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Martedì, 23 Aprile 2024
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Attentato col botto a Soleto: Marzio, già guarito, finisce in carcere

OSTUNI – Dimesso dall’ospedale di Brindisi, dove era stato ricoverato con ferite e ustioni, era già stato raggiunto da una denuncia a piede libero perché accusato di trasporto e detenzione di materiale esplodente, attentato incendiario e danneggiamento. A distanza di un mese da quell’attentato imperfetto consumato nelle campagne di Soleto, ai danni della villa di un imprenditore originario di Carovigno, sono scattate le manette ai polsi di Giuseppe Marzio (42 anni, ostunese, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, tornato in modo pirotecnico alla ribalta della cronaca).

OSTUNI – Dimesso dall’ospedale di Brindisi, dove era stato ricoverato con ferite e ustioni, era già stato raggiunto da una denuncia a piede libero perché accusato di trasporto e detenzione di materiale esplodente, attentato incendiario e danneggiamento. A distanza di un mese da quell’attentato imperfetto consumato nelle campagne di Soleto, ai danni della villa di un imprenditore originario di Carovigno, sono scattate le manette ai polsi di Giuseppe Marzio (42 anni, ostunese, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, tornato in modo pirotecnico alla ribalta della cronaca).

Gli agenti di Polizia del Commissariato della Città bianca (guidati dal Dirigente Francesco Angiuli), congiuntamente ai poliziotti salentini (coordinati da Giovanni Bono, Vice Questore Aggiunto e Dirigente del Commissariato di pubblica sicurezza di Galatina) lo hanno tratto in arresto all’alba di oggi in esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa Gip del Tribunale di Lecce, Carlo Cazzella, su richiesta del Sostituto Procuratore Giuseppe Capoccia. E le accuse non mutano: Marzio è indagato per avere in concorso con persona in corso d’identificazione, compiuto atti idonei diretti a provocare il crollo dell’abitazione rurale di una persona di Galatina, penetrando all’interno della stessa, posizionandovi una bombola di gas da 25 chili, aprendo la valvola e, quindi , dall’esterno dando fuoco con un accendino, provocando così una violentissima esplosione che abbatteva alcuni muri portanti della casa a causa dei quali la stessa è stata dichiarata inagibile.

Durante l’esecuzione della misura cautela è stata eseguita una perquisizione domiciliare, che ha portato anche al sequestro del telefonico cellulare e della sim card. Non è escluso che dall’esame dei tabulati possano emergere elementi utili all’identificazione del complice. Dopo le formalità di rito, Marzio (assistito dall’avvocato Antonio Romano) è stato ristretto presso la casa circondariale di Brindisi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Con informativa di reato inoltrata il 15 aprile scorso dal Commissariato di Galatina alla Procura della Repubblica di Lecce in data 15 aprile 2011, Marzio era stato deferito in stato di libertà per l’’attentato imperfetto orchestrato la notte precedente (alle ore 23,25) nelle campagne di Soleto, in contrada Fischione. A seguito dell’esplosione fu gravemente danneggiata una villa di proprietà di un pensionato di 77 anni di Galatina, Salvatore Angelo Lanzillotti, originario di Carovigno ma da diversi anni trasferitosi nel Salento.

Il quarantatreenne ostunese, rimasto ferito a seguito della deflagrazione, nella stessa notte fu accompagnato e “abbandonato” da un complice al pronto soccorso dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, avendo riportato ferite al cuoio capelluto, trauma cranico, escoriazioni ed ustioni su varie parti del corpo. Sulle tracce di Marzio i poliziotti giunsero dopo aver trovato, nel giardino della villetta, alcune macchie di sangue, un passamontagna, anche questo sporco di sangue, e un accendino.

Saranno gli esami scientifici, al di là di ogni ragionevole dubbio, a stabilire ufficialmente una connessione tra il ferimento e l’attentato. Di certo il quarantaduenne ostunese è un personaggio assai noto alle forze dell’ordine. La grana più pesante risale a 10 anni fa. Una vicenda giudiziaria conclusasi, comunque, con una sentenza di assoluzione. Marzio in quella circostanza finì in manette nell’ambito delle indagini aperte dagli investigatori a seguito del delitto di Renato Mitrotta (ucciso la sera del 13 settembre 2001, all’età di 43 anni), rimasto poi insoluto.

L’agguato avvenne alla periferia di Ostuni, all’imbocco di via De Laurentis. Mitrotta, che era in sella al suo scooter Suzuki, all’altezza della rotatoria di via Verona fu tamponato da una autovettura, finendo con le due ruote contro un muretto di cinta. Tentò una disperata fuga a piedi ma fu raggiunto da una fucilata alle gambe. Trasportato in ospedale, morì nelle ore successive a seguito della rottura dell’arteria femorale.

Gli agenti del commissariato di Polizia di Ostuni, pochi giorni dopo, arrestarono in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare quattro persone, e tra loro anche Giuseppe Marzio. L’accusa ha sempre sostenuto che Mitrotta fu punito dai quattro per uno sgarro fatto qualche giorno prima l’agguato. In sede processuale, invece, i quattro furono assolti, per insufficienza di prove. Uscito pulito da quel procedimento penale e a distanza di qualche anno da quella sentenza di assoluzione, Marzio torna a far parlare di sé.

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