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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Energie rinnovabili, Losappio critico sulla sentenza

BARI – La Corte Costituzionale nella sua sentenza numero 119 del 2010 –depositata il 26 marzo- ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, commi 1, 2 e 3, della legge della Regione Puglia 21 ottobre 2008, n. 31 (Norme in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili e per la riduzione di immissioni inquinanti e in materia ambientale); l’illegittimità costituzionale dell’art. 3, commi 1 e 2, della citata legge della Regione Puglia n. 31 del 2008.

BARI – La Corte Costituzionale nella sua sentenza numero 119 del 2010 –depositata il 26 marzo- ha dichiarato  l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, commi 1, 2 e 3, della legge della Regione Puglia 21 ottobre 2008, n. 31 (Norme in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili e per la riduzione di immissioni inquinanti e in materia ambientale); l’illegittimità costituzionale dell’art. 3, commi 1 e 2, della citata legge della Regione Puglia n. 31 del 2008.

Ma ha anche dichiarato  inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’art. 4 della legge della Regione Puglia n. 31 del 2008, sollevata, in riferimento all’art. 117, terzo comma, della Costituzione, con il ricorso indicato in epigrafe, e non  fondate le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 1 e 7, comma 1, della stessa legge della Regione Puglia n. 31 del 2008, sollevate, in riferimento agli artt. 117, terzo comma, 3 e 41, della Costituzione, con il ricorso del la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’assessore regionale uscente, Michele Losappio, ha così commentato la decisione: “La sentenza della Suprema Corte determina disorientamento nella valutazione delle sue motivazioni.  La Corte riconosce la inosservanza del governo nazionale rispetto ai propri compiti e stigmatizza l’assenza di linee guida e di indirizzo per il territorio ma, di fronte a cotanta inerzia,  considera improprio l’intervento delle Regioni”, sostiene l’ex assessore all’Ambiente, passato poi al Lavoro e Formazione professionale.

“La Corte esclude che la Regione possa tutelare le aree protette e le zone di maggior valore paesaggistico e naturalistico con la proibizione ad installare parchi eolici e fotovoltaici, ma conferma per le imprese –prosegue il fautore delle politiche energetiche della giunta Vendola- di passare attraverso la VIA e le Valutazioni di incidenza per ogni singolo progetto, determinando nei fatti un affaticamento per gli Uffici della Regione e delle Province che nella grande maggioranza dei procedimenti porterà comunque allo stesso risultato di diniego”.

“La Corte valorizza le energie alternative ma annulla la scelta della Regione di incrementarne la produzione attraverso la semplificazione delle procedure nelle aree  ammesse attraverso la semplice DIA fino a 1 megawatt mentre da oggi in poi si tornerà ai 0,020 megawatt. In sintesi –conclude Michele Losappio, avremo da un lato procedure più lente e complesse di tutela delle aree sensibili e dall’altro iter macchinosi e lunghi per la concessione delle autorizzazione nelle altre aree. Una complicazione di cui non si sentiva davvero il bisogno”.

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