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Rigassificatore, l'Udc: "Basta col braccio di ferro, c'è una nuova situazione"

BRINDISI – L’Udc di Brindisi naviga molto probabilmente verso un sì al progetto del rigassificatore a Capo Bianco targato British Gas. Lo lascia intendere una nota del commissario provinciale del partito, Euprepio Curto, in cui c’è un appello a cessare le contrapposizioni sul tema, ma anche la constatazione che “si continua a discutere di rigassificatore su una fotografia attuale che non è più quella di qualche anno fa, essendosi venute a modificare le situazioni autorizzative facenti capo alla Lng, e non essendosi ancora realmente concretizzato quel nuovo modello di sviluppo a cui tanto credito, politico e sociale, era stato fino ad ora concesso “.

BRINDISI – L’Udc di Brindisi naviga molto probabilmente verso un sì al progetto del rigassificatore a Capo Bianco targato British Gas. Lo lascia intendere una nota del commissario provinciale del partito, Euprepio Curto, in cui c’è un appello a cessare le contrapposizioni sul tema, ma anche la constatazione che “si continua a discutere di rigassificatore su una fotografia attuale che non è più quella di qualche anno fa, essendosi venute   a modificare le situazioni autorizzative facenti capo alla Lng, e non  essendosi ancora realmente concretizzato quel nuovo modello di sviluppo a cui tanto credito, politico e sociale, era stato fino ad ora concesso “.

A ciò, Curto aggiunge la constatazione della “mancanza di una qualsiasi  volontà orientata alla ricerca di una soluzione politica capace di salvaguardare i fattori ambientali da un lato, e di mettere  in moto virtuosi processi di sviluppo dall’altro, al fine di rilanciare sia lo sviluppo medesimo che l’occupazione”. Queste considerazioni sono, dice il coordinatore provinciale dell’Udc, la sintesi di un incontro dei quadri dirigenti del partito che non ha raggiunto ancora una conclusione, ma che avrà un secondo momento il 27 agosto, in vista del consiglio provinciale del 30.

“Non so dire – ha dichiarato Curto – che cosa emergerà dall’incontro di venerdì 27 agosto, ma se c’è una cosa che posso  assicurare è che l’Udc non si rintanerà in una sterile e pilatesca posizione di comodo”, e ha concluso che “l’Udc, al di là del voto che sarà espresso in Consiglio provinciale, non si stancherà di chiedere che sia posto fine ad braccio di ferro fino ad ora rivelatosi sterile e improduttivo “.

Quale sviluppo possa innescare la costruzione del rigassificatore, l’Udc ancora non lo dice. I rigassificatori non sono altro che terminal di trasformazione e stoccaggio del metano trasportato allo stato liquido via mare, e connessioni tra le metaniere e la rete di trasporto terrestre via gasdotto. Il territorio brindisino non utilizzerà quel metano perché sia Enel che Edipower non hanno in progetto riconversioni a gas delle loro centrali, mentre Enipower utilizza ovviamente il proprio. L’unica grande convenienza è quella di British Gas che potrebbe avere finalmente ciò che le manca: un rubinetto nel Mediterraneo per immettere in rete il proprio metano e venderlo. Un’operazione esclusivamente commerciale.

Semplificando, chi beneficerà stabilmente del rigassificatore, oltre alla società inglese? Probabilmente solo l’impresa dei rimorchiatori che aumenterà il proprio fatturato con le metaniere, e un numero di addetti non superiore alle 60-70 unità. In cambio, Brindisi dovrebbe accettare un aggravio del rischio di incidenti industriali insostenibile, e sopportare i pesanti effetti della decantierizzazione dell’opera dopo due o tre anni, che in casi analoghi son o stati gestiti scaricando i lavoratori sotto le sedi della prefettura, del Comune e della Provincia, con richieste di cassa integrazione eccetera.

L’industria del freddo? Occorrerà aspettare lo studio finanziato e affidato all’Università del Salento dalla Brindisi Lng, per valutarne fattibilità, costi e tempi. Si parla comunque di un evento molto lontano nel futuro (non meno di cinque-sei anni se i lavori per la realizzazione del rigassificatore partissero domani), e comunque due fatti sono ormai chiari: occorre trovare capitali da investire per realizzare le strutture del cosiddetto “polo del freddo”, e un bacino agroalimentare per cui valga la pena impegnarli.

Ciò in uno scenario in cui si pone con urgenza invece il problema di affrontare i nodi della chimica e dell’energia, con le profonde trasformazioni già in atto nel territorio indotte dalla corsa e da forme do speculazione per ora scarsamente controllate agli insediamenti eolici e soprattutto fotovoltaici. Mentre il comparto aerospaziale pone all’impresa brindisina il problema di una grande sforzo di internazionalizzazione e quelli di un mercato globale fortemente caratterizzato dalla ricerca, dall’innovazione e anche da riassetti dei grandi gruppi dovuti proprio alla competizione sempre più forte. Altra grande questione su cui le forze politiche discutono molto poco, quella di un porto che ha bisogno soprattutto di funzionare bene.

Su questo terreno la classe politica brindisina – con le dovute eccezioni - si è dimostrata nel complesso debole e impreparata, come anche grandi settori del sindacato. Il rigassificatore così rischia di diventare anche un alibi. Un osservatore esterno non può non chiedersi come mai una decisione già presa negli anni scorsi da Comune e Provincia, oltre che dalla Regione, venga continuamente rimessa in discussione. I pareri ministeriali? Vendola e Mennitti lo hanno già detto, e recentemente anche Ferrarese: quelli si impugnano. Non sono stati i governi territoriali a scegliere il braccio di ferro. Forse questo l’Udc lo ha dimenticato. peraltro, un sì al rigassificatore dell'Unione di Centro nella prossima saeduta del consiglio provinciale aprirebbe anche un  problema nel "laboratorio Brindisi": il presidiente Massimo Ferrarese ha detto infatti che chi voterà a favore se ne assumerà ogni responsabilità politica.

Sullo sfondo, non bisogna dimenticarlo, ci sono la permanenza del sequestro penale del cantiere della Brindisi Lng a Capo Bianco, un processo in corso e una recente indagine conoscitiva sull'iter del procedimento autorizzativo conclusosi con il parere favorevole della Commissione nazionale Via, avviata dalla procura di Brindisi e affidata ancora una volta alla Digos, che ha acquisito alcune settimane fa tutti gli atti relativi presso i ministeri interessati.

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