rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente

Industria e salute: il Pd dice no a Edipower

BRINDISI – E poco prima dell’inizio della seduta consiliare in programma per stamani sui temi dell’industria, delle bonifiche e del polo energetico, arriva anche il documento del Partito democratico, approvato dalla direzione provinciale.

BRINDISI – E poco prima dell’inizio della seduta consiliare in programma per stamani sui temi dell’industria, delle bonifiche e del polo energetico, arriva anche il documento del Partito democratico, approvato dalla direzione provinciale a sottolineare che la questione non riguarda solo il Pd della città. Le proposte che formulerà il Partito democratico in consiglio comunale sono sostanzialmente integrabili e interfacciabili con quelle dei gruppi di opposizione, che l’altro giorno hanno reso noto il risultato del proprio lavoro sul tema, articolato in quattro ordini del giorno. Ciò potrebbe in teoria agevolare una decisione unitaria dell’assemblea consiliare.

Chiusura progressiva della centrale Edipower - Entrando nel merito delle proposte della direzione provinciale del Pd, spicca la conferma del no al piano industriale di revamping della centrale Edipower-A2A di Brindisi Nord. Il Partito democratico “ribadisce che è insostenibile il funzionamento a carbone di un impianto adiacente all’insediamento urbano, il quale risulta obsoleto sul piano tecnologico e pertanto di notevole impatto ambientale. Ne consegue la necessità - perdurando tali programmi - di un confronto tra governo, enti locali, forze sociali e azienda per programmare la chiusura dell’impianto. L’impegno del governo è fondamentale anche allo scopo di non determinare difficoltà per i lavoratori diretti ed indiretti”.

Fotovoltaico solo sugli edifici, no a Tap e all’eolico in mare – Stante “la presenza addirittura eccessiva su terreni agricoli, come nel brindisino, si ritiene necessario porre un freno ad ulteriori simili installazioni, in particolare quando questi riguardano centrali di grande produzione ad alto impatto ambientale, come nel caso di parchi eolici off-shore. Al contrario, è opportuno promuovere solo la realizzazione di impianti su immobili, sia pubblici che privati destinati prevalentemente autoconsumo”. Questa è la posizione del Pd della provincia di Brindisi sulle cosiddette Fer, e sui progetti ad alto impatto come quello dell’eolico in mare al largo della costa sud (S. Pietro Vernotico e Torchiarolo). No anche allo spostamento in territorio brindisino del punto di approdo del nuovo gasdotto Tap.

Cerano, caso Torchiarolo e appalti – Partendo dal tema centrale dell’assetto del polo energetico, Cerano è la questione affrontata in modo più approfondito. La riduzione delle emissioni è un obiettivo “da perseguire con ulteriori interventi di ambientalizzazione, mediante l’utilizzo delle più avanzate tecnologie disponibili, ma soprattutto attraverso la riduzione del carbone movimentato e inviato a combustione. Tale richiesta va avanzata in sede Aia ed in ogni altra sede ritenuta opportuna. A tal proposito va garantita una informazione più puntuale sulla quantità di carbone bruciato attualmente e sull’attuazione concreta della prescrizioni previste dall’ultima Aia concessa”.

Il Pd ricorda che va, inoltre, “accuratamente approfondita la vicenda relativa agli sforamenti di PM10 del comune di Torchiarolo, aggiornando rilevamenti e approfondendo le analisi effettuate” come da richiesta dello stesso sindaco della cittadina. “Vanno definiti contenuti, risorse e strumenti per il rilancio e consolidamento del Centro Ricerche Enel di Brindisi, in particolare con riferimento alle nuove tecnologie di abbattimento delle emissioni, di salvaguardia ambientale e di risparmio ed efficienza energetica”.

Tutto ciò non deve fare dimenticare poi la questione del rapporto della termoelettrica più grande d’Italia con il tessuto economico locale: “Un nuovo Protocollo d'intesa tra istituzioni locali, forze sociali e aziende deve, inoltre, rappresentare lo strumento utile per valorizzare il coinvolgimento delle imprese locali nell’accesso alle commesse e per garantire la manodopera locale sia nei livelli occupazionali che in termini di sicurezza”, chiederà il Pd in consiglio comunale.

Monitoraggio ambientale, impatti e questione sanitaria – Si tratta della strategia di fondo che il Pd ritiene si debba adottare, da parte delle istituzioni del territorio, per affrontare la questione del nodo sviluppo-tutela della salute e dell’ambiente. Bisogna definire al più presto il quadro delle emissioni globali di tutti gli impianti del territorio (come le centrali a biomasse, vedi Sfir). Errato considerare singolarmente i vari impianti e progetti, che isolatamente mostrano dati di impatto non superiore alla norma, ma che sommati invece potrebbero rivelare pesi non più sostenibili dalle comunità locali.

Quindi occorre avere questo criterio nel valutare anche ogni nuova proposta di investimento che comporti problemi di emissioni nell’aria, nell’acqua e nell’ambiente. Definita la situazione reale nel Brindisino e nel capoluogo, si deve passare all’attivazione del famoso monitoraggio globale da parte pubblica della situazione giorno per giorno. Monitoraggio che deve avere un riscontro anche sul versante degli effetti attribuiti allo sviluppo industriale negli ultimi decenni, vale a dire il progetto Sentieri per la ricerca, l’elaborazione e la pubblicazione dei dati epidemiologici.

Dunque, ambiente sotto controllo, valutazione globale degli impatti, applicazione del criterio del danno sanitario, indagine sullo stato della salute nelle zone esposte ai rischi potenziali. Su questo il Pd è pronto a confrontarsi. Qui sotto, il link con il documento integrale della direzione provinciale del Partito democratico brindisino.

Polo Energetico-documento approvato dalla Direzione Provinciale PD 14 marzo 2014

 

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Industria e salute: il Pd dice no a Edipower

BrindisiReport è in caricamento