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Eolico offshore, per i pareri ancora 25 giorni

BRINDISI – Scade l’1 settembre il termine concesso al pubblico dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale per presentare osservazioni al progetto di un campo eolico offshore presentato dalla società Tg Energie Rinnovabili, che prevede l’installazione di 36 aerogeneratori tra Torre Mattarelle e Lendinuso.

BRINDISI – Scade l’1 settembre il termine concesso al pubblico dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale per presentare osservazioni al progetto di un campo eolico offshore presentato dalla società Tg Energie Rinnovabili, che prevede l’installazione di 36 aerogeneratori tra Torre Mattarelle e Lendinuso interessando la costa dei Comuni di Brindisi, S.Pietro Vernotico e Torchiarolo. E’ al momento, stando alla documentazione accessibile attraverso il portale del Ministero dell’Ambiente, l’unico progetto in gioco dato che quello di Trevi Energy per 39 aerogeneratori sostanzialmente nella stessa zona di mare (ma con interessamento anche della costa leccese), ha ricevuto parere negativo dalla Commissione Via nazionale il 28 gennaio del 2011.

Il campo eolico di Tg Energie Rinnovabili prevede una potenza installata di 106 megawatt, tre megawatt per aerogeneratore. Ognuna delle torri eoliche, secondo il progetto, sarà alta dalla superficie del mare alla punta della pala in asse con la torre 140 metri, ma dal fondale alla punta della pala la struttura sarà alta mediamente 170 metri. L’azienda ha scelto un supporto subacqueo a traliccio, con quattro pali, ognuno dei quali sarà a sua volta assicurato al fondale con un palo interno conficcato per 40 metri nel fondale stesso, ed una piastra di appoggio di 4 metri quadrati.

Le torri rientrano in tre siti di importanza comunitaria (Sic): Mare, Stagni e Saline di Punta della Contessa; Bosco Tramazzone; Rauccio. Diciotto dei 36 aerogeneratori che ricadevano su habitat tutelati sono stati spostati, e l’azienda afferma che il cavidotto subacqueo non toccherà alcun Sic. In realtà, nella stessa sintesi non tecnica del progetto, si spiega che il cavidotto attraverserà la prateria di Posidonia oceanica che si trova nell’area, e che per questo attraversamento Tg Energie Rinnovabili prevede di ancorare il cavo elettrico al fondale mediante staffe speciali, mentre invece la restante parte sarà interrata nel fondale stesso nella trincea scavata da un aratro. I cavi a mare copriranno una rete di collegamenti di ben 57,5 chilometri, dei quali 19,7 nella prateria di Posidonia oceanica, il resto in trincea.

L’effetto di queste opere sul fondale, aggiunto a quello della battitura dei pali di ancoraggio delle torri, è immaginabile. Anche a terra il cavidotto costeggerà le aree Sic, ma sarà interrato nelle strade provinciali e comunali esistenti. La distanza media delle torri dalla linea di costa sarà di 2,846 miglia, circa 4,6 chilometri. Secondo lo Studio di impatto ambientale presentato da Tg Energie Rinnovabili, l’impatto visivo sarà minimo (vedi i rendering allegati a questo articolo). I lavori dovrebbero durare circa un anno, e per lo stesso periodo Tg Energie Rinnovabili prevede di installare il cantiere terrestre per movimentare le componenti delle torri eoliche sulla banchina di Costa Morena, dove chiederà almeno 50mila metri quadrati di spazi.

Impatto occupazionale previsto, 50 unità locali per un anno al massimo. Tempo di vita della concessione e del campo eolico (la concessione dovrà essere rilasciata dalla Capitaneria di Porto), 30 anni. Va detto che il progetto per grandi linee impegna le stesse aree previste dallo Studio di impatto ambientale di Trevi Energy, che fu come già detto bocciato proprio per la sua interferenza con i Sic esistenti e con la Posidonia oceanica: ne intercettava circa l’80 per cento, e la Commissione Via nazionale concluse che “l’ubicazione dell’impianto rispetto al complesso naturalistico tutelato comporta la perdita di biodiversità conseguente alla eliminazione di specie protette prioritarie”.

Tg Energie Rinnovabili cercherà di superare questa obiezione con la riduzione prima da 90 a 48 aerogeneratori, quindi all’ultima versione del progetto che ne prevede 36. Intanto le popolazioni, i soggetti singoli o associati interessati, e gli enti locali, hanno tempo sino all’1 settembre prossimo per dire sì o no al progetto stesso, in modo tale che se ne tenga conto in sede di conferenza dei servizi presso il ministero competente.

 

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