Torce Petrolchimico, anche Basell annuncia che incontrerà il pm
BRINDISI - La richiesta non è ancora formale, ma l'americana Basell sembra intenzionata a calcare le orme del percorso già segnato da Polimeri Europa, chiedendo da qui a breve un incontro con il sostituto procuratore Antonio Negro, mentre pare che i rappresentanti dell’azienda abbiano già incontrato il gip Paola Liaci. Nel frattempo, entro giovedì al massimo, lo stesso pubblico ministero deciderà invece in merito al piano di riconduzione a norma presentato dalla società del gruppo Eni. Entro lo stesso termine Basell ha fatto sapere ai rappresentati sindacali che saranno comunicate le decisioni dell’azienda utili a scongiurare la paralisi delle attività industriali annunciata dal decreto di sequestro preventivo.
BRINDISI - La richiesta non è ancora formale, ma l'americana Basell sembra intenzionata a calcare le orme del percorso già segnato da Polimeri Europa, chiedendo da qui a breve un incontro con il sostituto procuratore Antonio Negro, mentre pare che i rappresentanti dell?azienda abbiano già incontrato il gip Paola Liaci. Nel frattempo, entro giovedì al massimo, lo stesso pubblico ministero deciderà invece in merito al piano di riconduzione a norma presentato dalla società del gruppo Eni. Entro lo stesso termine Basell ha fatto sapere ai rappresentati sindacali che saranno comunicate le decisioni dell?azienda utili a scongiurare la paralisi delle attività industriali annunciata dal decreto di sequestro preventivo.
La mannaia del sequestro preventivo, è appena il caso di ricordare, promette di diventare operativa entro e non oltre il 15 ottobre. Malgrado le due diverse reazioni da parte di Polimeri e Basell, insomma, entrambe le aziende sembrano intenzionate a non lasciare cadere nel vuoto la disponibilità della procura. Proprio Basell infatti, ha recentemente investito circa 33 milioni di euro per l?ampliamento dei prodotti innovativi nell?ambito della chimica. A conforto della società americana, c?è inoltre il fatto, che una delle torce d?emergenza poste sotto sequestro, per esempio, è stata autorizzata non più tardi del 2007: secondo la documentazione esibita dall?azienda, è entrata in funzione in perfetta coincidenza con le concessioni, rispondendo per altro alle norme europee che impongono l?ammodernamento degli impianti nel segno del minor impatto ambientale.
Non è tutto. Se il decreto del tribunale precisa che alla richiesta in merito a quali sostanze venissero immesse nell?aria per mezzo delle torce usate come termodistruttori, le aziende hanno risposto con dati presunti e non con dati certi risultanti da analizzatori di processo, è vero anche che le due aziende lavorando e producono sostanze differenti, con tutto quel che ne consegue in termini di differenti emissioni nell?atmosfera. Insomma, se il problema sono i gas prodotti dalla attività industriale, immessi nella atmosfera attraverso le torce, dunque trattati alla stregua di rifiuti non autorizzati, resta da capire quali gas venissero sversati indebitamente e da quali aziende, con esattezza. Gas che non possono essere gli stessi, premessa la diversità di produzione fra Basell e Polimeri.
Entro questa settimana, in ogni caso, l?azienda americana ha preannunciato risposte chiare sulle soluzioni future. Da concordare ovviamente con la procura.