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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente Fasano

Porticciolo turistico, ambientalisti all'attacco: “Meglio un’opera mai fatta che un’opera fatta male”

FASANO - “Porticciolo turistico? Non grazie. Oppure andrebbe localizzato fuori dal centro abitato, laddove non vi sarebbero ripercussioni tali da compromettere la vivibilità del luogo per residenti e villeggianti”. Non si placa, dunque, la polemica tra i coordinatori del Comitato per la tutela del Borgo di Savelletri e l’Amministrazione comunale di Fasano. Attraverso una nota, Raniera Giampietri Leoni e Francesco Calabretto, per conto del Comitato, replicano a muso duro alle precisazioni rese nei giorni scorsi dal sindaco, Lello Di Bari, ribadendo le riserve già espresse in merito ai lavori di sistemazione e messa in sicurezza del Porto di Savelletri.

FASANO - “Porticciolo turistico? Non grazie. Oppure andrebbe localizzato fuori dal centro abitato, laddove non vi sarebbero ripercussioni tali da compromettere la vivibilità del luogo per residenti e villeggianti”. Non si placa, dunque, la polemica tra i coordinatori del Comitato per la tutela del Borgo di Savelletri e l’Amministrazione comunale di Fasano. Attraverso una nota, Raniera Giampietri Leoni e Francesco Calabretto, per conto del Comitato, replicano a muso duro alle precisazioni rese nei giorni scorsi dal sindaco, Lello Di Bari, ribadendo le riserve già espresse in merito ai lavori di sistemazione e messa in sicurezza del Porto di Savelletri.

“Per messa in scurezza - spiegano – si intende un intervento finalizzato alla rimozione delle cause ostative alla fruizione di un bene che comportino pericolo per la pubblica incolumità, con ripristino della sua funzionalità originaria. Un progetto che prevede un ampliamento dell’opera esistente con raddoppio delle dimensioni della stessa è tutto fuorché messa in sicurezza. Lo specchio d’acqua, infatti, risulterebbe esteso dai 28.000 metri quadri attuali a circa 50.000 metri quadri. Pare quindi a dir poco riduttivo derubricare il tutto con l’espressione ampliamento minimo”.

Per il Comitato, la definizione data al progetto (“Sistemazione e messa in sicurezza”) “è solo un capzioso escamotage per far passare un’imponente opera di estendimento  come un intervento quasi doveroso”. A seguire, le motivazionidi tale sospetto: “E’ evidente, che la messa in sicurezza del porto esistente sia necessaria, onde risolvere l’annoso problema dell’attracco dei pescherecci, ma è altresì palese che l’intento perseguito dal progetto sia principalmente la realizzazione di un porto turistico”.

I coordinatori del Comitato, non hanno dubbi: “Le legittime istanze dei pescatori, a ben vedere, potrebbero infatti puntualmente e immediatamente essere riscontrate e assecondate da un progetto più ridotto, assolutamente non invasivo ed ecosostenibile, che preveda la realizzazione di barriere frangiflutti oppure, in alternativa, il solo rinforzo ed allungamento dell’esistente piccolo braccio di scirocco (quello per intenderci posizionato in prossimità dei bagni pubblici) e, contestualmente, l’allungamento convergente del braccio di maestrale, così da rendere meglio protetto dalle correnti l’esistente specchio d’acqua. Questo sarebbe un intervento di messa in sicurezza, che risolverebbe in maniera univoca e definitiva il problema dei pescatori, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente e l’ecosistema e con un consistente risparmio di pubblico denaro”.

Il Comitato sottolinea poi le ragioni della battaglia intrapresa: “L’intento non è quello di ostacolare la realizzazione di nuove opere sul territorio, bensì solo di evitare lo stravolgimento della tipicità del luogo”. Per gli ambientalisti, il progetto, donato al Comune dalla locale sezione della Lega Navale Italiana, un punto di rottura grave degli attuali equilibri paesaggistici, nonché un’opera in contraddizione con altri interventi di valorizzazione e tutela del borgo marinaro di Fasano, e la fine di un tratto di scogliera a ridosso dell’attuale imbocco del porto da sempre utilizzato in estate dai residenti e dai turisti per la balneazione.

La parte delle opere previste che, a giudizio del comitato, avrebbe maggiore impatto è il nuovo braccio di Levante: un molo di 140 metri di lunghezza, con relativo corredo di blocchi frangiflutti, la cui radice poggerebbe proprio sul predetto tratto di scogliera. All’interno di esso, 16 posti per imbarcazioni di lunghezza sino a 16 metri.

“La spasmodica bramosia di arraffare finanziamenti – conclude la nota del Comitato – non può e non deve portare a d una devastazione del territorio. Non vorremmo che solo per ragioni di tempo si arrivasse a realizzare un qualcosa che stravolgerebbe irrimediabilmente la nostra costa. Meglio un’opera mai fatta che un’opera fatta male”.

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