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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ancona, alternativa al rigassificatore

ANCONA – C’è una via alternativa ai rigassificatori, ed è quella degli impianti di decompressione. E’ un’operazione in fase di valutazione da parte dell’Autorità portuale di Ancona, che da questo traffico di metano trasportato non allo stato liquido, ma allo stato gassoso, ricaverebbe 75 milioni di euro come somma compensativa, e indirettamente un movimento di 365 navi l’anno. Ne parla il giornale online della portualità, Ship2Shore, in un articolo del 12 marzo.

ANCONA – C’è una via alternativa ai rigassificatori, ed è quella degli impianti di decompressione. E’ un’operazione in fase di valutazione da parte dell’Autorità portuale di Ancona, che da questo traffico di metano trasportato non allo stato liquido, ma allo stato gassoso, ricaverebbe 75 milioni di euro come somma compensativa, e indirettamente un movimento di 365 navi l’anno. Ne parla il giornale online della portualità, Ship2Shore, in un articolo del 12 marzo.

Il progetto è promosso da tre imprese: la Cmc, Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, un colosso delle costruzioni di Legacoop; Ubaldi Costruzioni di Ascoli; Gas Rimini, che attraverso Sgr distribuisce il metano in Romagna e nel nord delle Marche. L’impianto, molto semplice, occuperebbe solo 5mila metri quadrati e servirebbe solo a decomprimere il Gnl che arriverebbe non allo stato liquido, ma allo stato gassoso (è proprio l’assenza di processi di cambiamenti di stato ad abbattere i rischi del pompaggi a terra del metano, che passerebbe subito alla rete Snam attraverso una condotta sottomarina).

L’altra faccia della medaglia è che intanto si potrebbero trasportare, a parità di volume, una quantità nettamente inferiore di gas, circa 2mila tonnellate contro 100mila allo stato liquido, e che servirebbero navi speciali che ancora non esistono e che vanno costruite. Ci sta pensando il fornitore egiziano del gas naturale, interessato all’impianto che potrebbe nascere ad Ancona, che ha già individuato il cantiere canadese che può costruire la flotta necessaria. Il metano verrebbe stoccato a bordo in una batteria di serpentine composta da tubi lunghi 10 chilometri.

Per compensare la minore capacità di trasporto delle gasiere, si ricorrerebbe ad un intenso traffico di navi, almeno di 365 toccate l’anno, sino a raggiungere il miliardo di metri cubi di gas sempre in un anno. Tempi prevedibili per l’operazione – fa sapere Ship2Shore – due anni e mezzo dall’ordine per la realizzazione delle gasiere, e 4 anni al massimo per l’iter autorizzativo della piattaforma di decompressione e delle opere accessorie.

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