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Villaggio Pescatori, un waterfront a metà. Lavori in banchina, case in degrado

BRINDISI – Sul futuro del Villaggio Pescatori, uno degli angoli più belli del porto interno di Brindisi, grava il peso di un waterfront lasciato a metà, e nella metà dove i lavori sono in corso il fuoco cova sotto la cenere. Il degrado del patrimonio abitativo comunale, quello che disegnò alcuni decenni fa il carattere urbanistico di una casbah di mestieri di mare e figure sociali contigue, pescatori e artigiani, è in caduta libera. Resta la bellezza delle scalette che portano da una terrazza altra giù sino alla banchina e alle barche, con il prospetto, di fronte, della parte antica del lungomare Regina Margherita, delle Sciabiche e del Castello Svevo. Resta la perplessità dell’abbandono manutentivo di tutto ciò: sono stati gli abitanti per tanti anni a provvedere alle esigenze più immediate. Ma c’è ancora Eternit, ci sono le ringhiere pericolanti, i solai da rifare, gli intonaci da ripristinare.

BRINDISI – Sul futuro del Villaggio Pescatori, uno degli angoli più belli del porto interno di Brindisi, grava il peso di un waterfront  lasciato a metà, e nella metà dove i lavori sono in corso il fuoco cova sotto la cenere. Il degrado del patrimonio abitativo comunale, quello che disegnò alcuni decenni fa il carattere urbanistico di una casbah di mestieri di mare e figure sociali contigue, pescatori e artigiani, è in caduta libera. Resta la bellezza delle scalette che portano da una terrazza altra giù sino alla banchina e alle barche, con il prospetto, di fronte, della parte antica del lungomare Regina Margherita, delle Sciabiche e del Castello Svevo. Resta la perplessità dell’abbandono manutentivo di tutto ciò: sono stati gli abitanti per tanti anni a provvedere alle esigenze più immediate. Ma c’è ancora Eternit, ci sono le ringhiere pericolanti, i solai da rifare, gli intonaci da ripristinare.

Tutto ciò determina un forte contrasto con ogni progetto di valorizzazione turistica, ma soprattutto di accessibilità anche culturale del complesso del Villaggio Pescatori, che ricorda molto la Ponza o la Ventotene degli anni ’40 e ’50 per i suoi affacci sul mare ma anche per la vetustà degli immobili. Sono molto belli gli spettacoli teatrali e musicali sotto le stelle. Ma se non si metterà mano ad un recupero integrale tutto ciò avrà sempre il sapore di uno sfruttamento mordi e fuggi del luogo, aggravato dalle promesse mai mantenute dai politici

La parte della banchina, quella che ricade nelle competenze dell’Autorità Portuale, invece è rivoluzionata dagli interventi in corso finanziati con un progetto della stessa Authority. Demoliti i vecchi depositi di attrezzi, saranno costruiti quelli nuovi, sarà rinnovato il piazzale e saranno risistemati i moli e lo scivolo. Qualcuno ha promesso anche un gru per sollevare dall’acqua le imbarcazioni e depositarle a terra. Ma il progetto ha una sostanza che non privilegia alcuni bisogni consolidati nel tempo, come quello di provvedere direttamente e sul posto alle manutenzioni delle barche. Si punta invece sullo sviluppo delle qualità di contenitore culturale e di socializzazione urbana del piazzale, che sarà rivestito di chianche. E tutto ciò con vernici, catrame, olio e nafta è assolutamente incompatibile.

Non è prevista un’area per le lavorazioni perché si dovrebbe pensare all’utilizzo a condizioni di favore dei cantieri navali esistenti. “Ma non credo affatto che i piccoli pescatori e le loro barchette possano essere trattati se non come clienti tutt’altro che privilegiati, nei nostri cantieri. Qui mi risulta che tutti vogliono invece poter continuare a fare al Villaggio le manutenzioni delle proprie barche, soprattutto per ragioni economiche e di tempi degli interventi”, dice Michele Petracca della cooperativa Europesca, da aprile anche esperto esterno per il settore del consiglio direttivo della Camera di Commercio. “Ed è ciò che chiederemo all’Autorità Portuale. Se si vuole usare il piazzale anche per scopi culturali va bene, ma si deve pensare subito anche a fare in modo che ci sia un’area destinata alle lavorazioni e a norma con la raccolta dei reflui”.

Altro punto da discutere, sarà il futuri regime dei canoni. “E’ immaginabile – dice Petracca – che l’Autorità Portuale richieda un canone per l’utilizzo dei nuovi magazzini. La gente è preoccupata. Quindi io devo sottolineare che la recente normativa che accoglie le direttive europee a tutela della piccola pesca, prevede che i canoni per questo settore siano quelli più bassi. Vogliamo discutere di ciò, e anche di alcune proposte su come attrezzare parte dello scivolo e del pennello a destra dello stesso per l’alaggio e le manutenzioni”.

Il Villaggio Pescatori, waterfront a metà, è di fronte ad un cambiamento atteso ma non condiviso in alcune parti. Ci sarà un tavolo per ascoltare i pescatori e trovare non un compromesso – non è mai la soluzione migliore – ma un parziale nuovo indirizzo degli interventi su piazzale e banchina? E arriverà il giorno in cui si sistemeranno anche le case comunali, quelle della casbah che piace tanto ai brindisini, ma che poi tutti dimenticano?

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