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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Un termossidatore abbatterà le emissioni di Polimeri Europa. Fine lavori entro luglio

BRINDISI - La buona nuova, è questa: il consulente del pubblico ministero Antonio Negro, ingegnere Mauro Sanna, ha detto sì al piano Polimeri che prevede la costruzione di un termo ossidatore per lo smaltimento dei rifiuti gassosi, per i quali la società dovrà ovviamente munirsi delle prescritte autorizzazioni. Significa che i sigilli restano, ma le torce di emergenza tornano alla società per la riconduzione a norma degli impianti. Ergo, la produzione non sarà interrotta allo scadere dell’ultimatum di 20 giorni contenuto dal decreto di sequestro preventivo posticipato. La scadenza fissata per il completamento dei lavori, è quella del 15 luglio 2011, pena il ripristino dello stato di illegittimità al quale la procura diretta da Marco Di Napoli ha deciso di porre fine il 26 ottobre scorso.

BRINDISI - La buona nuova, è questa: il consulente del pubblico ministero Antonio Negro, ingegnere Mauro Sanna, ha detto sì al piano Polimeri che prevede la costruzione di un termo ossidatore per lo smaltimento dei rifiuti gassosi, per i quali la società dovrà ovviamente munirsi delle prescritte autorizzazioni. Significa che i sigilli restano, ma le torce di emergenza tornano alla società per la riconduzione a norma degli impianti. Ergo, la produzione non sarà interrotta allo scadere dell’ultimatum di 20 giorni contenuto dal decreto di sequestro preventivo posticipato. La scadenza fissata per il completamento dei lavori, è quella del 15 luglio 2011, pena il ripristino dello stato di illegittimità al quale la procura diretta da Marco Di Napoli ha deciso di porre fine il 26 ottobre scorso.

La scadenza fissata è perentoria tanto quanto provvisoria è la restituzione degli impianti. La cauzione di 6 milioni di euro, fissata a titolo di fideiussione, è proporzionale al valore degli interventi previsti. Il termossidatore è un sistema di riduzione e trattamento delle emissioni degli impianti chimici, che dovrebbe abbatterne la massa attuale. Il resto sarà monitorato dai sistemi, oggi assenti, di misurazione ed analisi dei flussi inviati in torcia, processi in cui sarà coinvolta l’Arpa secondo modalità in corso di definizione. Il problema invece tutt’ora aperto è quello dello smaltimento dei rifiuti gassosi e fluidi nelle more della costruzione del termo ossidatore. Risposta che gli inquirenti attendo da Polimeri Europa in tempi brevi.

Del tutto altrimenti stanno le cose per i quattro indagati per “smaltimento non autorizzato di rifiuti gassosi, emissioni in atmosfera senza autorizzazioni ed emissioni pericolose”. Reati punibili anche con una sanzione pecuniaria certo, ma che potranno dirsi cessati nella loro consumazione – fermo restano il pregresso - nel preciso istante in cui saranno rimosse le cause dell’inchiesta stessa che conta fra gli indagati Paolo Zuccarini, 47 anni, direttore dello stabilimento di Polimeri Europa, Paolo Salvatore Brigante, 38 anni, responsabile salute, sicurezza e ambiente sempre di Polimeri, Giancarlo Di Natale, 63 anni, direttore dello stabilimento Basell e Franco Casadio, 64 anni, responsabile sicurezza per l' impianto brindisino della stessa società americana.

Le stesse persone accusate di aver fornito, come si legge nel decreto di sequestro del giudice per le indagini preliminari Paola Liace, nient’altro che “dati presunti” relativi alle emissioni in atmosfera, laddove avrebbero dovuto fornire dati certi e regolarmente rilevati da un apposito sistema di monitoraggio previsto dalla legge per tutti gli impianti di cracking. D’ora in poi, non solo i rilievi dovranno essere regolari e puntuali, ma potrebbero persino essere affidati – sempre su disposizione della magistratura – ad un soggetto terzo, deputato al controllo, già individuato nell’Arpa Puglia.

Tanto in attesa che il termossidatore progettato da Polimeri entri in funzione. E ancora, in attesa che i risultati delle indagini giungano a compimento, accertando i danni sulla salute pubblica cagionati fino a questo momento dalla accensione sistematica delle torce d’emergenza. Qualora, e se, le indagini epidemiologiche giungessero all’accertamento di danni ad oggi ipotetici, la sostanza dell’impianto accusatorio diventerebbe tutt’altra. Tanto vale anche per Basell, che entro la settimana in corso, al più tardi lunedì, dovrebbe consegnare un proprio piano di riconduzione a norma.

Postille. Le due aziende colpite dal provvedimento della magistratura hanno marciato a ritmi assai diversi nel rispondere alla opportunità – venti giorni dal sequestro - concessa dalla procura. Se è vero che Basell tarda, è vero anche Polimeri è stata di una tempestività straordinaria, ai limiti dell’incredibile. Il piano, articolato in venticinque lunghe pagine, è stato presentato al vaglio del consulente tecnico d’ufficio a meno di ventiquattro ore dal sequestro. Possibile che fosse già riposto nel cassetto e che, dunque, qualcuno all’interno dell’azienda si fosse già accorto di qualche cosa che non andava? E se c’era questa consapevolezza, perché non intervenire prima che arrivasse il diktat della procura?

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