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Edipower, Cgil contro la chiusura

BRINDISI – E’ certamente legittimo che in un partito ci siano posizioni diverse ed una sana dialettica, ma poi arriva il momento delle decisioni. E mentre da un lato autorevoli esponenti del Partito democratico brindisino, tra i quali il senatore Salvatore Tomaselli e il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, non solo auspicano ma sollecitano una chiusura articolata nel tempo della centrale Edipower (società ex Edison ora controllata da A2A), ecco che la prima a prendere posizioni contro la chiusura è la Cgil. O meglio, il sindacato di categoria dei lavoratori dell’energia e della chimica, la Filctem.

BRINDISI – E’ certamente legittimo che in un partito ci siano posizioni diverse ed una sana dialettica, ma poi arriva il momento delle decisioni. E mentre da un lato autorevoli esponenti del Partito democratico brindisino, tra i quali il senatore Salvatore Tomaselli e il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, non solo auspicano ma sollecitano una chiusura articolata nel tempo della centrale Edipower (società ex Edison ora controllata da A2A), ecco che la prima a prendere posizioni contro la chiusura è la Cgil. O meglio, il sindacato di categoria dei lavoratori dell’energia e della chimica, la Filctem.

In un comunicato diffuso oggi la Filctem Cgil comunica che il 22 agosto ha tenuto una riunione urgente del comitato degli iscritti della centrale di Costa Morena, con la partecipazione della segreteria territoriale, rappresentata da Antonio Frattini per la discutere della ripresa produttiva con un solo gruppo a carbone, e “della meraviglia che l’evento ha destato in città con la conseguente riapertura di un dibattito sul sito produttivo”.

A questo punto la Cgil ricorda che “la centrale riparte con tutte le attuali autorizzazioni ministeriali, e con un programma di attività definito lo scorso marzo a conclusione del tavolo di confronto richiesto dalle organizzazioni sindacali, avviato da sua eccellenza il prefetto di Brindisi con la partecipazione delle istituzioni locali Comune e Provincia, Confindustria e organizzazioni sindacali”, in cui sono stati discussi “riassetto societario, piano industriale, investimenti,  procedimento Aia e iter autorizzativo delle opere da realizzare”.

Poi la Filctem Cgil dice che è il momento di riprendere il confronto in sede locale perché si esce dalla crisi se si fanno partire i cantieri “per gli investimenti previsti dai piani industriali delle società” e le attività di bonifica nel sito Sin di Brindisi. Poi il no alla chiusura della centrale di Brindisi Nord: “Come Filctem Cgil, non possiamo che manifestare la più ferma contrarietà verso una eventuale ennesima dismissione di un sito produttivo del nostro territorio”.

Ma a proposito della partenza dei cantieri previsti dai piani industriali la Filctem ha dimenticato di ricordare che Edipower annunciò l’avvio dell’iter per gli interventi a Brindisi nel lontano maggio 2008. Fu la società a comunicare quel giorno di aver presentato allo Sportello unico attività produttive del Comune di Brindisi la richiesta di autorizzazione unica per la costruzione del carbonile coperto della sua centrale di Costa Morena, e che il progetto aveva già ottenuto parere positivo dalla Regione Puglia e che i lavori sarebbero durati 28 mesi dall’autorizzazione.

Tra le opere c’erano anche i desolforatori e un impianto automatico di movimentazione del carbone. Perchè sono trascorsi quattro anni da quel giorno? Perchè non sono ancora stati cantierizzati i lavori? E' colpa del sistema autorizzativo italiano come diceva un manager di British Gas Italia, o le carte dell'azienda per l'Aia non erano in regola? Oppure ha influito l'incertezza che ha segnato per lungo tempo il gruppo Edison? E perchè qualcuno molto in alto in A2A ha ipotizzato non molto tempo fa che l'impianto di Brindisi Nord potrebbe diventare anche un termovalorizzatore? C'è davvero da meravigliarsi.

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