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Sostanze inquinanti, "Importante avere i dati giornalieri degli Ipa anche a Brindisi"

Riceviamo a pubblichiamo una lettera aperta del Forum Ambiente, Salute e Sviluppo su “Idrocarburi policiclici aromatici a Brindisi: poche misure per pericolosi inquinanti”

BRINDISI - Riceviamo a pubblichiamo una lettera aperta del Forum Ambiente, Salute e Sviluppo su “Idrocarburi policiclici aromatici a Brindisi: poche misure per pericolosi inquinanti”. La lettera è stata inoltrata anche al Ministro dell’Ambiente, al presidente della Regione Puglia, al sindaco di Brindisi, al presidente della Provincia di Brindisi, all’assessore Ambiente Regionale, al presidente Commissione Ambiente Regione Puglia e al direttore generale Arpa Puglia

La pagina della Qualità dell'Aria del sito di Arpa Puglia riporta quotidianamente i valori degli inquinanti rilevati alle centraline, ma inspiegabilmente non registra i valori degli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) a Brindisi. E ciò nonostante la disponibilità delle misure (seppur limitata a due sole centraline Sisri e Torchiarolo) e le criticità registrate alle sfiammate del petrolchimico.

Eppure nelle serie storiche in archivio e nei report annuali dall'Agenzia i valori degli Ipa (la soglia viene misurata su base annua) sono riportati. Sarebbe importante far conoscere, come avviene per Taranto, i valori giornalieri di Ipa anche a Brindisi, considerando sia che diversi Ipa sono stati classificati dalla Iarc come "probabili" o "possibili cancerogeni per l'uomo" o "cancerogeni per l'uomo" e sia che gli Ipa, oltre ad essere prodotti dalle combustioni, sono anche  correlabili ad eventi incidentali che periodicamente si verificano in città. In un rapporto Arpa ( 29.08.2011) relativo ad una delle note sfiammate del petrolchimico proprio gli Ipa fecero rilevare un importante innalzamento.

Sarebbe, inoltre, importante avere i dati giornalieri degli Ipa anche a Brindisi per verificare se sia possibile ridurre ulteriormente la loro concentrazione qualora questa fosse ricollegabile a fonti riconoscibili. E' noto infatti che gli inquinanti svolgono la loro azione nociva sulla salute anche a concentrazioni inferiori ai limiti di legge e questo vale tanto più per i cancerogeni. E la stessa Arpa ce lo ha spiegato a riguardo dello “studio Forastiere” nel quale gli effetti sanitari avversi riportati sono tutti relativi ad inquinanti emessi e registrati a valori di concentrazione al di sotto della norma di legge.

Che il rilevamento delle centraline andrebbe potenziato si sostiene da più parti e non da oggi ma nessuna miglioria si è finora registrata. Nel 2012 un tavolo tecnico riunito dall'Amministrazione comunale in una corposa relazione che da anni si può ritrovare sul sito istituzionale, formulò a riguardo alcune proposte tra le quali quelle così sintetizzate: “Riguardo al monitoraggio in aria, data la complessità degli scenari emissivi, sarebbe necessario aumentare la distribuzione di sensori di Benzene, Pm2.5 e Ipa in considerazione delle emissioni industriali, ed effettuare campagne di misura di Pm1 e nanoparticelle. Nel settore ambientale e sanitario il Comune dovrebbe farsi carico di politiche di openData, rendendo libero, gratuito ed agevole il ri-utilizzo dei dati già in suo possesso (quelli provenienti da Arpa) e quelli acquisibili da altre organizzazioni (Asl, osservatorio epidemiologico). Il tutto conformemente alle recenti disposizioni normative del Governo e della Regione Puglia sul tema del libero accesso e del riuso della informazione prodotta dalla Pa”.

Nel novembre del 2017 Legambiente aveva denunciato che 14 centraline e 6 totem elettronici della rete Poma 1 e 2, installate nel capoluogo all'inizio degli anni 2000, non fossero mai state prese in carico dalle diverse Amministrazioni comunali. Tale sistema era orientato a rilevare soprattutto l'inquinamento urbano e distinguerlo da quello industriale. In tale assenza è più facile evidentemente lo scarica barile ed il confondimento delle responsabilità. Nella stessa occasione Legambiente chiedeva ad Arpa di estendere la gamma degli inquinanti da monitorare, a partire dalle Pm 2.5, dal benzene e dall’inquinamento in quota. A quanto ci risulta nulla si è  mosso in tal senso.

Le amministrazioni comunale e provinciale dovrebbero esigere un monitoraggio più puntuale e trasparente proprio in considerazione delle evidenze emerse dallo “Studio Forastiere” ed in quest’ottica esigere l’adeguamento ed il potenziamento della rete di rilevazione della qualità dell’aria esistente. Considerata la rilevanza degli argomenti in questione preghiamo le  autorità e gli uffici in indirizzo di far conoscere ai cittadini l’esito degli accertamenti che si riterrà di intraprendere.

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