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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Traghetto, verifiche in corso. Gli ambientalisti: "Un fattore di rischio non valutato"

BRINDISI – Confermato che è stato il black out a mandare in panne la motonave Veronica, ora la capitaneria di porto sta cercando di stabilirne le cause. “La nave per il momento è ancorata alla banchina del porto interno – spiega il capitano di vascello Claudio Ciliberti, comandante della Capitaneria di Brindisi – e stiamo cercando di verificare per quale motivo si è prodotto questo black out. Inoltre i nostri tecnici stanno verificando i danni subiti dalla prora. Noi speriamo di poter completare al più presto l’iter anche perché la banchina dov’è attraccata va al più presto liberata per le eventuali emergenze”.

BRINDISI – Confermato che è stato il black out a mandare in panne la motonave Veronica, ora la capitaneria di porto sta cercando di stabilirne le cause. “La nave per il momento è ancorata alla banchina del porto interno – spiega il capitano di vascello Claudio Ciliberti, comandante della Capitaneria di Brindisi – e stiamo cercando di verificare per quale motivo si è prodotto questo black out. Inoltre i nostri tecnici stanno verificando i danni subiti dalla prora. Noi speriamo di poter completare al più presto l’iter anche perché la banchina dov’è attraccata va al più presto liberata per le eventuali emergenze”.

Capitaneria e Rina - Al momento non c’è stata nessuna alcuna segnalazione alla Procura presso il Tribunale di Brindisi. “La nostra è una indagine tecnico-amministrativa – aggiunge il comandante della Capitaneria -. Appena sarà terminata, che come ho detto spero avvenga nel più breve tempo possibile, se avremo riscontrato delle negligenze passibili penalmente inoltreremo i risultati da noi acquisiti alla magistratura ordinaria”.

Da ieri sono al lavoro anche i tecnici del Registro navale (il Rina) per condurre accertamenti su questo incidente. Si indaga, dunque, a trecentosessanta gradi. La Veronica fa rotta tra Brindisi e Valona. Era partita all’incirca verso le 2 del mattino dal porto di Brindisi con al timone un pilota del porto. All’altezza della diga di Punta Riso un black out elettrico rende ingovernabile la nave traghetto che, anche a causa del forte vento, scarroccia notevolmente. Ritornata l’energia elettrica, i motori già con la spinta massima “avanti tutta”, hanno puntato la nave sulla banchina della diga. Nemmeno l’esperienza del pilota del porto è riuscito ad evitare l’impatto.

Nave sfortunata ? - A bordo c’erano 150 passeggeri, una cinquantina di membri dell’equipaggio, e nella pancia numerosi mezzi, tra auto e camion. Fortunatamente non ci sono stati feriti. E’ andata bene anche ai mezzi trasportati che non hanno subito ammaccature di sorta. Proprio sfortunata questa nave? “Non so cosa rispondere – dice il comandante Ciliberti -. Era al suo primo viaggio dopo una lunga sosta. Stiamo cercando di capire cosa ha provocato questo incidente”. La Veronica era stata ferma per cinque mesi. C’era un problema di pagamenti dei fornitori e questi avevano avviato una procedura giudiziaria che aveva bloccato la nave. Poi si era tutto risolto e la Veronica, superati i test, aveva ripreso il mare proprio la notte tra martedì e mercoledì. Ma questo incidente l’ha bloccata nuovamente.

Gli ambientalisti: gas e traghetti non vanno d’accordo - Intanto le associazioni ambientaliste brindisine, alla luce di questa collisione, hanno rimarcato il problema che nel porto industriale sia i progettisti del rigassificatore della Brindisi Lng che la Commissione Via del Ministero dell’Ambiente non hanno valutato i reali fattori di rischio di incidente rilevante: “Troppo spesso le associazioni ambientaliste vengono accusate di pregiudizi e catastrofismo, ma spesso i fatti reali dimostrano che non è così. Ieri notte il traghetto Veronica in uscita dal porto di Brindisi, a causa di un  black out all’impianto elettrico che lo ha reso ingovernabile, ha urtato violentemente contro la banchina di punta Riso. Nonostante il traghetto fosse reduce dai recentissimi e accurati controlli, imposti per il rilascio delle autorizzazioni per la navigazione, e nonostante la presenza a bordo di un pilota, non si è potuto evitare che l’incidente accadesse. Il fatto è che bisogna fare i conti con l’imponderabilità delle vicende”.

“Non possiamo – sottolineano gli ambientalisti del fronte del no al rigassificatore - non chiederci cosa sarebbe accaduto se il traghetto invece di andare a sbattere contro la banchina di punta Riso, alla sua sinistra in uscita, questo si fosse invece diretto rovinosamente a destra, verso la zona industriale, per intenderci verso Capobianco. E cosa sarebbe successo se fosse entrato in collisione con una di quelle mastodontiche metaniere che dovrebbero scaricare il gas naturale per il rigassificatore che la Brindisi Lng vuole costruire? Forse sarebbe avvenuta una tragedia, tutto ciò alla faccia della sbandierata assoluta sicurezza”.

“A chi sarebbero state imputate le colpe? Al catastrofismo degli ambientalisti o all’incredibile parere positivo della Commissione ministeriale VIA ovvero alla sicumera e incoscienza di chi difende interessi indifendibili e in contrasto con quelli del territorio e della sua sicurezza? Ma i processi postumi ci interessano poco – dicono gli ambientalisti -, a noi interessa la salvaguardia del territorio e l’incolumità della sua popolazione. Ci auguriamo che i residui fautori dell’impianto si rendano conto del grave pericolo che correrà questa città con la costruzione del rigassificatore progettato nel porto e a ridosso del centro abitato”.

Quel Nof va aggiornato - “L’incidente del traghetto Veronica mette in risalto un ulteriore e preoccupante aspetto: il mancato aggiornamento del Nof, che costituiva una delle integrazioni al progetto del rigassificatore, richieste il 16 marzo 2009 dal Ministero dell’Ambiente, non soddisfatta in alcun modo dalla Brindisi Lng che si limitò ad una sbrigativa risposta ritenendo ancora valido quello rilasciato nel 2002 dal Comitato tecnico regionale. Ciò nonostante il Ministero chiedesse senza mezzi termini che il progetto, così come completato dalle integrazioni che saranno prodotte, dovrà essere richiesto un aggiornamento del Nof che dovrà considerare l’analisi di tutti gli incidenti rilevanti, inclusi quelli che possano derivare dalla presenza della torcia del petrolchimico e dal passaggio di aerei civili e militari nelle fasi di atterraggio/decollo, dall’attività del vicino poligono di tiro e dai possibili effetti domino derivanti dalla presenza degli altri impianti del petrolchimico a rischio di incidente rilevante”.

“In particolare, relativamente ai serbatoi, dovranno essere valutati i rischi connessi ad eventuali anomalie impiantistiche, evidenziando la presenza o meno di una doppia parete (a parte quella esterna di cemento) e di un eventuale canale di raccolta sversamenti. Dovrà infine essere valutata la necessità in questa sede di richiedere l’aggiornamento del Piano di Emergenza Esterna di competenza della Prefettura. Quindi nell’analisi di tutti gli incidenti rilevanti – conclude la nota delle associazioni ambientaliste - doveva essere esaminato e approfondito anche l’aspetto relativo al traffico del naviglio in entrata e in uscita dal porto e delle loro possibili avarie. Alla luce di quanto accaduto, quindi, risalta con maggiore evidenza la gravità di non aver rispettato le direttive ministeriali e la gravità, da parte della Commissione VIA, a non aver tenuto conto di questa grave, volontaria, inottemperanza”.

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