Rigassificatore, nella mani del Consiglio di Stato le sorti della colmata di Capo Bianco
BRINDISI – Si terrà il prossimo 23 novembre l'udienza relativa al ricorso al Consiglio di Stato presentato dalla Lng dopo che il Tar aveva accolto il ricorso della Provincia per l'annullamento della conferenza dei servizi del 20 giugno 2005. Si tratta di un passaggio fondamentale, perchè qualora anche il Consiglio di Stato dovesse dar torto alla società britannica, verrebbe di fatto bocciato il progetto della colmata, e la realizzazione dell'impianto (l'area di Capo Bianco, va ricordato, è tuttora sotto sequestro) rischierebbe di allontanarsi.
BRINDISI ? Si terrà il prossimo 23 novembre l'udienza relativa al ricorso al Consiglio di Stato presentato dalla Lng dopo che il Tar aveva accolto il ricorso della Provincia per l'annullamento della conferenza dei servizi del 20 giugno 2005. Si tratta di un passaggio fondamentale, perchè qualora anche il Consiglio di Stato dovesse dar torto alla società britannica, verrebbe di fatto bocciato il progetto della colmata, e la realizzazione dell'impianto (l'area di Capo Bianco, va ricordato, è tuttora sotto sequestro) rischierebbe di allontanarsi.
Saranno gli avvocati già scelti dalla Provincia di Brindisi, Franco Giampietro del Foro di Roma e Lorenzo Durano del Foro di Brindisi, a rappresentare gli interessi legali dell'ente. Nel 2005 con il verbale della conferenza dei servizi era stato dato il via libera alla società inglese per effettuare la colmata nello specchio d?acqua antistante Capo Bianco, lavori poi avviati a partire dal novembre di quell?anno.
La decisione del Tar bocciò di fatto la delibera dei ministeri dell?Ambiente, della Salute e dello Sviluppo economico, che decisero di restituire agli usi legittimi (termine che indica lo svincolo di un?area) il tratto di mare dell?avamporto, dove Brindisi Lng intende realizzare il terminal di rigassificazione. Una decisione assunta pur in presenza di una opposizione da parte della Regione Puglia, rappresentata in quella sede dall?allora assessore Michele Losappio. La Regione, in tal modo, sosteneva le osservazioni motivate dell?amministrazione provinciale brindisina, che riteneva insufficiente la messa in sicurezza dell?area da parte della società interessata, avvenuta in assenza di un piano di caratterizzazione e di un piano di bonifica complessivi. La Regione non presentò ricorso, ma ad adire le vie legali fu la Provincia - essendo anche portatrice di interessi di natura ambientale - all'epoca presieduta da Michele Errico.
Dopo il parere del Tar, però, è stata la società britannica a decidere di rivolgersi al Consiglio di Stato per ottenere invece la convalida del verbale in questione. Quanto stabilito nella conferenza dei servizi di cinque anni fa è comunque solo uno dei tasselli della complessa vicenda relativa al rigassificatore. Dal giorno della prima autorizzazione ad oggi diversi sono stati i ricorsi presentati ai tribunali dalla società e dagli enti locali.
Solo nelle scorse settimane la Provincia ? così come precedentemente avevano fatto anche Comune e Regione ? ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro il Decreto ministeriale sul parere della Commissione Via, che pur contenente numerose prescrizioni di fatto esprime un parere positivo circa la realizzazione del rigassificatore. Il che, ovviamente, contrasta con la posizione degli enti locali, da sempre contrari alla costruzione dell'impianto nel sito di Capo Bianco, tanto da manifestare il rispettivo parere anche attraverso recenti manifestazioni organizzate dalle associazioni ambientaliste.