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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Irregolari gli scarichi dell'ospedale: il Noe denuncia due responsabili della Asl

BRINDISI – Un dirigente della Asl di Brindisi e il responsabile della lavanderia dell’ospedale “Antonio Perrino” sono stati denunciati alla procura della Repubblica dai carabinieri del Noe di Lecce per smaltimento illecito di rifiuti speciali e scarico non autorizzato. In seguito ad una ispezione di routine, mirata sull’impianto di depurazione del complesso ospedaliero, i carabinieri hanno infatti accertato che in maniera non autorizzata gli scarichi della lavanderia industriale che serve l’ospedale finiscono direttamente dell’impianto di depurazione dello stesso “Perrino”, e quindi nella rete fognaria pubblica gestita dall’AqP.

BRINDISI – Un dirigente della Asl di Brindisi e il responsabile della lavanderia dell’ospedale “Antonio Perrino” sono stati denunciati alla procura della Repubblica dai carabinieri del Noe di Lecce per smaltimento illecito di rifiuti speciali e scarico non autorizzato. In seguito ad una ispezione di routine, mirata sull’impianto di depurazione del complesso ospedaliero, i carabinieri hanno infatti accertato che in maniera non autorizzata gli scarichi della lavanderia industriale che serve l’ospedale finiscono direttamente dell’impianto di depurazione dello stesso “Perrino”, e quindi nella rete fognaria pubblica gestita dall’AqP.

E’ stato rilevato anche il non corretto e illecito smaltimento dei fanghi e dei grigliati provenienti dall’impianto fognario dell’ospedale (rifiuti speciali a tutti gli effetti dato il rischio biologico). Sarà il pm a decidere in che modo obbligare la Asl a mettere a norma gli impianti di trattamento dei reflui, che non sono stati bloccati per evitare la conseguente paralisi del “Perrino”.

Nel corso della campagna di controlli a Brindisi, il Noe ha denunciato il titolare di un’autocarrozzeria che utilizzava un impianto di verniciatura con emissioni in atmosfera non autorizzate. Altrettanto per il titolare di una azienda di carpenteria metallica che si sbarazzava dei residui di lavorazione – classificati come rifiuti speciali non pericolosi – mediante combustione, ed inoltre presentava lacune nella tenuta dei registri di carico e scarico dei materiali di risulta.

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