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Piccola pesca nelle riserve marine, dalla Croazia per studiare Torre Guaceto

Piccola pesca nelle riserve marine, dalla Croazia per studiare Torre Guaceto

TORRE GUACETO - L’area marina protetta di Torre Guaceto, in Puglia, ospita questa settimana una delegazione croata proveniente dall’Area Marina Protetta di Lastovo per spiegare il successo del processo di co-gestione della piccola pesca adottato a Torre Guaceto dal 2005. Questa interessante iniziativa è promossa dal Wwf Mediterraneo e Wwf Italia nell’ambito del progetto MedPan Sud, che ha lo scopo di guidare le aree marine protette dei paesi fuori dall’EU verso una gestione più efficace. La delegazione croata sarà formata dai pescatori locali che lavorano nell’Amp, dai gestori dell’Amp, e dallo staff dell’Istituto Nazionale per la Protezione della Natura.

L’Amp di Torre Guaceto è stata istituita nel 1991 ed è gestita da un consorzio formato dal WWF ed i Comuni di Brindisi e Carovigno. Solo intorno al 2000-2001 la protezione è divenuta reale ed efficace, quando l’Amp ha adottato un approccio innovativo ed efficace di co-gestione della piccola pesca. Questo approccio potrebbe essere proprio un modello da adottare, almeno in parte, dall’Amp di Lastovo che proprio quest’anno sta sviluppando un piano di gestione che prevede la partecipazione dei pescatori. Nell’Amp di Torre Guaceto la chiusura totale della pesca, avvenuta tra il 2001 ed il 2005, ha consentito un efficace recupero delle popolazioni ittiche altrove intensamente sfruttate dalla pesca.

Dal 2005, il miglioramento delle condizioni ambientali ha permesso di mettere in pratica una pesca sperimentale co-gestita tra ente gestore e pescatori locali sulla base di un accordo da entrambi sottoscritto. Tale accordo prevede di rispettare le indicazioni derivanti dal rigoroso monitoraggio scientifico, dall’utilizzo regolato del solo tramaglio e dalla frequenza di pesca limitata. Questo protocollo applica un approccio bottom-up che parte cioè da ciò che era già familiare ai pescatori locali, con piccole modifiche (es., accorciamento delle reti), piuttosto che prevedere qualcosa di più complesso e teoricamente corretto, ma lontano da ciò che i pescatori stessi potessero sentire familiare e condividere.

Questo approccio di co-gestione ha garantito un coinvolgimento dei pescatori e l’ottenimento di una loro effettiva collaborazione, con benefici sia per la gestione dell’Amp, ma anche per i pescatori stessi che, da una parte, hanno ridotto lo sforzo di pesca e dall’altra hanno visto aumentare la quantità di pesce catturato. L’approccio adottato da Torre Guaceto ed i risultati ottenuti stanno inducendo i pescatori ad organizzarsi in entità aziendali in modo da sfruttare al meglio sia finanziamenti disponibili, sia le possibilità di commercializzazione del prodotto secondo filiere innovative basate sui marchi di qualità ed eco-sostenibilità.

Ciò diventa veramente un modello di co-gestione tra pescatori e Amp non solo per altre realtà Italiane, ma anche per gli altri paesi che sono in procinto di adottare nuovi piani di gestione e che mirano a minimizzare conflitti tra la gestione dell’Amp e gli attori locali (compresi i pescatori artigianali).I pescatori di Torre Guaceto che incontreranno la delegazione Croata hanno inoltre recentemente aderito all’Associazione Europea per la pesca artigianale nel Mediterraneo lanciata dal Wwf, che mira a creare un piattaforma di discussione tra i pescatori e la Commissione Europea per la Pesca, che da qui al 2012 dovrà attuare una riforma a 360 gradi del piano di gestione della pesca. Dunque, questo incontro tra le due delegazioni può diventare un momento importante per coinvolgere e far entrare i pescatori croati all’interno della delegazione.

Attraverso questa associazione, per la prima volta, i pescatori locali acquistano l’opportunità di fare sentire la loro voce, spesso oscurata dall’industria peschiera, al Parlamento Europeo. I pescatori che hanno già aderito all’Associazione, oltre a quelli di Torre Guaceto, provengono da Francia, Spagna e Grecia, e soltanto qualche settimana fa hanno firmato un accordo che promuove un approccio sostenibile alla pesca artigianale nel Mediterraneo, dando risposta ai dati che valutano l’89 per cento degli stock ittici come sovra-sfruttati.

La speranza di questi pescatori è che altri pescatori sia di paesi comunitari che non, aderiscano all'Associazione per creare un movimento che divenga difficile da ignorare dalla Commissione Europea per la Pesca. “Questa Associazione darà ai pescatori artigianali sia una voce importante nei forum di discussione Europei sulla pesca locale e costiera Mediterranea - dice Ramon Tarridas, pescatore spagnolo e manager nominato dell’Associazione - sia la possibilità di scambiare idee, metodi e buone pratiche per una pesca più sostenibile”.

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