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Eolico ad Apani, freno dalla Regione

BRINDISI – Il posto, dal loro punto di vista, i progettisti di Inprogest Energia Srl (Gruppo Abbondanza di Roma, anche edilizia e capannoni industriali) lo avevano scelto bene, sul lieve poggio che dalla ferrovia Bari-Brindisi guarda verso la costa di Apani. A sinistra, a pochissimi chilometri, il confine della riserva di Torre Guaceto, a due passi i canali Reale ed Apani, e poi un gruppo di masserie storiche e una zona di insediamenti rupestri. Ma alla Inprogest non interessava il panorama, bensì l’intensità media del vento per tutto l’arco dell’anno, che è in zona di 6,3 metri al secondo, circa 13 nodi, quella che nella scala Beaufort viene definita “brezza vivace”. Buona per fare girare con profitto le pale delle torri eoliche che l’azienda intende o intendeva piazzare in quel sito.

BRINDISI – Il posto, dal loro punto di vista, i progettisti di Inprogest Energia Srl (Gruppo Abbondanza di Roma, anche edilizia e capannoni industriali) lo avevano scelto bene, sul lieve poggio che dalla ferrovia Bari-Brindisi guarda verso la costa di Apani. A sinistra, a pochissimi chilometri, il confine della riserva di Torre Guaceto, a due passi i canali Reale ed Apani, e poi un gruppo di masserie storiche e una zona di insediamenti rupestri. Ma alla Inprogest non interessava il panorama, bensì l’intensità media del vento per tutto l’arco dell’anno, che è in zona di 6,3 metri al secondo, circa 13 nodi, quella che nella scala Beaufort viene definita “brezza vivace”. Buona per fare girare con profitto le pale delle torri eoliche che l’azienda intende o intendeva piazzare in quel sito.

La formula dubitativa è d’obbligo perché non si sa ufficialmente se Inprogest ha deciso di andare avanti dopo che la verifica di assoggettabilità a Via si è conclusa con una determina del 24 ottobre scorso, la numero 240 (che alleghiamo con un link a fondo articolo) firmata dal dirigente del Servizio ecologia, Antonello Antonicelli, in cui si stabilisce che l’azienda dovrà sottoporre il proprio progetto a Valutazione di impatto ambientale. A meno che non decida di ritirarlo. E al momento non c’è alcun progetto Apani tra quelli in fase di valutazione di impatto ambientale, stando ai dati riportati dal Portale ambiente della Regione Puglia.

Insomma, è la Regione che ha fissato i paletti e che è responsabile del procedimento, giusto per fare chiarezza dopo le varie interpretazioni circolate negli ultimi giorni. E nel caso Inprogest decidesse di sottoporre a Via il progetto Apani, e che ottenesse alla fine un parere favorevole, lo stesso non esclude che l’azienda debba procurarsi i pareri e le autorizzazioni anche degli altri soggetti interessati alla procedura di Via, a partire dagli enti locali per arrivare sino alla Soprintendenza, come sottolinea Antonicelli in calce alla determinazione 240.

Per quanto riguarda il progetto, Inprogest dice che “si svilupperà in un’area territorialmente omogenea del Comune di Brindisi a circa 50m sopra il livello del mare in corrispondenza della località Apani. L’impianto sarà costituito da 14 aerogeneratori Vestas V90 per una potenza nominale di 3MW e una potenza totale massima pari a 42 MW. Potenzialità produttive dell’impianto: velocità media del vento 6,30 m/s, ore di funzionamento annue 2.155, producibilità 90,5 GWh/anno”.

Ma è solo uno dei due progetti della società romana che riguardano il territorio del capoluogo: ce n’è uno anche a Mataggiola a sud ovest di Brindisi,  un impianto che nelle previsioni è più grande di quello di Apani, con “18 aerogeneratori Vestas V90 la cui potenza totale massima sarà di 54 MW. Potenzialità produttive dell’impianto: velocità media del vento 5,9 m/s, ore di funzionamento annue 1.819, producibilità 98,2 GWh/anno”.

Detto questo, e tornando ai paletti posti dalla Regione Puglia, va detto che la prima istruttoria seguita dalla dirigente Caterina Dibitonto ha rilevato varie situazioni di conflittualità con l’ambiente circostante e la stessa normativa. Cominciando da quest’ultimo aspetto, due aerogeneratori (sono alti 105 metri al mozzo, più 45 metri di pala in verticale da 150 metri) sono collocati nel progetto troppi vicini alla ferrovia Bari-Brindisi, un altro è addirittura a dieci metri da una linea elettrica, quindi non rispetta la distanza di sicurezza in caso di ribaltamento della torre. Poi c’è la presenza di due canali naturali, Reale ed Apani, classificati come acque pubbliche, e quella di alcune antiche masserie, per non parlare della prossimità di aree protette naturali.

Il Settore ambiente della Regione Puglia non ha dato un buon giudizio preliminare del progetto Inprogest Energia (ha rimandato alla Valutazione di impatto ambientale anche quello presentato nel Foggiano). Il dirigente Antonicelli non manca di rilevare come nella relazione di Inprogest si legga anche che “l’area in oggetto è una zona montana dedita, nelle aree utilizzate, all’agricoltura e alla pastorizia” (pag. 184, Relazione illustrativa dei criteri di inserimento per la realizzazione di un parco eolico). C’è un po’ di confusione.

2011_Eco_Det_240

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