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"Strategie ambiente, chiudere Edipower"

BRINDISI - Il Pd torna alla carica chiedendo la chiusura della centrale Edipower di Brindisi Costa Morena, con le debite garanzie di ricollocazione per il personale dell'impianto. E' il senatore Salvatore Tomaselli a riproporre il problema con una nota diffusa oggi, che si richiama alla vicenda della conclusione delle indagini della procura sulla dispersione delle polveri di carbone di Enel Cerano.

BRINDISI - Il Pd torna alla carica chiedendo la chiusura della centrale Edipower di Brindisi Costa Morena, con le debite garanzie di ricollocazione per il personale dell'impianto. E' il senatore Salvatore Tomaselli a riproporre il problema con una nota diffusa oggi, che si richiama alla vicenda della conclusione delle indagini della procura sulla dispersione delle polveri di carbone di Enel Cerano.

"Le conclusioni nei giorni scorsi delle indagini della magistratura brindisina, relative alla dispersione di polveri di carbone lungo il nastro trasportatore e dal carbonile scoperto della centrale Enel di Cerano, ripropongono il tema del futuro del polo energetico brindisino. Sostengo da anni - dice Tomaselli - la necessità che un ampio confronto tra istituzioni locali, aziende, forze politiche e sociali debba sfociare non solo nella redazione e sottoscrizione di nuove convenzioni con (tutte) le aziende energetiche presenti a Brindisi, ma soprattutto possa creare le condizioni per un assetto definitivo dell'intero polo energetico brindisino".

Un assetto, dice Tomaselli, "che dia stabilità nel tempo alle materie più delicate con cui impattano tali produzioni: la quantità di energia prodotta e la qualità del combustibile utilizzato, i livelli di emissioni inquinanti e climalteranti, la logistica, il monitoraggio ambientale e le modalità di un controllo partecipato, le ricadute sul territorio e così via. In tale ambito, continuiamo a ritenere non rinviabile una iniziativa istituzionale circa il futuro della centrale Edipower di Costa Morena".

Tomaselli ricorda la situazione del gruppo Edison dopo il riassetto e l'abbandono da parte di Edipower dell'originario piano di revamping per Brindisi: "La rinuncia alla riconversione dell'impianto a ciclo combinato alimentato a gas, un funzionamento ormai residuale a carbone, l'assenza di investimenti a fronte di una totale assenza di strategia industriale che la nuova proprietà manifesta circa le prospettive di tale azienda: tutto ciò rafforza il nostro convincimento circa la necessità più volte manifestata di programmare la chiusura di tale impianto, garantendo le prospettive occupazionali dei lavoratori, oggi, peraltro, frustrati da condizioni di lavoro incerte e poco dignitose, e che rappresentano un patrimonio da salvaguardare".

Ma ci sono altre cose da fare, parallelamente: "Nel contempo, un confronto serrato dovrà interessare anche il futuro della centrale Enel di Cerano. Sgomberando il campo, innanzitutto, da ipotesi ideologiche prive di realismo, quale la conversione a gas della più grande centrale alimentata a carbone d'Italia, una scelta non sostenibile dal punto di vista economico e, soprattutto, impiantistico e tecnologico, e sollecitando invece scelte industriali efficaci nell'obiettivo della tutela e salvaguardia insieme di ambiente, salute e lavoro, a Brindisi come a Civitavecchia".

Quindi non si può deviare dalla strategia produttiva basata sul carbone, scelta anche dalla Commissione europea, secondo Tomaselli, ma bisogna cominciare "dal tema di un rigoroso processo di ambientalizzazione ancora da completare, consolidando gli interventi realizzati finora e portando a termine gli investimenti programmati e, allo stesso tempo, garantendo senza ipocrisie le migliori tecnologie di abbattimento degli inquinanti, perché non vi siano più i guasti che la magistratura ha dovuto perseguire e in attesa che si realizzi l'indagine epidemiologica da più parti auspicata".

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