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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente

Porto Cesareo, sequestrato il "Goa"

PORTO CESAREO - Continuano i sequestr a Porto Cesareoi: questa mattina sono stati apposti i sigilli a fine probatorio al lido “Goa” in località Belvedere, in esecuzione di un apposito provvedimento cautelare emesso dal sostituto procuratore della Repubblica Antonio Negro.

PORTO CESAREO – Continuano le verifiche e sopralluoghi dei carabinieri della compagnia di Campi Salentina a Porto Cesareo, per individuare eventuali violazioni delle norme in materia di edilizia e la compatibilità paesaggistica da parte delle strutture turistiche e balneari, a anche in prossimità dell’ormai imminente avvio della fase principale della stagione estiva. E continuano i sequestri: questa mattina sono stati apposti i sigilli a fine probatorio al lido “Goa” in località Belvedere, in esecuzione di un apposito provvedimento cautelare emesso dal sostituto procuratore della Repubblica Antonio Negro.

Alle 9 di stamane, i militari del Norm della compagnia di Campi si sono presentati sul luogo e hanno sequestrato tutte le costruzioni del complesso e persino i pali utilizzati per gli impianti di illuminazione e di videosorveglianza. In supporto, anche i carabinieri di Leverano e Porto Cesareo. Il provvedimento è scaturito da una prima ricognizione sui luoghi effettuata nei giorni scorsi, durante cui sono state rilevate le presunte anomalie realizzative rispetto ai vincoli imposti dalla normativa che tutela i beni paesaggistici.

È stata infatti accertata la presenza di pali per l’illuminazione infissi direttamente nel corpo dunale esistente sul confine posteriore delle costruzioni in legno dello stabilimento: una posizione irregolare: ogni tipo di costruzione dovrebbe essere realizzato a una distanza superiore ai tre metri dal piede della duna, e la violazione di tale prescrizione ha comportato una comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Lecce, molto rapida nel disporre il provvedimento cautelare.

Ulteriori approfondimenti sono anche in corso sulla posizione degli stessi chioschi adibiti a ristorazione, a magazzini e a bagni per i clienti: anche in questo caso, i carabinieri stanno verificando se siano state rispettate le distanze imposte dalla legge, indispensabili per ottenere permessi e valutazioni favorevoli ai fini dei vincoli paesaggistici.

Il decreto di sequestro, non a caso, fa esplicito riferimento al fatto che lo stabilimento (attualmente già aperto al pubblico) evidenzi l’installazione all’interno della duna di sabbia di alcuni pali per illuminazione e altre alterazioni del cordone dunale. Tutto il “Goa” si trova su area demaniale. I reati ipotizzati perciò sono quelli previsti dall’articolo 734 del codice penale (distruzione o deturpamento di bellezze naturali), nonché la disciplina congiunta dettata dall’art. 44/co 1° lett. b D.P.R.380/01 e dall’art. 181 D.Lgs nr. 42/04, che sanzionano chi esegua lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici in difformità dalle autorizzazioni ottenute in proposito.

L’attività di indagine, intanto, prosegue anche nei confronti di altre aziende balneari che saranno via via sottoposte a sopralluogo. La strategia dei carabinieri si sviluppa su tre direttrici in particolare: l’esame della documentazione autorizzativa e amministrativa prodotta in relazione alle singole attività, la conformità delle opere realizzate ai permessi ottenuti e la verifica del pieno rispetto di ogni normativa a tutela dei beni demaniali e paesaggistici.

 

 

 

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