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Modifiche al progetto del rigassificatore, a disposizione dei cittadini per 45 giorni

BRINDISI – La Brindisi Lng non si lascia fermare dalle prescrizioni vincolanti imposte dalla Commissione Via del ministero dell’Ambiente, e deposita ai fini della pubblica informazione, come prescrive la legge, le variazioni al progetto originario del rigassificatore di Capo Bianco. L’avviso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 43 del 16 aprile 2011, parte seconda. Ma si dice anche che, pur non potendo ancora rimettere piede nel cantiere della colmata, sotto sequestro penale dal 12 febbraio 2007 per occupazione abusiva di area demaniale marittima, la società del gruppo British Gas non abbia rinunciato a fare shopping nei dintorni, approfittando delle aste dei beni immobiliari che lo Stato ha giudicato alienabili, nell’ambito del cosiddetto federalismo demaniale.

BRINDISI – La Brindisi Lng non si lascia fermare dalle prescrizioni vincolanti imposte dalla Commissione Via del ministero dell’Ambiente, e deposita ai fini della pubblica informazione, come prescrive la legge, le variazioni al progetto originario del rigassificatore di Capo Bianco. L’avviso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 43 del 16 aprile 2011, parte seconda. Ma si dice anche che, pur non potendo ancora rimettere piede nel cantiere della colmata, sotto sequestro penale dal 12 febbraio 2007 per occupazione abusiva di area demaniale marittima, la società del gruppo British Gas non abbia rinunciato a fare shopping nei dintorni, approfittando delle aste dei beni immobiliari che lo Stato ha giudicato alienabili, nell’ambito del cosiddetto federalismo demaniale.

Secondo alcune fonti non ufficiali – sul sito dell’Agenzia del Demanio non c’è traccia dell’operazione – Brindisi Lng avrebbe acquistato la ex caserma della Guardia di Finanza del petrolchimico, quella che si trova all’imbocco della strada (da tempo chiusa) che costeggia la spiaggia dalla strada per le Pedagne sino a Punta di Torre Cavallo. Una volta era la sede del distaccamento incaricato dei controlli sulle accise dei prodotti petroliferi, poi era diventata sede delle unità cinofile, poi abbandonata e in degrado, spogliata persino degli infissi nel corso di svariate incursioni ladresche.

Al sopralluogo risulta solo l’apparizione di cartelli con la scritta “Proprietà privata – Vietato l’accesso agli estranei”. Quindi non dovrebbe più essere un bene del demanio militare o sotto il controllo dell’Agenzia del Demanio, che ovviamente avrebbero ben altri cartelli da apporre che quelli invece presenti. Forse la notizia dell’acquisto da parte della società italo-inglese non è infondata. In ogni caso, per l’immobile di via Pedagne 18, con le pertinenze, era indicato nella scheda dell’agenzia un valore inventariale di 333.400 euro, la superficie è di 1.289,66 metri quadrati (codice BRB0267, entrate da canone 24.048 euro).

La colmata è a un tiro di schioppo dalle ex caserma. Ancora saldamente sotto sigilli. Ma se tutto dovesse girare bene per Brindisi Lng e British Gas, processo in corso e conclusione dell’iter autorizzativo (manca ancora la conferenza dei servizi finale, in cui gli enti locali e la Regione Puglia opporranno il loro ultimo no all’operazione), lo scenario del cantiere è destinato a profondi cambiamenti. La principale delle prescrizioni della Commissione Via infatti prevede che i due giganteschi serbatoi alti poco meno di 69 metri e del diametro di 80, vengano interrati per trenta metri. E si capisce che razzi di buchi si dovranno scavare di fatto nel fondale marino del porto industriale, e poi rivestire di cemento.

Lo dice chiaramente anche l’avviso pubblico di Brindisi Lng: “la  consultazione  di  cui  si  dà avviso è limitata al profilo  delle  modificazioni  ed  integrazioni apportate  ai  sensi  della  prescrizione  "A.2.3-  Interramento  dei serbatoi", lett. b) del decreto VIA  del  Ministero  dell'Ambiente  e della  Tutela  del  Territorio  e  del  Mare  n.  366  del  2010  (il "Progetto")”. Chiunque voglia consultare queste modifiche e varianti può farlo o a Roma presso il Ministero dell’Ambiente, o presso quello dei Beni culturali; o a Modugno presso l’assessorato all’Ecologia, oppure presso il Comune o la Provincia di Brindisi.

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