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Fistetti scrive a Ferrarese: "Perchè il 19 non sarà alla manifestazione?"

BRINDISI - A pochi giorni dalla manifestazione promossa dagli ambientalisti, si registra una prima assenza importante, quella del presidente della Provincia, che ha fatto sapere che non ci sarà. A tal proposito, gli scrive il consigliere Francesco Fistetti: "Caro presidente, avendo appreso dalla stampa che sabato 19 giugno Lei non parteciperà alla manifestazione provinciale indetta dalle organizzazioni ambientaliste in difesa del lavoro e della salute del nostro territorio, mi permetto di invitarLa ad una riflessione ad alta voce ed eventualmente a cambiare la Sua decisione. Se l’'iniziativa del 19 è a favore dello sviluppo sostenibile e per ribadire la ferma opposizione al rigassificatore progettato a Capobianco e la richiesta di ridurre in modo rilevante il carbone delle centrali elettriche, non si comprende perché l’Amministrazione Provinciale non debba aderire ed essere presente".

BRINDISI - A pochi giorni dalla manifestazione promossa dagli ambientalisti, si registra una prima assenza importante, quella del presidente della Provincia, che ha fatto sapere che non ci sarà. A tal proposito, gli scrive il consigliere Francesco Fistetti: "Caro presidente, avendo appreso dalla stampa che sabato 19 giugno Lei non parteciperà alla manifestazione provinciale indetta dalle organizzazioni ambientaliste in difesa del lavoro e della salute del nostro territorio, mi permetto di invitarLa ad una riflessione ad alta voce ed eventualmente a cambiare la Sua decisione. Se l''iniziativa del 19 è a favore dello sviluppo sostenibile e per ribadire la ferma opposizione al rigassificatore progettato a Capobianco e la richiesta di ridurre in modo rilevante il carbone delle centrali elettriche, non si comprende perché l'Amministrazione Provinciale non debba aderire ed essere presente".

"La Sua assenza - scrive Fistetti  potrà essere interpretata come una fuga dalla responsabilità dell'istituzione che rappresenta, e non come un atto di imparzialità e di oggettività. In politica non esistono posizioni di equidistanza e di neutralità, ma esistono dei valori etici e dei beni sociali rispetto ai quali occorre schierarsi: nel nostro caso, come Lei sa, stiamo parlando della salvaguardia dell'ambiente, della salute delle popolazioni, della preservazione del nostro territorio dalle offese e dalle prevaricazioni dei potenti di turno. Abbiamo il compito di lasciare in eredità alle future generazioni il mondo in cui viviamo e in condizioni tali da garantire una vita degna di essere vissuta. Ora, la stragrande maggioranza della società civile brindisina ha più volte formulato le ragioni della propria contrarietà all'impianto progettato, soprattutto in relazione agli scenari di rischio denunciati e ai quali non sono state date risposte convincenti da parte della British-gas-LNG nelle sue controdeduzioni presentate alle richieste di chiarimento del Ministero. Ma non è questa la sede per entrare nel merito, segnatamente per quanto riguarda: 1) la problematica del Nof (nulla osta di fattibilità) e 2) il movimento delle navi gasiere nel porto e i possibili rischi incidentali connessi".

Ciò che, invece, "importa sottolineare è che la Provincia nella scorsa consiliatura espresse unanime la volontà politica di concorrere alla promozione di un modello di sviluppo capace di coniugare tutela ambientale, crescita sostenibile ed occupazione. Mantenere una continuità ed una coerenza con quella posizione sarebbe auspicabile, non per ragioni formali, ma politicamente pregnanti: in primo luogo, perché il fatto che il Comune di Brindisi governato dal centrodestra e la Provincia governata dal centrosinistra condividano uno stesso obiettivo e scendano insieme in una battaglia comune, è un segno prezioso di un paradigma democratico e di una mobilitazione civica che vanno al di là delle differenze tra destra e sinistra. Tanto più in una congiuntura come quella attuale, segnata da una crisi economica spaventosa che sta penalizzando le forze del lavoro, i giovani, la ricerca e il Mezzogiorno, occorre costruire un'alleanza meridionalistica la più vasta possibile. Se non vogliamo scivolare verso un declino di decrescita o di un sottosviluppo fatto di illegalità e di corruzione che ci allontanerà sempre più dal Nord dell'Italia e dall'Europa. Il laboratorio della Provincia non può essere e non è una formula di ingegneria politica, ma deve diventare uno strumento per lavorare incisivamente sul territorio, a tutti i livelli, per aprire delle concrete prospettive di sviluppo, per elevare la coscienza collettiva e per ridurre il divario tra le istituzioni e i mondi della vita quotidiana.

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