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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Sel S.Pietro: "Al tavolo della convenzione Enel anche i Comuni della zona Sud"

S.PIETRO VERNOTICO - Aumentano le prese di posizione per allargare il tavolo istituzionale sul rinnovo della convenzione Enel anche ai Comuni del territorio interessato dagli impatti della centrale di Cerano, vale a dire quelli della zona sud del Brindisino e del nord Leccese. Realtà peraltro destinatarie negli anni Ottanta e Novanta di interventi economici compensativi da parte dalla società elettrica. Dopo la delibera approvata dal consiglio comunale di S.Pietro Vernotico (che alleghiamo in calce) ecco il testo integrale della posizione assunta dal circolo di Sinistra, Ecologia e Libertà della stessa cittadina.

S.PIETRO VERNOTICO - Aumentano le prese di posizione per allargare il tavolo istituzionale sul rinnovo della convenzione Enel anche ai Comuni del territorio interessato dagli impatti della centrale di Cerano, vale a dire quelli della zona sud del Brindisino e del nord Leccese. Realtà peraltro destinatarie negli anni Ottanta e Novanta di interventi economici compensativi da parte dalla società elettrica. Dopo la delibera approvata dal consiglio comunale di S.Pietro Vernotico (che alleghiamo in calce) ecco il testo integrale della posizione assunta dal circolo di Sinistra, Ecologia e Libertà della stessa cittadina.

Il documento di Sel S.Pietro

"Quella che gli Enti locali territoriali (Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi) si apprestano a sottoscrivere insieme ad Enel, in merito agli accordi sulla centrale a carbone Ferderico II, è la terza convenzione nell’arco di  15 anni. Nel 1996 infatti si sottoscrisse la prima convenzione con lo scopo di regolamentare il funzionamento di Brindisi Nord (allora Enel oggi Edipower) e Brindisi Sud (Cerano) e di disciplinare i rapporti in essere tra le realtà industriali, le Amministrazioni locali e le popolazioni dei territori su cui insistevano  (ed insistono ancora oggi) gli insediamenti industriali.

Si è voluto dare in quella occasione maggiore attenzione ai parametri legati all’attività produttiva, in quanto, la vision di allora in merito alle centrali ed al polo industriale, era quella di un insediamento veicolo di sviluppo, benessere, lavoro e indotto, il tutto caratterizzato da una forte connotazione del territorio. Tutti quei parametri, apparentemente garanti di un equilibrio tra la produttività, l’ambiente  e la salvaguardia della salute dei cittadini, comunque disattesi, nella successiva convenzione del 2002 sono stati oggetto di totale revisione, anche in conseguenza di provvedimenti di carattere nazionale, oltre che di espressa volontà politica locale.

Da tempo l’attesa per la firma della nuova convenzione alimenta l’aspettativa di un “riequilibrio”, nel senso di pareggiare i conti tra ENEL ed i territori su cui insiste la centrale Federico II. Date queste premesse, è il momento di porre in essere condizioni chiare ed inequivocabili che non siano promesse da attuare in un ulteriore futuro, visto che gli “improbabili futuri” annunciati nei precedenti accordi, sono proprio il presente in cui stiamo prendendo atto del forte deficit del rispetto dei parametri allora stabiliti.

Il sud Puglia è un territorio che ha già pagato un prezzo enormemente alto in termini di ambiente, occupazione e degrado del territorio, ma soprattutto vite umane. L’incidenza del tasso di mortalità per tumori è una realtà con cui tutti dobbiamo confrontarci. Si veda il numero di decessi per tumore per ogni nucleo familiare. La geografia dei decessi per tumore segue di pari passo la geografia di certe aree industriali. La mappatura è talmente chiara che, con semplicità contadina, dobbiamo dirci le cose come stanno. Non sembri esagerato allora, quando si dice che gli impianti industriali presenti e quelli che si prevede siano portati a compimento, disegnano un’area in cui qualunque ulteriore combustione, anche minima, rappresenta una “pressione ambientale”.

Oggetto di tali pressioni ambientali è tutto ciò che viene immesso in atmosfera come prodotto di combustione, in un area già vessata da decenni.  Anche l’incenerimento di rifiuti, sia che esso avvenga nella centrale Federico II di Cerano o in un termovalorizzatore, è una nuova immissione. Quindi, il futuro possiamo solo immaginarlo senza combustioni aggiuntive a quelle già esistenti e che con molta  difficoltà si cerca di monitorare. Il futuro è nelle fonti rinnovabili. L’azione umana ha già prodotto i suoi effetti. Il concetto è che, data questa situazione, siamo in dovere di “fare di meno”, di produrre meno energia. Ben vengano fonti già esistenti in natura che non necessitano di cicli di combustione, e quindi di emissioni inquinanti.

I cittadini di San Pietro V.co, come i cittadini di altri comuni a sud di Brindisi, vivono nel cuore della “questione ambientale” del Salento, al pari dei cittadini di Brindisi, Taranto e del sud Salento dove pare che le cose non vadano molto meglio (vedi centrale a biomasse di Casarano).  A tal proposito, già il decreto del Presidente della Repubblica del 23.4.1998 sanciva che San Pietro V.co, insieme ad altri comuni della provincia di Brindisi è considerato “territorio ad alto rischio ambientale”.

Per queste ragioni vogliamo sostenere  con determinazione quanto espresso dal sindaco di San Pietro V.co, avv. Pasquale Rizzo, durante il consiglio monotematico svoltosi sabato 15 gennaio che si è concluso con l’approvazione all’unanimità di un documento che analizza e snocciola punto dopo punto le necessità di un territorio che pure ha dato tanto alla causa del fabbisogno energetico nazionale e non solo nazionale, e lo ha fatto ricevendone in cambio perdite di vite umane, inquinamento ambientale e mancato sviluppo.

L’accordo che Enel vorrebbe sottoscrivere con le Amministrazioni locali non può essere portato a termine senza tenere bene a mente la realtà che abbiamo vissuto fino ad ora, quindi, al Presidente della Regione Puglia, al Presidente della Provincia di Brindisi, al Sindaco di Brindisi ed a ENEL noi chiediamo che la più alta autorità civica del nostro comune, ovvero il sindaco Rizzo, possa esprimersi in merito a tutto questo partecipando al tavolo delle trattative insieme agli altri firmatari di questo nuovo patto, costruito su impegni, contatti e una fitta rete di relazioni tra le parti in causa. E a chi dovesse chiederci 'perché il comune di San Pietro?', noi diciamo: e se non noi chi allora?”.

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documento consiglio S.Pietro V.

documento consiglio S.Pietro V. pdf

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