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Sabato, 20 Aprile 2024
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La Cgil: "Emergenza Edipower"

BRINDISI – La sorte della centrale Edipower di Brindisi ancora in balia dell’incertezza. Che fine farà? La produzione è programmata solo fino a febbraio 2012, e poi? In vista di ciò, la Cgil Brindisi chiede di avviare un confronto territoriale tra azienda, Provincia, Comune e organizzazioni sindacali per una valutazione sui possibili futuri scenari produttivi della Centrale Edipower e soprattutto della garanzia occupazionale di oltre 300 lavoratori (circa 100 quelli diretti).

BRINDISI – La sorte della centrale Edipower di Brindisi ancora in balia dell’incertezza. Che fine farà? La produzione è programmata solo fino a febbraio 2012, e poi? In vista di ciò, la Cgil Brindisi chiede di avviare un confronto territoriale tra azienda, Provincia, Comune e organizzazioni sindacali per una valutazione sui possibili futuri scenari produttivi della Centrale Edipower e soprattutto della garanzia occupazionale di oltre 300 lavoratori (circa 100 quelli diretti).

Il segretario generale della Cgil di Brindisi, Michela Almiento, e la segreteria Filctem Cgil, chiedono a gran voce che qualcuno affronti seriamente la situazione. Come già detto nel corso dell’anno 2011, la Cgil, a differenza delle organizzazioni ambientaliste e di alcune forze politiche tra le quali il Pd e Sel, che si schierano per la chiusura progressiva, per lasciare spazio alla retroportualità, chiede di non intervenire con la chiusura ma con il rilancio del sito attraverso interventi di revamping e ambientalizzazione.

Alla fine del 2011, infatti, sembra essere giunto a conclusione il percorso di riassetto societario di Edison ed Edipower. “E’ ormai definito – fa sapere Michela Almiento – che Edison verrà acquista dai francesi di EdF mentre Edipower rimane in mani italiane, con socio di maggioranza A2A, azienda municipalizzata di Milano e Brescia che, insieme alla municipalizzata di Torino Iren, crea il secondo produttore italiano di energia, particolarmente presente nelle rinnovabili”.

Ma al momento, Edipower sembra non aver deciso la missione della centrale di Brindisi Nord,  per assicurare la non chiusura del sito. Va ricordata una recente dichiarazione del presidente di A2A, Giuliano Zuccoli, che invece parlava della trasformazione della termoelettrica di Costa Morena in un termovalorizzatore di rifiuti. La Filctem e Cgil, esprimono, perciò, ancora grande preoccupazione per il protrarsi di tale situazione di incertezza.

“Per questo motivo – fanno ancora sapere dalla Cgil – se pur in una fase di assestamento della nuova società, riteniamo ormai indispensabile, e non più procrastinabile, una valutazione del piano industriale già predisposto da Edipower per Brindisi, considerato che la realtà produttiva impegna oltre 300 lavoratori, tra diretti ed indiretti, che operano nell’indotto; che il sito produttivo con due gruppi a carbone da 320 MW è inserito nel Piano Energetico Ambientale Regionale della Puglia”.

La Cgil ricorda anche che l’azienda ha ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale, dopo l’ultima conferenza ministeriale dei servizi e con a garanzia l’adesione all’Accordo di Programma sulle bonifiche del polo industriale di Brindisi; e che le attività di produzione sono programmate fino al prossimo febbraio 2012, data oltre la quale, non è previsto al momento, approvvigionamento di combustibili”. Per tutte queste ragioni, ancora una volta la segreteria confederale della Cgil e la Filctem attraverso il segretario di categoria Antonio Frattini, chiedono che venga promossa ogni azione utile ad avviare un confronto territoriale tra azienda, Provincia, Comune e sindacati, per una valutazione sul futuro produttivo di Edipower o di qualsivoglia altra soluzione che parta comunque, imprescindibilmente, da una seria, chiara ed esigibile, garanzia occupazionale degli oltre 300 lavoratori, diretti e dell’indotto, che oggi vi operano.

L’ipotesi della trasformazione in termovalorizzatore avanzata sul Il Sole24Ore da Zuccoli, che ha già ricevuto alcune reazioni tra le quali quella del senatore del Pd brindisino, Salvatore Tomaselli, non è tuttavia scollegata da emergenze reali che cominciano ad affacciarsi su parte del territorio brindisino, che non riesce a raggiungere le quote di differenziata stabilite dalla Regione Puglia, e che come conseguenza di ciò da maggio potrebbe pagare il doppio per il conferimento in discarica.

La distruzione termica è perciò dietro l’angolo. Almeno due aziende di livello nazionale stanno cercando intese preliminari per realizzare un termovalorizzatore in zona industriale a Brindisi, e tra queste – secondo alcune voci – Termomeccanica (che aveva gestito a lungo la piattaforma di trattamento dei rifiuti speciali pericoli dell’Asi). Ora potrebbe entrare in ballo anche Edipower. Il muro dei “no” anche ai termovalorizzatori è alto, ma la situazione è difficile: esaurimento delle discariche, raccolta differenziata insufficiente, e l’opposizione all’utilizzo delle centrali termoelettriche per la combustione del Cdr, e quella ai termovalorizzatori veri e propri potrebbe subire una sconfitta.

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