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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Gas ed elettricità, i progetti candidati

BRINDISI – Si chiama “List of projects submitted to be considered as potential Projects of Common Interest in energy infrastructure”, e comprende tre elenchi: uno per il gas, uno per l’energia elettrica ed uno per il petrolio. Gli elenchi sono aperti alle consultazioni.

BRINDISI – Si chiama “List of projects submitted to be considered as potential Projects of Common Interest in energy infrastructure”, e comprende tre elenchi: uno per il gas, uno per l’energia elettrica ed uno per il petrolio. Gli elenchi sono aperti alle consultazioni delle parti interessate, affinché la Commissione europea possa appunto decidere quali ammettere al programma definitivo delle opere strategiche, definendone la priorità. Alcuni di questi progetti riguardano il Canale d’Otranto e il Salento, sono già noti all’opinione pubblica, e sono ancora formalmente ancora tutti lì indipendentemente da sopraggiunte difficoltà. Gli aggiornamenti risalgono per la massima parte ai mesi di giugno e luglio 2012.

L’unico progetto che riguarda l’energia elettrica che coinvolge il Salento è quello della siciliana Moncada Energy Group, che prevede il trasferimento in Italia di gran parte dell’energia prodotta da un gigantesco campo eolico in Albania attraverso un elettrodotto di 147 chilometri: 10 in Albania, 123 in cavo subacqueo, 14 in percorso interrato a sud di Brindisi dove si collegherà ad una sottostazione di Terna. L’elettrodotto ha una capacità prevista di 500 Mw e 400 kV. Data di realizzazione prevista dal progetto, il 2014.

Poi c’è la lista degli impianti collegati all’approvvigionamento di metano, rigassificatori e metanodotti. Qui è giusto allargare il panorama almeno a livello nazionale. C’è il rigassificatore di Api Nova Energia a Falconara Marittima, impianto off-shore da 4 miliardi di metri cubi di metano all’anno, a 16 chilometro dalla costa cui sarà collegato con una pipeline di 20 chilometri. Fine lavori, 2018. Poi sempre nella zona di Trieste c’è l’avversato progetto di Zaule Lng di Gas Natural – Rigassificazione Italiana SpA da 8 miliardi di metri cubi l’anno, completamento anche in questo caso entro il 2018.

Resta in lista anche il rigassificatore Brindisi Lng di British Gas da 8 miliardi di metri cubi, che porta come data di completamento il 2017. Quindi i progetti dei rigassificatori in Calabria e Sicilia: quello di Lng Terminal a Gioia Tauro, data di completamento tra il 2017 e il 2018, e quello offshore di Porto Empedocle Agrigento) dell’italiana Iren, di Olt (Offshore Lng Tuscany) e della tedesca Eon Ruhrgas da 3,7 milioni di metri cubi, 22 chilometri al largo della costa. E’ di Olt anche il rigassificatore offshore di Livorno, compreso nella stessa lista di candidature a progetto di interesse comunitario.

I gasdotti e il Salento. Sono addirittura tre quelli inseriti nell’elenco senza contare il raddoppio della rete Snam. Cominciamo da Eagle Lng della Trans European Energy B.V., che si alimenterà da un rigassificatore 6 chilometri al largo della costa albanese, e attraverso una condotta subacquea giungerà sulla costa di Torchiarolo per proseguire interrato per due chilometri sino alla stazione ricevente. Anno di ultimazione previsto, il 2015. Poi c’è Tap, Trans adriatic pipeline di Egl, Statoil e Ruhrgas, opera da 800 chilometri che dovrebbe convogliare il gas naturale dei giacimenti del Caspio, percorrendo 478 chilometri in Grecia, 204 in Albania, 105 in condotta sottomarina e 5 in trincea nella zona tra S. Andrea e S. Foca.

Candidato a divenire progetto strategico della Ue anche il gasdotto Igi (Interconnector Greece Italy) di Desfa – Igi Poseidon. Il completamento è previsto per il 2017 e il collegamento dovrebbe avvenire la zona di Thesprotia in Grecia e il Basso Salento. Per convogliare il gas sbarcato in Puglia, semmai almeno uno dei progetti elencati dovesse essere realizzato, c’è infine Adriatica Pipeline di Snam Rete Gas, la contrastata operazione di raddoppio del gasdotto che collega Brindisi alla stazione di smistamento di Minerbio al Nord, passando per Molise, Abruzzo, Umbria e Marche in zone sia di elevato valore paesaggistico ed ambientale, che ad alto rischio sismico. Se non si realizzerà questa nuova bretella, la Puglia non potrà fungere da piattaforma di arrivo del Gnl dall’Asia e dall’Africa.

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