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Fotovoltaico, Tar boccia frazionamenti

SAN DONACI - Anche i giudici amministrativi contro il fraudolento frazionamento di parchi fotovoltaici, stratagemma ingegnato in Puglia, prima della modifica della legge regionale sulle Fer, dalle società del settore per aggirare la normativa.

SAN DONACI- Anche i giudici amministrativi contro il fraudolento frazionamento di parchi fotovoltaici, stratagemma ingegnato in Puglia, prima della modifica della legge regionale sulle Fer, dalle società del settore per aggirare la normativa e ottenere i permessi senza l’autorizzazione unica che ricomprende anche valutazioni di tipo paesaggistico.

Il Tar di Lecce ha infatti rigettato in blocco i ricorsi presentati da cinque società, sotto inchiesta da parte della procura di Brindisi, che avevano realizzato a San Donaci degli impianti che in realtà non erano che un solo parco superiore a 1 megawatt di potenza, limite al disotto del quale per installare i pannelli basta la Dia, concessa in sede locale.

Nel giugno scorso il dirigente del settore Urbanistica di San Donaci aveva annullato in autotutela proprio la Dia per le società Ecopower, Geos, Photos, Mt 2007, il Girasole, una volta appreso che in realtà quello che avevano realizzato era in realtà un solo parco, con un unico allaccio alla rete, connesso il 30 settembre del 2011. Le società hanno presentato ricorso al Tar di Lecce che lo ha rigettato. Delle irregolarità si è occupata la magistratura che ha delegato approfondimenti investigativi ai carabinieri del Noe i quali continuano ad apporre sigilli nel Brindisino, laddove vi sono situazioni similari.

E da qualche tempo, contestualmente, i carabinieri del Noe eseguono anche provvedimenti che impongono la disconnessione dalla rete, per evitare che i legali responsabili continuino a percepire gli incentivi, come è avvenuto esattamente pre le cinque società in questione il 28 gennaio scorso.

“A seguito di una comunicazione della procura di Brindisi – spiegano i giudici del Tar di Lecce nelle motivazioni -  con la quale è stato informato il Comune che l’impianto in questione insisteva su una particella contigua a quella di altri quattro impianti, della potenza di circa 1 Mw ciascuno, tutti situati su un’area agricola appartenente alla medesima società, il Comune ha avviato un’indagine interna e ha poi avviato il procedimento di autotutela”.

“Il Comune, poi, con provvedimento del 25 giugno 2012 – prosegue -ha annullato in via di autotutela la Dia, poiché l’impianto è facente parte di una serie di altri quattro impianti riconducibili ad un unico centro di interessi, il cui frazionamento è stato dettato dalla volontà di eludere le disposizioni che impongono l’autorizzazione unica per l’opera di potenza superiore a 20 kW (all’epoca 1 Mw); inoltre, è stata ravvisata la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica”.

Il ricorso delle società contro il Comune di San Donaci è ritenuto infondato perché l’impianto in realtà era unico e vi sono diversi elementi in grado di dimostrarlo. Ergo, niente Dia. Mentre il procedimento penale prosegue per via parallela. E fa il suo corso. Per le cinque società i cui ricorsi sono stati bocciati dal Tar di Lecce, vi è la coincidenza della Dia presentata per tutte e cinque le Srl satellite il 16 ottobre del 2007 al Comune di San Donaci, e quella della dichiarazione di assenso all’uso dei terreni interessati che porta per le cinque società la data del 13 ottobre 2007.

 

 

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