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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

"Il documento di scoping parla chiaro: a Brindisi un nuovo modello di sviluppo"

"Il risalto che sta avendo, man mano che i giorni passano, il documento di scoping del piano urbanistico generale del Comune di Brindisi è una lucida presa di coscienza dei gravi problemi di cui è vittima il nostro territorio. Le nostre associazioni per prime hanno condiviso, nelle linee essenziali, l’analisi gli indirizzi di questo documento che, mostrando con chiarezza e senso di responsabilità, evidenzia uno scenario non rassicurante delle condizioni del nostro territorio e si pone come strumento fondamentale per individuare e rimuovere i guasti che affliggono la nostra comunità.

Riceviamo e pubblichiamo il seguente documento pervenuto dal fronte ambientalista cittadino, che partendo dai contenuti enunciati dal documento di scoping (cioè, di analisi preliminare) del nuovo Piano urbanistico generale, sollecita l'avvio di un nuovo modello di sviluppo e decisioni coerenti con tale intento.

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"Il risalto che sta avendo, man mano che i giorni passano, il documento di scoping del piano urbanistico generale del Comune di Brindisi è una lucida presa di coscienza dei gravi problemi di cui è vittima il nostro territorio. Le nostre associazioni per prime hanno condiviso, nelle linee essenziali, l’analisi gli indirizzi di questo documento che, mostrando con chiarezza e senso di responsabilità,  evidenzia uno scenario non rassicurante delle condizioni del nostro territorio e si pone come strumento fondamentale per individuare e rimuovere i guasti che affliggono la nostra comunità.

Uno sviluppo rivolto a promuovere un nuovo modello di economia locale non sarà possibile se i relativi progetti non si traducono in scelte concrete che aprano la strada al superamento di una situazione divenuta insostenibile con l’apertura di una vera e propria vertenza territoriale. Una protesta che dovrebbe partire dalle istituzioni locali, dalle forze politiche e sociali e da tutte le espressioni di cittadinanza attiva.

Le convenzioni non devono essere l’occasione per legittimare l’operato dell’Enel ma devono servire a restituire il maltolto alla nostra comunità in termini di dignità sociale e di tutela della salute e dell’ambiente. Nessuna convenzione si dovrebbe firmare senza l’impegno per una concreta, consistente e controllabile riduzione del carbone utilizzato nelle centrali fissando i livelli quantitativi massimi utilizzabili.

Come si afferma nel piano di scoping, la già precaria situazione del nostro territorio, esposta anche alla pesantissima minaccia del rigassificatore, sta oggi subendo un’altra gravissima aggressione con la disastrosa proliferazione del fotovoltaico una follia che deve essere fermata a partire da una immediata sospensione dell’efficacia delle autorizzazioni già concesse e dei procedimenti autorizzativi in corso. E ciò in attesa che il Governo e la Regione si rendano conto delle esigenza e dell’urgenza di varare normative differenziate per realtà che come la nostra già pagano sul versante dell’energia pesantissimi costi ambientali ed umani.

Sempre sul versante energetico continuiamo ad assistere a fatti davvero sconcertanti fra i quali spicca la vicenda della centrale ad olio vegetale del Consorzio Brundisium SpA. Alla determina dirigenziale dell’Amministrazione comunale che aveva dato il giudizio positivo sulla compatibilità ambientale per tale centrale si è aggiunta una determina altrettanto positiva dell’Amministrazione provinciale. Siamo quindi di fronte all’assurdo: da una parte, autorevoli esponenti politici si dichiarano favorevoli alla chiusura della centrale di Edipower per liberare aree importanti del porto utili ad altri traffici e, dall’altra, consentono senza fiatare che le Amministrazioni locali diano il loro assenso alla costruzione di un’altra centrale elettrica nella stessa zona, peraltro più vicina alla città.

Denunciamo simili andazzi, segnati da schizofrenia politica, facendo nostro il monito del citato documento di scoping nel quale si afferma che “se fosse trasformato (il porto ndr) in struttura prevalentemente industriale perderebbe le sue ancora residue potenzialità di sviluppo”.

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Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

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