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Tariffe acqua, l'Ilva ricorre al Tar

BARI – L’Ilva di Taranto dice no alle tariffe più alte dell’acqua così come stabilito ad ottobre scorso con l’accordo di Programma tra la Regione Puglia, Basilicata e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. L’acciaieria pugliese ha impugnato presso il Tar di Lecce la rideterminazione delle tariffe dell’acqua.

TARANTO – L’Ilva di Taranto dice no alle tariffe più alte dell’acqua così come stabilito ad ottobre scorso con l’accordo di Programma tra la Regione Puglia, Basilicata e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. L’acciaieria pugliese ha impugnato presso il Tar di Lecce la rideterminazione delle tariffe dell’acqua. La più grande acciaieria d’Europa impugnando presso il Tar la rideterminazione delle tariffe dell’acqua contrasta le politiche del risparmio della risorsa idrica per il potabile, del riuso delle acque sanificate e la riduzione della tariffa per scopi irrigui. Questo è quanto detto dall’assessore regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati, in risposta alla decisione intrapresa da Ilva. L’Accordo di programma tra Regione Puglia, Basilicata e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti arrivò ad ottobre 2011 con la delibera del Comitato di Coordinamento, con la quale era stata determinata una rimodulazione delle tariffe dell’acqua nella sua componente ambientale. Infatti, il Comitato decise che per l’anno 2012 l’uso dell’acqua di tipo agricolo sarebbe stata aumentato del 25%, quello industriale del 250% mentre per l’anno 2013 del 400% e 500% per l’anno 2014.

Questa decisione ha lo scopo di incentivare gli utilizzatori a contenere i consumi per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale stabiliti dall’Unione Europea e di perseguire una politica gestionale più sostenibile delle risorse idriche attraverso le azioni di riduzioni, recupero e riuso.

“La delibera impugnata ha recepito principi sanciti - ha detto Amati - da una pluralità di precetti legislativi, che obbligano le pubbliche amministrazioni a stimolare in ogni modo il riuso delle acque. Tali intendimenti che Ilva censura, sono avvalorati dalle esigenze di risparmio di una risorsa in esaurimento, che tutti abbiamo il dovere di preservare per le future generazioni ed anche per noi stessi, se solo si consideri che stiamo vivendo in pieno stato di pre - allerta per la siccità incombente.” L’assessore regionale Amati, ha inoltre, chiesto agli enti locali (Comune e Provincia di Taranto), alle associazioni ambientaliste, ai sindacati confederali e di categoria e ai consumatori, di intervenire contro l’impugnazione dell’Ilva”.

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