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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Gli ambientalisti: "Marinò aggressivo, non ha letto il nostro documento"

BRINDISI - La divergenza di opinioni tra Confindustria Brindisi e il movimento ambientalista della città è nota, e ancora non è stata ricondotta ad un confonto che ponga al centro la ricerca comune di un equilibrio tra sviluppo moderno del territorio, introduzione di elementi concreti di innovazione e modernizzazione dell'apparato industriale (anche se in alcuni settori questo processo è già in marcia), e tutela della salute e qualità della vita, questioni fondamentali per imboccare la strada della svolta. Tra le cause di ciò il mancato ruolo che dovrebbe svolgere la politica. Ma questo non è un discorso nuovo. Dopo l'intervento del presidente degli industriali della provincia di Brindisi, oggi proponiamo quello delle associazioni ambientaliste.

BRINDISI - La divergenza di opinioni tra Confindustria Brindisi e il movimento ambientalista della città è nota, e ancora non è stata ricondotta ad un confonto che ponga al centro la ricerca comune di un equilibrio tra sviluppo moderno del territorio, introduzione di elementi concreti di innovazione e modernizzazione dell'apparato industriale (anche se in alcuni settori questo processo è già in marcia), e tutela della salute e qualità della vita, questioni fondamentali per imboccare la strada della svolta. Tra le cause di ciò il mancato ruolo che dovrebbe svolgere la politica. Ma questo non è un discorso nuovo. Dopo l'intervento del presidente degli industriali della provincia di Brindisi, oggi proponiamo quello delle associazioni ambientaliste.

"Riteniamo che il Presidente della Confindustria di Brindisi Giuseppe Marinò, firmatario di una nota di censura nei nostri confronti, non abbia letto il testo del nostro documento proposto nella conferenza stampa del 27 gennaio scorso e pubblicato integralmente su diversi siti internet. Vogliamo allora pensare che se lo avesse letto i suoi rilievi sarebbero stati privi di pregiudizi ideologici, meno aggressivi, inclini al confronto costruttivo e quindi più in linea con la tradizione e lo stile della grande associazione alla quale appartiene.

La nota di Marinò, farcita di ingenerose accuse, è assolutamente generica e tace del tutto sui problemi specifici che abbiamo sollevato. Opportune si appalesano allora alcune domande.

- Come giudica il Presidente di Confindustria il fatto che la “bozza di protocollo” non contiene, per i motivi da noi esposti, alcun impegno preciso e concreto sulla riduzione del carbone da utilizzare nelle centrali?

- Cosa pensa dell’invasione barbarica, denunciata peraltro con toni allarmati dal suo predecessore Ferrarese e da molti esponenti delle forze politiche? Non ritiene che tale fenomeno chiami in causa la responsabilità del Governo centrale e della Regione, l’uno e l’altra sollecitati a prevedere discipline differenziate per aree, come quella di Brindisi, già gravate da pesanti insediamenti energetici con rilevanti danni alla salute e all’ambiente?

- Non ritiene che il caotico e incontrollato proliferare di impianti fotovoltaici, alcuni dei quali di enormi dimensioni, aggiunga inammissibili impatti ambientali a quelli già gravi subiti dal nostro territorio?

- Pensa che debba essere riservato a Brindisi, città sulla quale pesa tuttora l’incubo del rigassificatore, l’amaro destino di essere la vittima “privilegiata” da sacrificare sull’altare dell’energia? Non ritiene che logiche di questo tipo abbiano provocato in passato nel nostro territorio uno sviluppo distorto ed una endemica disoccupazione?

- E non pensa infine Marinò che siffatte logiche, naufragate anni addietro in un mare di scandali con pesanti risvolti penali, siano in aperto contrasto con la “Città d’acqua” del Comune di Brindisi, con lo “Sviluppo sostenibile” della Provincia e con “una Puglia migliore” della Regione, progetti che egli irrispettosamente liquida come “ipotetici”?

Non abbiamo mai detto che Brindisi “è succube del sistema industriale” ma abbiamo affermato che “le grosse industrie non possono fare della nostra comunità ciò che vogliono” ed è con questo assunto che il presidente Marinò si sarebbe dovuto confrontare. Non abbiamo mai preteso riduzioni o chiusure di attività produttive ma solo che gli effetti dannosi di alcune di esse venissero giustamente contenuti. Abbiamo sempre sollecitato invece politiche di promozione in favore delle piccole e medie imprese e di valorizzazione delle tante potenzialità e risorse locali.

Continuiamo ovviamente ad essere decisamente favorevoli alle fonti alternative di energia ma temiamo in questo settore le incursioni dei tanti “Re Mida alla rovescia” che sono capaci di trasformare queste nuove opportunità in strumenti di ingiusto arricchimento e di devastazione ambientale. Non consentiremo mai che “le reali condizioni di difficoltà del nostro territorio” siano utilizzate, in chiave di ricatto, per far passare progetti in contrasto con gli interessi vitali della nostra comunità.

Le critiche anche aspre sono il sale della democrazia ma quando naufragano in un mare di genericità e irrispettosamente alterano i termini delle altrui tesi, esse presentano il volto dell’intolleranza e vanno decisamente respinte".

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Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione”Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

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