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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Lettera al governatore:"Vendola, blocca la chiusura della sede AqP di Brindisi"

BRINDISI - Unità territoriali di Brindisi e Trani a rischio chiusura? L’amministratore unico di Aqp, Ivo Monteforte rassicura che no, non sarà così. Che per Brindisi in particolare sono persino previsti nuovi investimenti, e che i venti su venti comuni della provincia che hanno fatto quadrato intorno ai lavoratori, non hanno di che preoccuparsi. Le risposte da parte dei vertici dell’Acquedotto pugliese non rassicurano affatto i lavoratori, che hanno fatto fronte comune scrivendo direttamente al presidente Nichi Vendola affinché, anche e innanzitutto il governatore della Regione, dia il suo contributo per scongiurare la prospettiva di paventato depotenziamento delle due unità. I lavoratori chiamano e chiamano da tempo, ma Vendola, non risponde. Almeno fino a questo momento.

BRINDISI - Unità territoriali di Brindisi e Trani a rischio chiusura? L’amministratore unico di Aqp, Ivo Monteforte rassicura che no, non sarà così. Che per Brindisi in particolare sono persino previsti nuovi investimenti, e che i venti su venti comuni della provincia che hanno fatto quadrato intorno ai lavoratori, non hanno di che preoccuparsi. Le risposte da parte dei vertici dell’Acquedotto pugliese non rassicurano affatto i lavoratori, che hanno fatto fronte comune scrivendo direttamente al presidente Nichi Vendola affinché, anche e innanzitutto il governatore della Regione, dia il suo contributo per scongiurare la prospettiva di paventato depotenziamento delle due unità. I lavoratori chiamano e chiamano da tempo, ma Vendola, non risponde. Almeno fino a questo momento.

Il cosiddetto “blitz di Ferragosto”, ossia l’annuncio dell’accorpamento dell’unità territoriale brindisina a quella di Taranto, ridimensionato poi allo smantellamento della parte dirigenziale fatti salvi i posti di lavoro e soprattutto i servizi agli utenti, non ha smaltito i timori. I lavoratori scandiscono dunque punto per punto, nella missiva indirizzata al presidente, rischi e prospettive, a cominciare dagli assunti di Aqp. “Le avranno detto che, in fondo, si tratta di una scelta di natura tecnica, prerogativa dell’azienda, su cui la proprietà non ha competenze dirette”, è questo l’incipit della missiva, premessa della quale gli scriventi danno lettura tutt’altro che rassicurante.

“Si tratta di un piano riorganizzativo a forte carattere politico – sostengono i lavoratori - per l’impatto che ha sul territorio e sulla qualità del servizio. Le unità territoriali di Brindisi e della Bat, private delle figure manageriali, dei capi area, di alcune aree organizzative e del relativo personale, saranno declassate a semplici presidi operativi, in contrasto con il Piano d’Ambito 2010-2018, approvato dall’Ato, che ha previsto per ogni Provincia una Unità Territoriale, potenziata e dotata di forte autonomia decisionale”.

Il timore insomma, è che il “tradimento” del Piano d’Ambito porti a un declassamento delle due unità, ridotte a mere esecutrici di ordini calati dall’altro dell’ente barese, con tutto quel che comporterebbe in termini di scollamento dalle reali esigenze del territorio. In questa prospettiva, i sindaci dei venti comuni del Brindisino hanno preso posizione netta e incontrovertibile, chiedendo al sindaco Michele Emiliano, presidente dell’Ambito, la convocazione urgente del consiglio – in seno al quale i sindaci stessi hanno diritto di voto per ogni decisione relativa all’Acquedotto stesso. Assise che, ad oggi, non pare sia stata ancora convocata.

L’operazione programmata in pieno caldo agostano dai vertici della struttura è, sempre secondo i lavoratori, un bluff anche in prospettiva della riduzione dei costi. “Non è stata fornita alcuna valutazione che abbia dimostrato, dati alla mano, le significative riduzioni dei costi, i sensibili miglioramenti della qualità del servizio, le positive ricadute sul territorio e sul personale che il nuovo modello porterà”, dicono i lavoratori al presidente della Regione, chiamato a valutare anche questo elemento.

La conclusione della missiva punta dritto al cuore del governatore, primo in Italia ad opporsi alla manovra di privatizzazione in nome dell’acqua bene comune. Ed è proprio alla promessa di una nuova gestione delle risorse idriche, un nuovo “governo dell’acqua” al quale Vendola ha più volte fatto appello in campagna elettorale, basato sulla partecipazione e la condivisione degli enti e dei cittadini, che i lavoratori si richiamano per chiedere al presidente una presa di posizione aperta sulla questione.

La risposta del governatore, tarda ad arrivare. Sebbene l’assessore alle Opere pubbliche Fabiano Amati abbia espresso, in nome e per conto del governo regionale, una posizione inequivocabile: l’esecutivo valuterà i pareri dei sindaci, ma anche il parere dei tecnici interpellati. Decidendo sulla scorta di valutazioni, innanzitutto tecniche, l’assetto per il futuro che verrà. A buon intenditor.

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