e il 23 giugno sempre l’Arpa ha effettuato la misurazione delle concentrazioni di radioattività sia nell’aria che nei terreni soggetti a ricaduta del particolato emesso dalla stessa centrale Enel. La campagna di è svolta nell’ambito della convenzione triennale sottoscritta il 6 febbraio 2008 tra Arpa Puglia e Provincia di Brindisi (amministrazione Errico) per l’attuazione del Piano territoriale di tutela ambientale (Ptta).

BRINDISI – Emissioni della centrale di Cerano tutte nei limiti di legge, dice l’Arpa Puglia in una sua relazione riguardante misurazioni sui fumi del gruppo 3 della “Federico II” effettuati il 26 gennaio e il 10 febbraio, (quindi prima che l’impianto andasse in manutenzione straordinaria). Inoltre, tra il 17 e il 23 giugno sempre l’Arpa ha effettuato la misurazione delle concentrazioni di radioattività sia nell’aria che nei terreni soggetti a ricaduta del particolato emesso dalla stessa centrale Enel. La campagna di è svolta nell’ambito della convenzione triennale sottoscritta il 6 febbraio 2008 tra Arpa Puglia e Provincia di Brindisi (amministrazione Errico) per l’attuazione del Piano territoriale di tutela ambientale (Ptta).

La misurazione delle emissioni è avvenuta attraverso una bocchetta posta a 68 metri di altezza, rilevando un flusso orario di 2.149.591 metri cubi di fumi. “Le concentrazioni dei metalli ricercati, di IPA (idrocarburi policiclici aromatici), PCDD/Fs (diossine) e di PCB (policlorobifenili) sono risultati inferiori ai valori limite emissivi previsti dalla normativa (D.lgs. 152/2006); le polveri totali non hanno un valore limite su base oraria”, fa sapere l’Arpa nella sua relazione.

La concentrazione di polveri totali (microgrammi per metro cubo) “ rilevata nei fumi, secondo la norma UNI EN 13284/2003, è risultata pari a 34 mg/Nm3, normalizzata e riferita all’ossigeno (che per tale tipologia di impianto è pari al 6%) e ai fumi secchi. L’autorizzazione ad oggi vigente per ENEL per il parametro polveri – spiega l’Arpa -si riferisce alla media mobile sulle 720 ore ed è pari a 50 mg per metro cubo, sui gas normalizzati, secchi e riferiti al 6 % di ossigeno. Le polveri totali sono monitorate in continuo da Enel, come avviene per gli ossidi di azoto e di zolfo e per il monossido di carbonio, mediante Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME) e trasmesse al Ced di Arpa Puglia”.

Anche tutti i parametri rilevati per le concentrazioni di Argento, Alluminio, Arsenico, Boro, Bario, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromo, Rame, Ferro, Manganese, Molibdeno, Nichel, Piombo, Antimonio, Selenio, Stagno, Stronzio, Tellurio, Tallio, Uranio, Vanadio, Zinco, sono nettamente inferiori ai limiti. Riguardo diossine e policlorobifenili, “non va, in ogni caso, dimenticato che le emissioni di Enel sono circa 1000 volte inferiori, in termini di concentrazione, rispetto a quelle dell'impianto di sinterizzazione dell’Ilva di Taranto”, ricorda l’Arpa nella relazione di sintesi.

Ma “nonostante le concentrazioni di diossine e PCB nelle emissioni a camino siano risultate di entità molto più bassa rispetto ad altre sorgenti emissive presenti nella regione (circa tre ordini di grandezza inferiori rispetto all'impianto di sinterizzazione Ilva di Taranto, l'elevata portata in uscita al camino fa sì che le emissioni di massa in un anno di PCDD/F e PCB siano superiori rispetto alle cosiddette soglie di rilevanza, che fanno scattare l'obbligo di dichiarare i quantitativi emessi di tali sostanze”, aggiunge l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.

Riguardo la “campagna di campionamento della matrice suolo e di volumi di aria al fine della determinazione della eventuale radioattività connessa alla ricaduta dei combusti della centrale termoelettrica e al fine di valutare l’esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti imputabile alle emissioni della centrale a carbone di Brindisi Cerano”, Arpa spiega di aver prelevato dieci campioni di terreno, mentre per le concentrazioni in atmosfera ha utilizzato i campioni di particolato assorbiti dai filtri delle centraline di Torchiarolo, Mesagne e S.Pietro Vernotico. “Le analisi di spettrometria gamma sui terreni sono in corso ed i risultati saranno comunicati non appena disponibili”, dice l’Arpa. Mentre per quanto riguarda la radioattività nel particolato atmosferico “la concentrazione dei radionuclidi di origine naturale 40K e dei discendenti di 238U e 232Th non presenta variazioni significative rispetto alla centralina di prelievo”.

“La stima di dose alla popolazione derivante da centrali a carbone italiane è stata effettuata in diversi studi scientifici (tra cui quello della ex Apat, oggi Ispra, ndr). Tra le centrali a carbone oggetto di studio vi è anche la centrale Enel di Brindisi. Tali studi concludono che le dosi alla popolazione, sia le individuali che le collettive, sono modeste, e che il maggior contributo alla dose alla popolazione residente nelle vicinanze delle centrali, è dato dall’inalazione dalla nube (circa il 50%), e dall’ingestione (circa il 40%)”.

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