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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente

La commissione del Comitato delle Regioni, ok al "manifesto dell'acqua" di Vendola

BRUXELLES - Approvato il parere sul “ruolo degli enti locali e regionali nella promozione di una politica idrica sostenibile” che il presidente della regione Puglia Nichi Vendola ha sottoposto quest’oggi a Bruxelles all’attenzione della commissione Enve (ambiente cambiamenti climatici ed energia) del Comitato delle Regioni. “L’approvazione di oggi - ha commentato al termine della commissione Enve il presidente Vendola - rappresenta un ulteriore e importante passo in avanti nell’ottica di una gestione sostenibile, moderna, efficace e condivisa della risorsa idrica. Da un lato la siccità, dall’altra le inondazioni. Oggi i problemi dell’acqua interrogano tutta l’Europa e l’Europa vuole tornare a regolamentare questo settore fondamentale a partire da alcuni principi normativi generali”.

BRUXELLES - Approvato il parere sul “ruolo degli enti locali e regionali nella promozione di una politica idrica sostenibile” che il presidente della regione Puglia Nichi Vendola ha sottoposto quest’oggi a Bruxelles all’attenzione della commissione Enve (ambiente cambiamenti climatici ed energia) del Comitato delle Regioni.  “L’approvazione di oggi - ha commentato al termine della commissione Enve il presidente Vendola - rappresenta un ulteriore e importante passo in avanti nell’ottica di una gestione sostenibile, moderna, efficace e condivisa della risorsa idrica. Da un lato la siccità, dall’altra le inondazioni. Oggi i problemi dell’acqua interrogano tutta l’Europa e l’Europa vuole tornare a regolamentare questo settore fondamentale a partire da alcuni principi normativi generali”.

Tra questi Vendola ne ha sottolineati tre. “Primo. L’acqua è un bene pubblico, l’acqua non può rispondere alle leggi del mercato e alle regole della concorrenza ma è un diritto che integra il diritto alla vita. Senza entrare nel merito delle modalità di gestione, pubblica o privata, dell’acqua, che compete alle scelte dei singoli Stati, è necessario ribadire che tutti i beni afferenti al servizio idrico sono di carattere pubblico e che ogni gestione deve essere improntata a caratteri di tutela ed efficienza. Secondo. L’acqua deve essere utilizzata con sobrietà e con principio di responsabilità. Chi inquina, paga. Questo prevede oggi la norma comunitaria ed io credo sia necessario andare oltre questo principio introducendo il tema “chi spreca, paga”. Le tariffe a livello europeo vanno orientate secondo questo principio di deterrenza nei confronti del consumismo e dello spreco della risorsa idrica. Terzo. Bisogna recuperare, riciclare e ridurre il consumo. Le tre R insomma devono orientare anche le politiche che interessano il ciclo dell’acqua”.

Tra i passaggi fondamentali del parere che il presidente Vendola ha illustrato in commissione Enve, quello relativo alla necessità che gli enti regionali e locali debbano dar luogo ad ogni azione e sforzo utile a garantire il valore pubblico dell’acqua. “Deve essere pubblica la risorsa – ha detto Vendola - le concessioni, la proprietà e il governo delle infrastrutture, oltre alla definizione degli standard di servizio. Al di là poi della natura pubblica e privata dei soggetti gestori, su cui ogni stato sovrano ha diritto non condizionabile di scelta, è fondamentale mantenere in capo alle amministrazioni regionali e locali le concessioni, conservando un pieno controllo pubblico sugli investimenti e sull’articolazione tariffaria”. E ancora su questo tema “devono essere valorizzate le buone pratiche ed è importante scoraggiare gli stati nazionali dall’approvare normative generaliste che, applicando la stessa disciplina a tutti i servizi pubblici locali e sottraendo alle regioni competenze, impongono privatizzazioni in questo settore, anche laddove la gestione pubblica si è da tempo caratterizzata per qualità ed efficienza”.

Sui cambiamenti climatici in atto e sulla necessità di avere un approccio integrato, Vendola è stato molto chiaro. “Il ruolo delle autorità locali e regionali - si legge nel parere - deve essere quello di diffondere maggiormente la consapevolezza della centralità del ciclo dell’acqua in quanto motore della disponibilità e principio ispiratore delle strategie di gestione, al fine di incentivare lo sviluppo di soluzioni efficaci e condivise per l’adattamento ai cambiamenti climatici. In questo senso, occorre consapevolezza del fatto che all'accresciuta pressione antropica sulle risorse idriche si legano effetti indotti ed esacerbanti (scomparsa degli ecosistemi, perdita di biodiversità, diminuita capacità di ritenzione e degrado del suolo, ecc.) e che è necessario adottare di misure di gestione e di tutela che coinvolgano l'intero spettro delle politiche dell'Unione, in tema di acqua, energia, agricoltura, trasporto, rifiuti, turismo, lotta e adattamento ai cambiamenti climatici, con un approccio integrato e non più settoriale”.

Per riuscire a garantire e assicurare il bene acqua, “reale perno eco sistemico, in un’ottica di solidarietà e sostenibilità” occorre però avviare dei processi di programmazione concertata tra le istituzioni, le amministrazioni regionali e locali e le parti sociali per lavorare, n modo condiviso, su un nuovo modello di sviluppo. “In particolare - ha detto Vendola - si auspica l’adozione di una rinnovata politica di water pricing che si rifaccia non solo al principio del “chi inquina paga” ma anche a quello del “chi spreca paga”. L’acqua è un bene primario non solo per i consueti usi civili ma anche per i diversi settori dell’economia e dell’agricoltura che, anzi, ne determinano i maggiori consumi. Noi siamo persuasi dell’idea che tutte le attività antropiche debbano essere integrate da una valutazione dell’impronta idrica che essi determinano, al fine di introdurre strumenti e modelli innovativi di quantificazione degli usi e degli sprechi. Questo in piena sintonia con i più avanzati sistemi di certificazione di qualità che guardano, complessivamente, ai modelli di produzione in grado di ridurre al massimo gli impatti ambientali in termini di efficienza energetica, di emissioni climalteranti, di produzione di rifiuti e, quindi, anche di consumi idrici.

In tema di gestione di eventi estremi (siano essi alluvioni o siccità) Vendola ha sottolineato la necessità che le risorse siano finalizzate alla realizzazione e al recupero delle infrastrutture verdi (aree per l'esondazione controllata, bacini naturali di ritenzione idrica, interventi di riforestazione e conservazione dell'ambiente montano, recupero delle fasce ripariali e delle zone umide, , ecc.) proprio per “garantire la difesa idraulica del territorio e, nel contempo, conservare la biodiversità, recuperare naturalità ed offrire nuove opportunità turistiche ed occupazionali”. Infine la proposta di Vendola di trasformare l'attuale Osservatorio europeo della siccità in un Osservatorio idrico europeo, con l’ampliamento delle competenze alla raccolta, validazione e omogeneizzazione delle informazioni ambientali ora anche disponibili grazie al lancio di nuove piattaforme di monitoraggio a scala Europea.

Il parere approvato è frutto di un lungo lavoro che Vendola ha avviato nei mesi scorsi attraverso non solo incontri con rappresentanti della Commissione, del Parlamento e delle altre Istituzioni Europee ma anche attraverso l’accoglimento di oltre 50 contributi pervenuti dai territori d’Europa in risposta all’indagine online lanciata dalla Piattaforma Europa 2020 il cui coordinamento politico è affidato proprio al governatore della Puglia. Da non dimenticare il dibattito costruttivo instaurato nel corso delle due stakeholders’ consultations, che si sono svolte a Bruxelles e a Bari, così come i vari emendamenti pervenuti al progetto di parere, che in gran parte sono stati accolti perché hanno fornito un contributo positivo al testo finale. Il parere dovrà ora essere approvato in sede plenaria dal Comitato delle regioni il prossimo 30 giugno 2011.

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